Si è svolta a Levico Terme, dal 4 all’8 settembre scorso, la prima edizione della scuola estiva dedicata allo studio delle cellule staminali del sistema nervoso (“Neural Stem Cells in Development and Disease”). La scuola è stata organizzata dai ricercatori Simona Casarosa, Yuri Bozzi ed Alessandro Quattrone del Centro per la Biologia Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento e Luciano Conti del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano.
La scuola ha visto la partecipazione di circa 40 studenti (dottorandi e post-dottorandi) provenienti da tutto il mondo, selezionati in base al curriculum e alla qualità della loro attività di ricerca. Per quattro giorni, gli studenti hanno seguito le lezioni tenute da 21 ricercatori di fama internazionale, ed hanno avuto la possibilità di interagire tra di loro e con i relatori in un ambiente assolutamente informale. Tutti gli studenti hanno potuto presentare le proprie ricerche durante due sessioni a loro dedicate, al termine delle quali i tre migliori hanno ricevuto un premio speciale.
La scuola ha affrontato quattro principali temi di grande attualità scientifica: la biologia delle cellule staminali neurali (“del cervello”), lo sviluppo del sistema nervoso, il ruolo delle cellule staminali nell’insorgenza dei tumori cerebrali e le terapie delle malattie neurodegenerative basate sull’utilizzo delle cellule staminali neurali. Solo fino a pochi decenni fa si riteneva che il sistema nervoso centrale, ed il cervello in particolare, contenesse cellule altamente specializzate e non più in grado di riprodursi. Oggi sappiamo che non è così. Alcune ristrette regioni del cervello umano contengono infatti cellule staminali (dette appunto “staminali neurali”), che conservano la capacità di proliferare e generare cellule nervose per tutta la durata della vita dell’organismo. Si ritiene che queste cellule possano svolgere un ruolo molto importante nella difesa contro le malattie neurodegenerative, caratterizzate dalla progressiva perdita di cellule e connessioni in ampie aree del cervello. Purtroppo, non sappiamo ancora se questo avviene davvero.
L’obiettivo della scuola era quello di far luce su questa domanda, affrontando temi molto diversi tra loro, ma strettamente correlati. Ad esempio, lo studio delle caratteristiche biologiche delle cellule staminali neurali (quali segnali genetici le rendono appunto “staminali”, in che modo si riproducono, a quali tipi di cellule nervose possono dare origine…) è fondamentale per capire se queste cellule possono essere utilizzate per la cura delle malattie neurodegenerative. Inoltre, la conoscenza dello sviluppo del sistema nervoso (come si formano le cellule nervose e le loro connessioni durante la vita embrionale e dopo la nascita, e come queste si mantengono durante la vita adulta) è importante per poter capire se cellule staminali trapiantate in un cervello malato avranno qualche speranza di integrarsi, ricostruendo connessioni e circuiti andati persi a causa della malattia. Infine, è ormai evidente che le caratteristiche di “staminalità” di alcuni tipi di tumori cerebrali sono purtroppo all’origine dell’aggressività di questi tumori, caratterizzati appunto da un’alta proliferazione cellulare.
I risultati sicuramente più incoraggianti presentati nel corso della scuola riguardano il possibile utilizzo delle cellule staminali neurali per la cura dei danni cerebrali provocati da diverse malattie neurologiche. Studi recenti condotti su animali da laboratorio dimostrano infatti che il trapianto di cellule staminali neurali è in grado di ridurre i danni anatomici e i deficit comportamentali causati da crisi epilettiche, ictus e malattie neurodegenerative. Resta tuttavia da chiarire se un simile approccio possa essere applicato anche all’uomo…domanda che, ci auguriamo, possa trovare risposta nelle prossime edizioni della nostra scuola estiva!