Sulle note di Oh, had I Jubal's
Lyre è iniziata lunedì 8 febbraio 1999 la cerimonia di inaugurazione
dell'anno accademico 1998-99 dell'Università di Trento. L'Orchestra dell'Università,
diretta dal M° Stefano Chicco, ha accompagnato l'ingresso del senato accademico,
del rettore e di un ospite d'eccezione, il ministro dell'università e della
ricerca scientifica e tecnologica, senatore Ortensio Zecchino. Grazie anche alla
sua presenza, la cerimonia non ha costituito quest'anno un fatto rituale, una
ripetizione di cliché, ma un importante momento di incontro e riflessione
sullo stato dell'ateneo e sulle sue prospettive future. Gli interventi degli oratori
hanno toccato punti fondamentali della politica dell'Università, dall'autonomia
all'internazionalizzazione, dall'ampliamento delle tecnologie dell'informazione
al radicamento sul territorio. E parlando di tecnologia, un momento di particolare
interesse è stato il collegamento in videoconferenza con il rettore e il
preside della facoltà di sociologia dell'Università di Dresda, in
Germania. Grazie agli strumenti tecnologici, è stato possibile dare concretezza
a una delle sfide maggiori dell'ateneo, l'ambizione e la volontà di entrare
a far parte di una rete di relazioni internazionali che permettano di ampliare
gli orizzonti localistici per seguire da vicino le innovazioni e i cambiamenti
in atto nel mondo dell'istruzione e della ricerca alle soglie del 2000.
Inaugurato l'Anno Accademico 1998-99 alla presenza del ministro Ortensio Zecchino
di Elisabetta Nones
"Creare
una relazione di necessità e reciprocità tra la città e l'ateneo." |
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La spinta dell'Università di
Trento verso l'esterno è stata sottolineata da più voci, a cominciare
dal sindaco di Trento Alberto Pacher che, nel dare inizio all'incontro,
ha ricordato il legame sempre più stretto che si sta instaurando tra Università
e città, un proficuo legame di cooperazione che risponde alla necessità
dell'ateneo trentino di creare collegamenti con le realtà imprenditoriali
del territorio su cui opera, ma anche di mantenersi in competizione con gli atenei
vicini (il riferimento d'obbligo è per la neonata Università di
Bolzano e per l'ateneo di Innsbruck, con il quale la cooperazione è in
atto da molti anni), mantenendo alta la qualità dell'offerta didattica
e dei servizi. La competizione si rivela quindi produttiva, si trasforma in una
sfida per l'ateneo, in una logica di progettualità che, come ha ripetuto
Pacher, "unisce il locale e il planetario".
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"Dobbiamo
fare dell'Università di Trento un terminale di raccordo col sistema universitario
europeo ed extraeuropeo, valorizzando la nostra collocazione di ponte e di cerniera
in particolare con i paesi e le culture dell'Europa centrale." |
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In qualità di presidente del
consiglio di amministrazione dell'Università, Carlo Andreotti ha
fatto il punto sugli obiettivi che sono stati raggiunti dall'ateneo durante questi
ultimi anni. Anche sulla base dell'innalzamento del numero dei laureati in Provincia
di Trento, si è dato spazio alla riorganizzazione dell'edilizia universitaria,
dando vita ad alcuni importanti progetti che saranno realizzati nei prossimi anni,
dalla sistemazione del polo per le facoltà umanistiche alla costruzione
della nuova biblioteca universitaria. Il protocollo di collaborazione stipulato
con l'Università di Innsbruck ha sottolineato ancora una volta la funzione
di cerniera dell'ateneo tra il mondo italiano e quello tedesco, ed ha eluso il
rischio di provincializzazione paventato in passato. A livello locale, una grande
importanza ha rivestito la stipula di un'intesa tra l'Università e l'Istituto
Trentino di Cultura nell'ambito della ricerca, la carta vincente per un ateneo
competitivo a livello internazionale.
"Internazionalizzazione
ed autonomia: questi i cardini su cui si basa il processo di cambiamento dell'Università
di Trento, avvalorato dal supporto del nucleo di valutazione, fattore di crescita
e di stimolo allo sviluppo di una nuova cultura dell'Università, la fiducia
nelle risorse interne."
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Il rettore Massimo Egidi ha
puntato con forza nel suo intervento alla necessità per la piccola Università
di Trento di entrare in un network di università europee ed extra-europee,
in modo da offrire a studenti e docenti la possibilità di attingere alle
conoscenze e agli stimoli innovativi di atenei prestigiosi. Supportato da una
serie di slides esemplificative, il rettore ha evidenziato quattro direttrici
verso cui l'Università di Trento si sta muovendo: l'attenzione alla formazione
dello studente, l'internazionalizzazione dell'ateneo, la gestione dell'autonomia
e un'attenzione di riguardo per la società civile. Egidi ha parlato di
learning continuo, di adeguamento dell'offerta didattica alle esigenze
del mondo produttivo, coadiuvato da un attento esame delle richieste dei discenti,
delle loro caratteristiche e del loro retroterra, spesso molto variegato. La provenienza
di molti studenti da regioni limitrofe incentiva la ricerca nel campo dell'insegnamento
a distanza con l'ausilio di tecnologie informatiche. Per quanto riguarda la costituzione
di reti di cooperazione internazionale, il rettore ha evidenziato l'importanza
di raggiungere una corrispondenza nel riconoscimento di titoli, e non necessariamente
un'equivalenza. L'esempio delle doppie lauree con tre università tedesche
è esemplificativo. Egidi ha ribadito che guardare al territorio che ci
circonda è un dovere per l'ateneo trentino, i cui laureati non possono
essere assorbiti in toto dal mondo produttivo locale. Internazionalizzazione e
autonomia, quindi. Autonomia che si realizza nel recupero da parte delle forze
interne all'Università della capacità decisionale, in particolare
con il supporto del nucleo di valutazione che negli scorsi due anni ha lavorato
per dimostrare che il momento della valutazione va considerato come un fattore
positivo, di crescita, che favorisce la semplificazione dell'apparato e lo snellimento
delle procedure. Questo costituisce l'inizio di una nuova cultura che si basa
sulla fiducia nelle risorse interne, sulla collaborazione e la comunicazione tra
le parti e la condivisione di progetti di lavoro. Per concludere, il rettore ha
focalizzato l'attenzione sull'importanza di fare ricerca di qualità: è
questa la ragione stessa di vita di un ateneo e su questa vanno puntati gli sforzi
di chi crede nel futuro dell'Università di Trento.
La videoconferenza da Dresda
All'intervento del rettore Massimo Egidi hanno fatto
seguito i collegamenti in videoconferenza dall'Università di Dresda.
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"L'accordo
per la doppia laurea in economia e sociologia costituisce un vantaggio immenso
per entrambe le università. I giovani rientreranno a casa più ricchi
di cultura e di esperienze europee e sicuramente il ricordo della loro seconda
città universitaria non li abbandonerà mai."
Achim Mehlhorn |
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Il rettore, Achim Mehlhorn,
ha portato il saluto e l'augurio di una sempre maggiore collaborazione tra i due
atenei, legati dall'istituzione della doppia laurea in economia e sociologia.
Il preside della facoltà di sociologia, Karl-Siegbert Rehberg, ha
tenuto una relazione sulla sociologia in Germania e sulle relazioni italo-tedesche.
Ha sottolineato in particolare la necessità che l'internazionalizzazione
non porti ad un appiattimento del sapere, in quanto le scienze culturali sono
strettamente legate alle specifiche lingue nazionali e alle tradizioni di pensiero.
Piuttosto, il processo deve essere di alto livello qualitativo per unire l'aspetto
locale a quello internazionale nel modo più fruttuoso possibile.
La prolusione tenuta dal prof. Rehberg
"Il processo
di cambiamento deve diventare un modo di essere piuttosto che una modalità
operativa." |
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Il direttore amministrativo, Marco
Tomasi, ha centrato il suo intervento sul processo di cambiamento che sta
investendo l'ateneo, cambiamento che deve diventare un modo di essere e di intendere,
piuttosto che una modalità operativa. Grande attenzione viene posta dall'amministrazione
nella selezione del personale, perché sia pronto a sostenere il cambiamento
in atto. Le difficoltà legate alla contrattazione con le parti sindacali
possono essere superate con un atteggiamento coerente, nel rispetto dei ruoli
e della valorizzazione delle competenze. Ma, ha sottolineato con forza Tomasi,
il fattore decisivo è la dedizione delle persone che partecipano all'organizzazione,
un fattore che corrisponde allo spirito vitale dell'ateneo e sul quale vanno concentrate
le energie.
L'intervento di Daniela Anesi, rappresentante degli studenti, è
riportato in versione integrale in questo spazio che unitn ha voluto dedicare
all'inaugurazione dell'anno accademico.
"Bisogna
valorizzare il lavoro dei docenti e puntare l'attenzione sugli studenti e la loro
formazione." |
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La cerimonia ha visto forse il suo
momento di maggiore interesse nell'intervento del ministro all'università
e alla ricerca scientifica e tecnologia, Ortensio Zecchino, che ha ripreso
alcuni punti evidenziati nel discorso di Daniela Anesi. Il ministro ha ricordato
l'amicizia che lo legava al fondatore dell'Università di Trento, Bruno
Kessler, e ha ringraziato per l'opportunità che gli è stata offerta
di osservare da vicino un ateneo che fino ad ora aveva potuto apprezzare soltanto
dai documenti. Il suo discorso ha centrato i due temi
fondamentali che caratterizzano la realtà universitaria trentina: la vocazione
autonomistica e quella internazionale, aspetti che parrebbero in contraddizione,
ma che costituiscono al contrario uno stimolo al miglioramento. La scommessa,
a detta del ministro, si gioca sul terreno della valutazione, al momento ancora
in fase embrionale. La funzione del ministero è quella di incentivare la
competizione e non soltanto di sostenere finanziariamente le università.
La valutazione deve quindi servire a potenziare i settori più efficaci
e a riequilibrare le notevoli disparità. Per quanto riguarda il personale
docente, il prossimo decennio vedrà il più poderoso turn-over
che abbiamo conosciuto fino ad ora. Il 40% del corpo docente verrà rinnovato.
Anche questa occasione è un'occasione di riequilibrio, che dovrà
essere condotto da un'attenta regia. La valutazione dovrà riguardare quindi
anche il controllo dell'impegno dei docenti (in particolare il tempo che dedicano
alla didattica frontale), questione molto delicata, che comporta l'individuazione
di parametri, criteri ed organi capaci di assolvere questa funzione. Il ministro
ha concluso il suo intervento con un augurio per l'Università di Trento:
la proiezione dell'ateneo verso il contesto internazionale, suggellata dalla conferenza
telematica con l'Università di Dresda, porta al convincimento che l'Università
di Trento possa davvero costituire il ponte verso mondi e culture che dobbiamo
saper vivere come culture comuni.
Dopo il conferimento dei premi ai
migliori laureati dello scorso anno accademico (si veda la scheda
), la cerimonia si è conclusa con il Concerto grosso in sol min. op.
6 n. 8 di Arcangelo Corelli, interpretato dall'Orchestra dell'Università.
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