unitn. n°73 Università degli Studi di Trento

politiche di ateneo


Università e scuola: una sinergia possibile
Gli obiettivi e i progetti del prorettore Carlo Buzzi
intervista di Paolo Bari

Paolo Bari Rafforzare i legami fra università e scuola per migliorare la formazione dei giovani. Questo l'obiettivo strategico di Carlo Buzzi, prorettore con delega per i rapporti con la scuola e l'orientamento universitario. Esperto di questioni giovanili, dal marzo scorso Buzzi ha assunto questo nuovo incarico.





Che tipo di mandato ha ricevuto?
Si tratta della naturale estensione del precedente incarico di delegato per l'orientamento, cioè quello che riguardava il passaggio dalle scuole superiori all'università. Non basta infatti accompagnare quel passaggio, ma bisogna seguire i rapporti con la scuola in tutta la loro complessità. Il mio compito sarà pertanto quello di facilitare e di migliorare le relazioni fra questi due mondi - così vicini e nel contempo così lontani - perché interagiscano e dialoghino nel migliore dei modi.

Qual è la situazione attuale?
Da una prima ricognizione sono emersi rapporti intensi e molto estesi, ma non ben organizzati e sistematici. Una delle mie prime iniziative è stata proprio quella di effettuare un censimento delle attività e dei progetti in corso assieme alle scuole. Le risposte sono state incoraggianti: vi è stato un sorprendente numero di segnalazioni, alcune già conosciute, altre poco visibili, alcune brevi e contingenti, altre più continuative. Il lavoro svolto in comune avrà presto maggiore visibilità.

Con quali obiettivi?
Innanzi tutto diffondere le positive esperienze già realizzate, in maniera da valorizzare i risultati ottenuti e diffondere le buone pratiche. In secondo luogo capire cosa non abbiamo fatto e individuare gli ambiti di intervento rimasti finora scoperti.

L'orientamento rimane peraltro un settore privilegiato di intervento.
Sì, in questo settore il dialogo fra scuola e università è necessario perché si deve giungere a un sistematico incontro fra questi due mondi. Iscriversi a un corso di laurea richiede competenze trasversali di base e altre più specifiche. Vogliamo individuare meglio queste competenze per facilitare il passaggio degli studenti delle superiori all'università. Un importante obiettivo consisterà nel definire il profilo dello studente in uscita dalle superiori e in entrata all'università, un progetto finora realizzato soltanto in pochi ambiti disciplinari specifici. Dobbiamo costruire tale profilo in relazione alle competenze trasversali quali per esempio l'analisi e la lettura di un testo. In questo senso la collaborazione con l'Iprase è fondamentale. Vogliamo inoltre predisporre test di autovalutazione che consentano ai giovani di capire quali competenze hanno acquisito e quali strumenti possiedono per decodificare la realtà.

Mi permetta una considerazione. Il livello di preparazione degli studenti sembra essersi abbassato.
Sì, è innegabile che all'università giungano studenti meno preparati. Ma, prima di tutto, va precisato che in Trentino la base di partenza è buona, come dimostrato da recenti indagini internazionali di tipo comparativo. Va inoltre sottolineato che una volta si iscriveva all'università un ridotto numero di giovani (più o meno il 50% dei diplomati, che già rappresentavano una quota esigua dei giovani) mentre in pochi anni si è raggiunto il 70% di una base molto più ampia. Non più frequentata solo da un'élite, l'università deve scontare un abbassamento della qualità. In passato la scuola forniva delle competenze funzionali ad una società meno complessa, oggi le competenze necessarie sono più ampie. Scuola e università devono pertanto pensare a una diversa formazione dei giovani.

Torniamo alle questioni iniziali: un orientamento solo informativo sembra piuttosto riduttivo.
Certo, è un tipo di orientamento ancora necessario ma non sufficiente. E infatti l'Università di Trento non si limita a questo. Numerose iniziative sono in corso: penso ai seminari tematici che forniscono agli studenti delle superiori il senso di quello che si fa nelle diverse facoltà oppure al progetto Orientamat o ancora alle attività relative alla definizione di nuove strategie per l'insegnamento della storia e delle lingue straniere. Per coordinare tali iniziative esiste un tavolo di delegati di facoltà che si incontrano almeno una volta al mese, un esempio piuttosto raro di stretta collaborazione tra facoltà.

Quali saranno le prossime mete?
Da una parte l'internazionalizzazione dell'orientamento, perché vogliamo che l'Università di Trento sia sempre più conosciuta all'estero, e dall'altra l'orientamento alle lauree specialistiche e, più in generale, al post laurea, settori al centro di due recenti iniziative. E in ogni caso vi è ancora molto da lavorare sulle scelte degli studenti, che spesso si esprimono in modo poco consapevole.

Passiamo ad un altro argomento; l'università è poco attiva nell'ambito della ricerca didattica, un settore dove la collaborazione con le scuole potrebbe essere importante.
Il sapere continua a modificarsi in modo rapido e anche i giovani sono cambiati. Le strategie didattiche devono essere riviste perché si rivelano ormai obsolete e arretrate. Per giungere a una didattica efficace ed efficiente dobbiamo per prima cosa interrogarci sul significato dell'insegnamento. Su questo versante possiamo attivare significative collaborazioni.

Per esempio nell'ambito della formazione dei docenti.
Sì, è vero. E infatti presto dovremo attivare lauree magistrali per l'insegnamento in grado di rispondere alle esigenze del territorio e delle scuole di ogni ordine e grado. Lo stesso assessore provinciale Salvaterra ha auspicato la firma di un accordo con l'università per avviare forme sistematiche di aggiornamento degli insegnanti. Infine un traguardo importante a cui le due istituzioni stanno lavorando è la costituzione di un centro, uno spazio comune dove scuola e università possano incontrarsi e coordinarsi con maggiore facilità per l'innovazione e lo sviluppo del sistema formativo.

Carlo BuzziCarlo Buzzi è stato delegato del rettore per l'orientamento dal 1999 al 2004 ed è prorettore con delega ai rapporti con la scuola e l'orientamento universitario dal 2005. Nato a Lugano nel 1947, è professore associato e insegna Metodologia delle Scienze sociali, presso la laurea triennale di Sociologia, e Generazioni e differenze di età presso la laurea specialistica in Sociologia e ricerca sociale. È inoltre membro del collegio dei docenti della scuola di dottorato in Sociologia e ricerca sociale. Afferisce al Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale nell'ambito del quale è responsabile dell'area di ricerca: processi culturali, comunicazione, socializzazione.
I principali temi di indagine teorica ed empirica hanno riguardato le politiche della scuola, i processi formativi, le metodologie tese alla riduzione del disagio scolastico, la cultura giovanile, la transizione ai ruoli adulti. In particolare, dal 1992, è tra i curatori dell'indagine quadriennale dell'Istituto Iard sulla condizione giovanile italiana. È membro di numerosi comitati scientifici di istituti di ricerca e di riviste che trattano le problematiche evolutive delle nuove generazioni. Presidente del Comitato scientifico dell'Iprase del Trentino fino al 2004, è diventato recentemente responsabile dell'Osservatorio Giovanile Iprase.
Un elenco aggiornato delle sue pubblicazioni è disponibile su http://polaris.unitn.it.