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  mostra   

Di Verde Natura

intervista di Francesca Menna a Lorenzo Menguzzato
Ll'opera di LOME, Arena di Palma “Salsa de Hombre”, 90x120, 1995/1999.

LOME, trentino, 37 anni e alle spalle già un buon numero di lavori e di mostre. Quella all’Università però è la prima mostra personale antologica nella tua città… .
Sì, e anche per questo è stata per me un’esperienza importante. Il rapporto con la propria città è molto particolare: la gente della tua città ti conosce, ti vede passare con i lavori sotto braccio, nasce una certa curiosità. Ho voluto che questa mostra fosse un viaggio attraverso 20-25 anni di lavoro per raccontare il percorso che mi ha portato oggi a creare un certo tipo di opere.
Ho visto molta gente sorpresa nel visitare la mostra, qualcuno ha scoperto cose che non conosceva e non immaginava: a volte si viene riconosciuti per un lavoro, ma si ignora la ricerca che sta dietro a quel risultato.
La tua arte nasce più da fuori o più da dentro? È una interpretazione della realtà o una rappresentazione del tuo mondo interiore?
È la somma di queste due cose. Il titolo stesso della mostra Di Verde Natura, che è anche il titolo di una serie di dipinti, sta a significare che la natura è per me un modello, un esempio da seguire e da imitare, nel senso non solo veristico ma anche esemplare: la sua cadenza ripetuta, la sua capacità di superare ostacoli naturali e crearsi spazi artificiali. Io amo vivere a contatto con la natura e osservare ciò che mi circonda. A volte un albero sembra morto, ma poi rinasce con l’arrivo della primavera. Succede così anche nella vita: anche gli uomini spesso si sentono senza vita, ma poi succede qualcosa e subito ci si rimette in gioco e si ritrova l’entusiasmo.
Che significato ha per te un’opera?
Un’opera non deve spiegare assolutamente nulla, anzi deve creare domande. Una vera opera d’arte crea una domanda aperta. Un’opera poi non deve essere soltanto rappresentativa, ma deve avere una valenza poetica.
A proposito di poesia, LOME è conosciuto anche per l’originale Bosco dei poeti. Com’è nata questa idea?
L’idea è nata quando la mia famiglia ha acquisito due montagne nella zona di Dolcè, in Veneto. Volevamo curare queste montagne alle quali erano state inferte diverse ferite, dall’apertura di una cava al deposito di materiali inquinanti. Abbiamo quindi dato vita a un’operazione di recupero e miglioramento del bosco e abbiamo aperto dei sentieri per fare passeggiate e mettere le persone in contatto con la natura. L’amore per la poesia mi ha infine portato a contattare grandi nomi della poesia e dell’arte italiane ai quali ho chiesto di cimentarsi con il tema del bosco e della natura. Ne sono scaturiti molti lavori interessanti. Il bosco conta oggi circa 150 artisti e 500 lavori dislocati lungo i suoi sentieri.

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