unitn. n°70 Università degli Studi di Trento

politiche di ateneo


Dalla doppia laurea ai progetti col Cile
Il prorettore Antonio Scaglia parla dei rapporti dell'ateneo con Europa, America Latina e Africa
intervista di Marinella Daidone

Marinella DaidoneDopo l'intervista alla professoressa Carla Locatelli, prorettore per il coordinamento dei rapporti internazionali con il Nord America, l'Asia e l'Oceania, pubblicata sullo scorso numero di Unitn, la rubrica "politiche di ateneo" prosegue con l'intervista al professor Antonio Scaglia, prorettore per il coordinamento dei rapporti internazionali con l'Europa, l'America Latina e l'Africa.



Professor Scaglia, che ruolo svolge l'internazionalizzazione nell'ambito della politica di ateneo?
Per l'Università di Trento l'internazionalizzazione, che coinvolge sia la didattica che la ricerca, rappresenta una delle priorità: da un lato perché riteniamo che la formazione scientifica sia per sua natura internazionale e in secondo luogo perché il confronto con altre scuole accademiche è indispensabile per garantire al lavoro scientifico la qualità che proviene dalla sinergia e dal confronto con la comunità accademica internazionale. D'altra parte i risultati ci danno ragione: le esperienze del programma Erasmus, del progetto doppie lauree ed i progetti internazionali di ricerca hanno dimostrato che la qualità della formazione e gli alti standard di ricerca sono potenziati dalla dimensione internazionale delle iniziative.

Nell'indagine AlmaLaurea sui laureati 2003, Trento è al primo posto tra gli atenei italiani, con una media del 18,9 contro la media nazionale dell'8,5, per numero di laureati che hanno avuto esperienze di studio all'estero con programmi dell'Unione Europea. A cosa si deve questo ottimo risultato? Ci sono ulteriori margini di miglioramento?
Questo risultato è legato a molteplici fattori. È certamente importante che l'Università di Trento abbia posto questo obiettivo come prioritario; inoltre non va sottovalutato il fatto che l'ateneo ha nella varie facoltà e nei dipartimenti un numero consistente di docenti con relazioni scientifiche internazionali. L'indagine AlmaLaurea ci dimostra che è stato premiato l'impegno dell'ateneo nello stabilire accordi e nel lanciare nuovi programmi internazionali, in particolare quelli di doppia laurea, che hanno rafforzato gli scambi con l'estero e specialmente con i paesi dell'Unione Europea, come emerge dalle percentuali citate. L'ateneo di Trento si avvia a considerare la dimensione internazionale come una dimensione strutturale della formazione accademica e della ricerca. Passare da una tendenza ad una reale dimensione strutturale esige ancora molto impegno.

Un gruppo di studenti delle Università di Dresda e di Freiberg a Trento per la doppia laureaGli accordi di doppia laurea sono uno dei punti qualificanti della politica internazionale dell'ateneo. È previsto un ulteriore sviluppo di questi programmi?
Il programma di doppia laurea è considerato un modello che dobbiamo estendere potenzialmente a tutti i corsi di laurea in modo da far sì che l'esperienza di Erasmus trovi in questa dimensione il proprio completamento. Va precisato che la doppia laurea ha un significato qualitativamente e sostanzialmente diverso dal programma Erasmus in quanto i curricula degli studi sono condotti in modo tale da esigere che gli studenti entrino nelle università ospitanti a pieno titolo al pari degli altri studenti di quella università. Gli studenti seguono i corsi di studi previsti dell'università straniera, pertanto prevalentemente nella lingua di quel paese, si sottopongono alle prove di verifica del profitto e nel contempo imparano a conoscere il sistema universitario del paese che li ospita e le modalità scientifico-culturali che connotano le università straniere. Tornano con una formazione effettivamente doppia, nel senso che conoscono e hanno percorso il curriculum degli studi presso entrambe le università, meritando il doppio titolo e arricchendosi di un’esperienza che li trasforma in studenti universitari europei.

Quali sono i principali progetti che vorrebbe realizzare durante il suo incarico?
Il disegno progettuale prevede di implementare alcuni programmi, come quello della doppia laurea, facendo in modo che trovino una configurazione strutturale più ampia nell'ambito della dimensione europea affiancando all'esperienza formativa qualificate collaborazioni nell'ambito della ricerca. Questo in particolare per l'Europa, intesa nella sua attuale ampia dimensione.
Vi sono poi progetti specifici che riguardano l'America Latina con la quale abbiamo già in corso non poche iniziative; in questo caso si tratta di realizzare una serie di progetti strutturali, a sostegno di progetti formativi e di ricerca significativi, intorno ai quali le iniziative specifiche debbono rinserrarsi e far riferimento. La stessa cosa vale anche per l'Africa, dove i rapporti che abbiamo in essere verranno a concretizzarsi in alcuni progetti formativi e di ricerca, alcuni dei quali sono già in essere ed altri che sono in avanzata fase progettuale, come ad esempio un master in sviluppo locale al quale partecipano università di alcuni paesi sudafricani. È inoltre già in fase avanzata la cooperazione con altri stati africani ad iniziare dal Senegal. In Nord Africa, particolarmente in Tunisia, ha raggiunto brillanti risultati un progetto di ricerca archeologica.
Obiettivo principale delle forme di cooperazione è la creazione di accordi e l'attivazione di curricula formativi per il conseguimento di titoli accademici congiunti o doppi titoli, oltre alla partecipazione a progetti comuni di ricerca, estendendo gli accordi anche ai dottorati.

Lei è stato in Cile lo scorso gennaio. Qual era lo scopo della sua visita?
In Cile ha avuto luogo, in gennaio, un Forum delle università italiane, latino-americane e cilene, Forum che ha visto anche la partecipazione delle imprese italiane e cilene, dando così al binomio università-impresa una connotazione del tutto specifica.
È stata l'occasione per mettere a punto anche alcuni progetti già in corso e che diventeranno parte della rete di progetti di cooperazione con l'America Latina. In particolare abbiamo un rapporto già avviato con l'Università Cattolica di Santiago per un progetto che riguarda l'etnia Mapuche, una minoranza molto consistente in quel paese, e un'altra iniziativa relativa a una ricerca sul tentativo di sperimentare un progetto a livello comunitario di sviluppo locale, studiando e coinvolgendo le popolazioni immigrate in Cile provenienti da paesi di lingua italiana e di lingua tedesca

Sopra: Un gruppo di studenti delle Università di Dresda e di Freiberg a Trento per la doppia laurea

Antonio ScagliaAntonio Scaglia è preside della Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento dal 1999 e prorettore con delega al coordinamento delle attività svolte in ambito universitario nei diversi settori inerenti le relazioni internazionali (Europa, America Latina e Africa) dal 2004.
Dal 1994 è professore ordinario di sociologia generale presso la Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento. È stato direttore del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dello stesso ateneo dal 1996 al 1999.
Antonio Scaglia ha ricoperto incarichi accademici all'estero: professore associato presso l'Istituto di Scienze Sociali dell'Università di Reims dal 1984 al 1989; all'Università Leopold Franzens di Innsbruck è professore di Sociologia presso la Facoltà di Ingegneria e Architettura dal 1988 e, dal 1993, Gastprofessor presso l'Istituto di Sociologia. Nel 2000-2001 è stato inoltre titolare delle Otto von Freising Vorlesungen all'Università di Eichstätt.
Dal 1975 è vice presidente dell'International Association for Community Development / Association Internationale du Développement et de l'action communautaire, dal 1990 è presidente dell'Associazione italo-tedesca di Sociologia che pubblica gli Annali di Sociologia, dal 1996 è presidente del Centro Studi di psicoanalisi applicata Gradiva. Dal 1994 al 1997 è stato infine presidente della Commissione Cultura della Comunità di lavoro Alpe Adria e nel 2002 chairman del Subject Committee Humanities and Social Sciences del Campus Europae University Network, Lussemburgo.
Un elenco aggiornato delle sue pubblicazioni è disponibile su http://polaris.unitn.it