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  università senza barriere  

Alta tecnologia al servizio dei disabili
La domotica entra negli appartamenti dell’Opera Universitaria
di Katia Ruaben  



Due piccoli monolocali in centro, con la vista su piazza Garzetti e sulle mura antiche di Trento, sono diventati grazie all’intervento dell’Opera Universitaria appartamenti attrezzati per disabili con le più moderne tecnologie della domotica.
L’utilizzo di elementi di arredo con movimentazioni meccaniche, questa è in estrema sintesi la domotica, che permette ad esempio di avere un piano cottura che si abbassa e si avvicina a chi lo utilizza, pensiamo ad uno studente su una sedia a rotelle, oppure di appendere i propri vestiti su barre appendiabiti che cambiano altezza e posizione.
Anche le tende di questi locali si aprono e chiudono grazie ad un movimento meccanico e i sanitari si spostano a seconda dell’altezza di chi li utilizza.
Con un telecomando si controllano facilmente tutte le movimentazioni delle porte e delle finestre. Gli elementi di arredo e gli accessori hanno un proprio comando a pulsante, eventualmente telecomadabile.
“Non immaginiamo però un appartamento asettico”- ci informa l’architetto Ondina Rossi che ha curato la progettazione - “siamo riusciti con un grande lavoro di ricerca a trovare mobili ed accessori belli esteticamente oltre che funzionali”. Quindi le mensole, che si avvicinano per facilitare chi vuole prendere qualcosa, rispondono ai dettami del più moderno design e il letto, pur avendo dei sofisticati congegni, è rivestito in legno. L’impressione che si ha è quella di un appartamento come tanti altri, scelto secondo il gusto di chi lo abita.
Un gruppo di continuità permette l’erogazione della corrente anche in caso di interruzioni improvvise, proprio perché quasi tutto dipende da una alimentazione elettrica e per garantire la sicurezza in ogni situazione.
“Questi due alloggi rappresentano” - ci spiega ancora l’architetto Rossi - “l’occasione per dare una risposta concreta ad una fascia di studenti disabili come occasione di vita autonoma. Abbiamo per forza di cose dovuto fare delle scelte che chiamerei di tipo trasversale, cioè rendere gli appartamenti adatti a chi soffre tipologie di disagio motorio diverse tra loro, perché possano nel futuro essere occupati con vantaggio da parte di molte persone.”
Il progetto rappresenta un primo passo verso la realizzazione di altre strutture di questo tipo nel complesso di residenze universitarie di San Bartolomeo di prossima realizzazione ed è anche una sperimentazione, che serve per capire come avviene il concreto utilizzo di queste tecnologie. Gli appartamenti sono già abitati da ottobre e agli “inquilini pioneri” è stato chiesto di tenere una sorta di diario di bordo per capire come si trovano nel monolocale, per sapere se le scelte fatte rendano l’appartamento effettivamente vivibile ed accogliente oltre che estremamente funzionale.

 


 

L’architetto Ondina Rossi ha competenze di progettazione, con particolare esperienza nel campo delle ristrutturazioni e risanamenti edilizi. Da qualche anno svolge anche attività come consulente esterno per l’Opera Universitaria di Trento con specifica attenzione per gli interni delle residenze universitarie. È nell’ambito di questa esperienza che è cresciuta e maturata una competenza mirata alla domotica.