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   pianificare il cambiamento   
Università a Rovereto, work in progress
Decolla il progetto per creare nella cittadina roveretana un polo universitario d'eccellenza


di Marinella Daidone

Coniugare alta tecnologia e scienze cognitive, informatica e cultura umanistica, con lo sguardo rivolto verso un futuro sempre più vicino che richiede formazione e ricerca di qualità: questi alcuni dei tratti salienti che caratterizzano la proposta preliminare presentata dall'Università di Trento per lo sviluppo del polo universitario di Rovereto. Il documento è stato discusso il 12 marzo scorso nella sala consiliare del Comune di Rovereto da autorevoli rappresentanti del Comune, della Provincia Autonoma di Trento e dell'ateneo trentino. L'entusiasmo e i volti soddisfatti alla fine dell'incontro hanno subito fatto presagire il clima favorevole col quale la proposta è stata accolta: impressione confermata poi dalle dichiarazioni dei diversi attori coinvolti. Il documento, come ha sottolineato il rettore Massimo Egidi, è il risultato di parecchi mesi di lavoro, si tratta di una proposta preliminare e quindi suscettibile di variazioni o aggiustamenti in corso d'opera, ma la strada scelta è già chiara: partire dalle radici, dalla sperimentazione che già si è fatta nella cittadina roveretana, per approdare ad un progetto organico che coinvolge didattica, ricerca, formazione permanente. L'architettura del progetto poggia su basi solide: da un lato si sono prese in considerazione le strutture universitarie già operanti a Rovereto, dall'altro si è analizzato il contesto socio-economico e culturale della cittadina e del territorio circostante, inserendo questi elementi in prospettiva nello scenario futuro delle professioni e della ricerca. L'Università di Trento è presente a Rovereto fin dal 1992 con il diploma in ingegneria informatica e l'annesso laboratorio, ma è negli ultimi anni che si sono raggiunti risultati d'eccellenza attraverso il Laboratorio di Scienze Cognitive, le cui ricerche hanno avuto riconoscimenti anche all'estero, e con la Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario (SISS), una delle prime nate in Italia per la preparazione degli insegnanti delle scuole superiori, che è diventata il luogo naturale di incontro fra l'Università e le altre componenti del sistema educativo. La realtà imprenditoriale roveretana, con forte componente tecnologica ed informatica, e la contemporanea vocazione della cittadina per le discipline artistiche e umanistiche sottolineata dalla funzione del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART) ma anche dal Museo della Guerra e dall'Archivio per le scritture popolari, formano un insieme estremamente vivace con cui poter interagire attivamente. Si tratta dunque di sfruttare al massimo le sinergie, coinvolgendo anche il polo universitario di Trento e altre realtà di ricerca quali l'Istituto Trentino di Cultura (ITC), per ridisegnare un polo universitario con una identità riconoscibile che parta fin da subito con una ambizione di visibilità e di eccellenza internazionale, ed europea in particolare. Per il sindaco di Rovereto Roberto Maffei il progetto ha tutte le caratteristiche e le potenzialità per realizzare un'università non localistica ma europea. L'assessore all'Istruzione del Comune di Rovereto Donata Loss, che da anni sta lavorando per "portare" l'Università a Rovereto, vede nell'ateneo trentino un partner indispensabile per la crescita sia economica che culturale del territorio; l'assessore Loss guarda con grande fiducia a questo progetto che sa "coniugare la tradizione con la nuova tecnologia, soprattutto per quel che riguarda l'informazione, la comunicazione e l'apprendimento": anche per il Comune di Rovereto si tratta di una sfida, ma, "è una sfida che una buona amministrazione deve saper vincere". Molto importanti sono l'adesione e il sostegno che arrivano dal Comune di Trento e dalla Provincia Autonoma di Trento e da soggetti pubblici e privati. Certo i problemi da superare saranno molti e nessuno vuole nasconderli: a partire dalla disponibilità delle risorse umane, ai finanziamenti, alle infrastrutture necessarie. L'università a Rovereto non nasce dal nulla, ma nasce da basi concrete e si svilupperà gradualmente, il tempo di massima previsto per la sua realizzazione è di circa cinque anni, ma già dal prossimo anno accademico dovrebbero partire i primi trienni.

Nelle foto, in alto: il Sindaco di Rovereto Roberto Maffei con il Rettore Massimo Egidi;
sotto: Massimo Egidi, Donata Loss e Lorenzo Dellai

Costruire sul concreto