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  ricerca e formazione nell'UE 
Non c'è reciprocità nei programmi Erasmus
Una tesi di laurea evidenzia i problemi di questa istituzione
di Sara Caliari


Un'occhiata alle cifre relative al numero di studenti mobilitati nell'ambito del programma "Erasmus" è sufficiente per dimostrare il crescente successo riscosso dall'Università di Trento nell'ambito di quest'iniziativa comunitaria. Nonostante l'innegabile buona riuscita, con la tesi di laurea Una valutazione del programma Erasmus. Indagine sugli Incoming Students sono stati posti in luce alcuni problemi che andrebbero risolti, se si intendesse rendere l'ateneo trentino sempre più competitivo sul mercato degli studi universitari. L'idea che ha dato vita alla mia tesi, che ha avuto come relatore il prof. Giuseppe Folloni, è nata dall'osservazione dei dati relativi al numero di studenti partecipanti a "Erasmus". Appare subito evidente la crescente divergenza esistente fra il numero di studenti stranieri presenti a Trento nell'ambito di tale programma (Incoming Students) e il numero di studenti mobilitati dall'ateneo trentino verso altre università europee (Outgoing Students); un esempio esauriente viene dall'osservazione delle cifre relative all'ultimo anno accademico: 240 studenti in uscita, contro gli 88 in entrata! Non cogliere il campanello d'allarme insito in questi dati rischia di portare conseguenze spiacevoli in futuro: se la Comunità Europea dovesse applicare il già noto principio di reciprocità anche alle iniziative di mobilità studentesca, l'ateneo trentino rischierebbe di perdere un numero consistente di borse di studio "Erasmus", il che si tradurrebbe in una diminuzione della possibilità di studiare all'estero per un numero piuttosto elevato di studenti; non solo, i vantaggi in termini di immagine e di prestigio di cui gode l'Università di Trento (e potrebbe godere ancor di più in futuro, visto il nuovo panorama europeo) diminuirebbero in modo drastico. Bisogna, quindi, correre ai ripari, e intervenire con una serie di investimenti e di iniziative che, migliorando il servizio offerto agli studenti stranieri, aumentino il numero di quelli che optano per l'ateneo come meta "Erasmus", andando così a colmare la divergenza crescente tra Incoming e Outgoing Students.
 

L'associazione Erasmus Student Network in via Inama
Il discorso centrale è stabilire se e quanto valga la pena di investire sempre più in questo tipo di iniziative comunitarie per accrescere il prestigio dell'ateneo, sia in ambito nazionale, che europeo. Nell'affrontare tale discorso, non si può certo prescindere dall'oggettiva difficoltà di lanciare un ateneo delle dimensioni di Trento e di troppa recente costituzione per poter essere considerato prestigioso al pari di altri tradizionali centri universitari italiani. Ma, d'altro lato, non si deve dimenticare la posizione geografica e il ruolo storico di città mitteleuropea: Trento si può proporre in Europa come un potenziale ponte fra la cultura italiana e le nuova cultura europea. Viviamo oggi in un contesto economico, politico e culturale dove l'apertura verso l'esterno, ed in particolare verso l'Europa, risulta essere sempre più importante; è in considerazione di questi presupposti che va perorata la causa relativa al crescente investimento in programmi internazionali del calibro di "Erasmus".  

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