inaugurazione anno accademico |
Qualità della didattica
e valutazione
Priorità
alla formazione
Le risposte del ministro Ortensio Zecchino
di Paolo Bari
"Complimenti
per i risultati finora raggiunti e auguri per il nuovo anno accademico".
Questa la conclusione dell'intervento del ministro Ortensio Zecchino, ospite d'onore
alla cerimonia di inaugurazione tenutasi lo scorso otto febbraio. Impegnato in
un tour conoscitivo negli atenei del nord-est, il responsabile dell'università
e della ricerca scientifica ha accettato di buon grado l'invito rivoltogli dal
rettore Massimo Egidi. L'amicizia per il compianto Bruno Kessler ("con il
quale ho a lungo discusso del suo progetto di istituire questa università")
e alcune peculiarità dell'ateneo hanno indotto il ministro ad inserire
anche Trento nella trasferta che ha incluso anche Padova, Udine e altre sedi.
La presenza del senatore Zecchino a Trento costituisce un segnale indicativo dell'interesse
che Roma manifesta verso alcune innovazioni avviate in sede locale.
"Da quanto ho potuto personalmente vedere e dai dati di cui dispongo - ha
affermato il ministro - posso attribuire a Trento un giudizio ampiamente positivo
perché in determinati settori questo ateneo si pone come modello per tutta
Italia". I meriti (le "vocazioni" secondo Zecchino) sono costituiti
in particolare dall'internazionalizzazione (con una considerevole partecipazione
ai programmi comunitari di mobilità studentesca e con il progetto di doppia
laurea), dalla valutazione (a Trento è infatti operativo uno dei pochi
nuclei di valutazione esistenti in Italia) e soprattutto dall'autonomia (da tempo
patrimonio dell'università di Trento e che solo adesso è invece
in fase di attribuzione a livello nazionale, "a ben cinquant'anni dalla Costituzione",
come ha precisato il ministro).
Dopo aver esaminato le principali questioni locali, il responsabile del Murst
ha affrontato i nodi cruciali dello sviluppo del sistema universitario italiano.
Ortensio Zecchino ha dichiarato che stanno per essere approvati i decreti generali
riguardanti le cinque macro-aree nelle quali saranno raggruppati gli attuali corsi
di laurea. Prima di questo provvedimento dovranno in ogni caso essere completate
le consultazioni con i presidi delle facoltà, con gli studenti e con le
parti sociali. Notevole attenzione sarà inoltre dedicata alla riduzione
degli squilibri territoriali ancora esistenti. Utile occasione per conseguire
tale obiettivo sarà il turn-over dei docenti: poiché nei
prossimi dieci anni il 40% dei professori andrà infatti in pensione, la
loro sostituzione potrà ringiovanire il corpo accademico e nel contempo
ridistribuire in modo più equilibrato le risorse umane. "Dobbiamo
valorizzare il lavoro dei docenti - ha insistito il ministro - oggi mediamente
impegnati meno dei loro colleghi europei".
Proprio perché gli investimenti nella ricerca e nella didattica sono ancora
piuttosto limitati rispetto ai parametri europei, il ministro ha sottolineato
la necessità che gli interventi economici statali siano distribuiti secondo
un'attenta valutazione dei meriti che consenta di massimizzare i risultati. Spesso
in completa sintonia con quanto sostenuto da Daniela Anesi (della quale il senatore
Zecchino ha più volte citato l'intervento), il ministro ha concluso il
suo discorso ricordando che "l'università vive e si regge per gli
studenti e per la loro formazione", un monito solo apparentemente banale
e scontato, perché talora dimenticato da molti protagonisti della scena
accademica italiana.
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