unitn. n°72 Università degli Studi di Trento

mostre


I giochi di Einstein
Una mostra interattiva realizzata dall'Università di Trento e dal Museo Tridentino di Scienze Naturali
di Stefano Oss

Stefano OssÈ un anniversario importante per la fisica, il 2005. Lo è anche per l'umanità tutta: cento anni orsono un ventiseienne impiegato all'ufficio brevetti di Berna, tale Albert Einstein, scriveva e pubblicava una serie di lavori che avrebbero in breve tempo scosso la comunità scientifica. Il giovane studioso, noto al pubblico per l'aspetto trasandato ed i tratti umani complessi ma pacifici, riusciva a spiegare in termini rivoluzionari la natura corpuscolare della luce, l'esistenza degli atomi ed il comportamento delle leggi della fisica ad altissime velocità. Ciascuno di questi argomenti sarebbe stato degno di un premio Nobel, anche se il riconoscimento sarebbe giunto nel 1921 solo per il primo di questi contributi (dedicato al cosiddetto "effetto fotoelettrico", ossia allo studio della natura corpuscolare della luce. Il premio non fu conferito, come a volte si sente raccontare, per la teoria della relatività).
La produttività scientifica di Einstein non si ferma a questi tre capolavori e spazia rivolgendosi a molte altre tematiche. La cosiddetta fisica quantistica o ondulatoria, che permette di descrivere il comportamento di atomi e molecole e di innumerevoli altri fenomeni, si stabilizza attorno al 1926 ma evolve anche grazie al contributo di Einstein, soprattutto per quanto riguarda la complessa interpretazione di questa teoria. Attorno al 1915 viene messa a punto anche la teoria della relatività generale che permette di descrivere per la prima volta la natura "geometrica" della gravitazione universale. Questi argomenti, apparentemente astrusi e comunque riservati a pochi addetti ai lavori, sono in realtà alla base di tecnologie ed applicazioni di insostituibile utilità ed attualità ai giorni nostri. Dalle telecomunicazioni digitali alla microelettronica, dalla diagnostica medica alla chimica moderna, dalle nanotecnologie al laser, la nostra società si riferisce sistematicamente a strumenti ed oggetti che trovano spiegazione fondamentale nelle teorie di origine einsteiniana.

L'effetto fotoelettrico e la sua spiegazione rivoluzionaria conduce Einstein al premio NobelTutto il mondo commemora la figura e l'opera del grande scienziato e degli studiosi che lo hanno accompagnato in questo mirabile viaggio attraverso il mondo piccolissimo degli atomi e quello immenso del cosmo. Anche a Trento l'anno mirabile di Einstein viene ricordato con una serie di eventi, il più importante dei quali è la mostra interattiva I giochi di Einstein ospitata presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali e progettata e realizzata dal Laboratorio di Comunicazione delle scienze fisiche del Dipartimento di Fisica in cooperazione con il personale dello stesso museo, che ha finanziato anche la maggior parte delle spese di realizzazione dell'evento.
Il gruppo di ricerca dell'università ha voluto ideare un percorso espositivo che dal 12 marzo scorso (dopo un intero anno di lavoro) è stato aperto al pubblico ed alle scuole e che propone un viaggio immaginario in compagnia del pensiero di Einstein attraversando le tappe più importanti della sua vita scientifica ed umana. Il titolo stesso della mostra fa intuire che la scienza esoterica ed astratta lascia il passo ad un approccio più vicino alle esigenze di un pubblico spontaneo, curioso, disponibile agli stimoli della scoperta e della visione di fenomeni interessanti, nuovi, imprevedibili.

La centrifuga che permette di osservare l'effetto di forze apparenti e di scoprire la relatività classicaParlare di fisica moderna, delle idee e delle teorie del secolo scorso è possibile, anzi auspicabile, in termini corretti ma non necessariamente difficili e noiosi. Il gioco, inteso come scoperta di affascinanti ed imprevedibili meccanismi nascosti, è la linea guida del percorso. Idee complesse come il "dualismo onda-particella" (le onde e la materia non sono necessariamente aspetti separati e disgiunti dell'universo che ci circonda, ma convivono in termini di una bizzarra vicenda di doppia personalità) possono essere visualizzate e spiegate con esperimenti dal vivo, nei quali laser ed onde sonore, elettromagnetiche, meccaniche, elettroniche si susseguono affascinando i visitatori. I modelli di atomi sono a volte ricondotti a giochi insospettabili (minigolf, tiri al bersaglio), mentre le meraviglie dei principi e delle teorie della relatività vengono narrati a bordo di un trenino in corsa. Un autobus con finestrini computerizzati che viaggia a velocità vicine a quelle della luce permette di osservare un paesaggio distorto ed imprevedibile.
Il percorso espositivo comprende più di 50 fra postazioni, pannelli, simulazioni al computer. Particolare attenzione è stata rivolta ai modi di narrare le tappe della mostra ad un pubblico scolastico, di ogni età, dalle scuole elementari fino all'università. Sono stati attivati a questo scopo gruppi di lavoro di docenti esperti per calibrare l'intervento degli operatori didattici in funzione dell'età e delle esigenze specifiche degli studenti in visita. Un catalogo illustrato raccoglie tutte le spiegazioni e le immagini degli apparati utilizzati nella mostra, che rimarrà aperta fino al 30 ottobre 2005.

Sopra: L'effetto fotoelettrico e la sua spiegazione rivoluzionaria conduce Einstein al premio Nobel.

A destra: La centrifuga che permette di osservare l'effetto di forze "apparenti" e di scoprire la relatività classica.


Il Laboratorio di Comunicazione delle scienze fisiche del Dipartimento di Fisica è composto da Stefano Oss, Luigi Gratton, Silvia Defrancesco, Fabrizio Logiurato e Beniamino Danese.