no3

  università, cultura e territorio 
"Lettere" al Mulino Vittoria:
sei ragioni per il sì

Facoltà e servizi al centro di una zona urbanisticamente riqualificata
di Emanuele Banfi


Per chi giunge a Trento da Verona in ferrovia l'incontro con la città è segnalato, oltre che dall'inconfondibile profilo del Doss di Trento e dal torreggiare dei campanili e delle residue torri dell'antica cerchia urbana medievale, da un esempio notevole di archeologia industriale: il Mulino Vittoria. In quell'edificio, che sa di Mitteleuropa, avrà sede definitiva la Facoltà di Lettere e Filosofia. La decisione è stata presa dal Consiglio della Facoltà il 18 marzo scorso in modo pressoché unanime (nessun voto contrario; due gli astenuti) ed è giunta dopo un percorso durato anni e condizionato da una serie di eventi, non sempre brillantissimi, che hanno interessato il dibattito cittadino e che, a questo punto, non ritengo necessario ripercorrere.
Dirò, invece, delle ragioni che hanno indirizzato il Consiglio della Facoltà a prendere la decisione definitiva e a rivedere una posizione, inizialmente non favorevole, assunta nel novembre dello scorso anno dal Consiglio del Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche (cui fanno riferimento, nella stragrande maggioranza, docenti e ricercatori della Facoltà di Lettere e Filosofia).
 

"Lavori in corso" al Mulino Vittoria
Le ragioni sono essenzialmente legate ad alcune "novità" che, intorno al progetto della nuova sede della Facoltà al Mulino Vittoria, sono state esposte in modo chiaro dal rettore e dai suoi aediles: la prima risiede nel fatto che il Mulino Vittoria non sarà, nel futuro progetto, uno spazio architettonico isolato rispetto al resto dell'ateneo ma, al contrario, sarà parte di un insieme di "luoghi" strettamente interconnessi: l'erigendo edificio di via Tomaso Gar (che ospiterà la futura grande biblioteca di ateneo), l'area dell'Ortomercato - dove sorgeranno, in una zona ricca di verde e urbanisticamente riqualificata (la nuova "porta" della città rivolta all'Adige), spazi per gli studenti e per i servizi di ateneo - e, naturalmente, l'attuale complesso delle facoltà di pianura (Economia, Giurisprudenza, Sociologia).
La seconda ragione è data dal fatto che, oltre agli spazi del Mulino Vittoria, la futura sede della Facoltà di Lettere e Filosofia fruirà dell'area dell'attuale CTE: per complessivi 8.800 mq. di superficie, il doppio degli attuali mq. a disposizione della Facoltà e numero molto prossimo alla richieste formulate a suo tempo dal Consiglio del Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche (circa 9.000 mq.).
La terza ragione è che, finalmente, grazie ad un accordo, quanto mai opportuno tra Università ed alcuni partners privilegiati, è previsto, per l'edilizia universitaria un consistente finanziamento: la cui prima tranche (30 miliardi), stanziata dalla Provincia, farà partire presto i lavori al Mulino Vittoria.
La quarta ragione è che, all'interno del Mulino Vittoria, oltre alle aule e ai laboratori, sarà ospitata una parte importante della Biblioteca di Facoltà: la sala di consultazione degli strumenti di base per le discipline umanistiche.
La quinta ragione è che la nuova sede risulterà quanto mai funzionale ai futuri bisogni della didattica e della ricerca della Facoltà e del Dipartimento: didattica pensata per i nuovi indirizzi, strettamente connessa con la ricerca e articolata su un progetto in cui i singoli insegnamenti, ricomposti in macro-aree disciplinari, offriranno agli studenti percorsi formativi vari e interessanti.
La sesta ragione - ultima della serie ma non ultima per importanza - è che il budget oggi destinato all'affitto degli spazi dell'ex-Santa Chiara potrà rientrare, in termini di nuove cattedre e di nuove opportunità per la ricerca, a favore della Facoltà e del Dipartimento.
 

Più spazio nel futuro polo