unitn. n°72 Università degli Studi di Trento

tesi di laurea


Cultura della morte e civiltà dei vivi
Scavi archeologici nella regione tunisina di Dougga
di Silvia Maurelli

sito 61, presso l'oued Khalled, l'edificio numidicoTra il 1994 e il 1999 l'Università di Trento ha realizzato un progetto di survey e scavo nella regione tunisina di Dougga, documentando su 150 kmq 545 siti dei quali 35 ospitanti monumenti funerari databili tra l'età preromana e il VII secolo d.C.
Scarsamente rappresentata a livello ceramico e numismatico, limitata a rare vestigia architettoniche urbane, la fase preromana (fino al 40 a.C.) è risultata invece ben testimoniata da un cospicuo numero di sepolture che suggeriscono, per quantità e collocazione, l'ampia densità di una popolazione sedentaria, abitante in agglomerati sorti già in epoca prepunica. Tra queste tombe spiccano: 78 dolmen, probabili sepolture collettive di famiglie o clan e markers territoriali; 12 haouanet, camere sepolcrali scavate nella roccia ad altezze spesso difficilmente accessibili e in origine "mimetizzate" da lastre di chiusura, forse riservate a famiglie o membri di classi sociali privilegiate e il celebre mausoleo turriforme di Thugga, per la sua imponenza (21 m di altezza) e il suo apparato ornamentale, eclatante esempio di forza, ricchezza e grado di ellenizzazione raggiunti dai Numidi alla metà del II secolo a.C.

Di particolare importanza per l'età romana (fino al 430/450 d.C.) il ritrovamento di 28 segnacoli funerari, soprattutto stele e cippi, dotati di 32 epitaffi totali che, rinvenuti spesso presso fattorie, hanno permesso di ricostruire un'ipotetica mappa di distribuzione dei possedimenti di alcune famiglie elitarie della zona. Il rinvenimento inoltre di 3 mausolei monumentali, eretti verosimilmente presso i confini di proprietà quali simboli di eredità e genealogia, mette in luce il legame mantenuto post mortem con le terre abitate in vita da ricchi proprietari fondiari e allo stesso tempo il desiderio di questi ultimi di profilarsi diversamente fra di loro, al fine di costruirsi un'identità sociale e definire la propria posizione nella comunità; essi prediligevano, infatti, tombe di tipo quanto più possibile originale, ubicandole in posizioni preminenti e di sicuro impatto visivo, come il sepolcro di C. Remmius Sallustianus, che, privo di prototipi o modelli, guarda teatralmente verso Dougga e unisce sepolcro e cisterne.
Lo scavo presso Aïn Wassel ha restituito infine una tomba in cista litica di età bizantina (entro il 650 d.C.), alloggiante lo scheletro di un maschio adulto in decubito dorsale allungato e, sotto la sua tibia destra, un chiodo in ferro con probabile funzione apotropaica, a "fissare" il morto nella sua nuova condizione e a difenderne l'integrità del corpo e della sepoltura da eventuali profanatori.

Silvia MaurelliSilvia Maurelli si è laureata in Lettere classiche (corso di laurea quadriennale) il 23 marzo 2005 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento con una tesi dal titolo Cultura della morte e civiltà dei vivi nel territorio di Dougga (Tunisia): un'analisi regionale (relatore Mariette de Vos Raaijmakers; correlatore Elvira Migliario).



In alto a destra: sito 61, presso l'oued Khalled, l'edificio numidico.