no58

  convegni  

Professione musicista
Una ricerca sulle attività legate alla musica
di Rossana Dalmonte

 

Quali e quante sono le persone in qualche modo coinvolte in attività musicali nella provincia di Trento  Sono più o meno oggi rispetto al passato? Sono più o meno rispetto ad altre realtà territoriali paragonabili alla nostra?
Questi sono stati i quesiti-guida che hanno occupato una decina di ricercatori durante gli ultimi due anni nell’ambito di un’attività svolta presso il Dipartimento di Scienze filologiche e storiche dell’Università e presso il Conservatorio “F.A.Bonporti” con il contributo finanziario della Provincia Autonoma di Trento.
L’obiettivo comune era quello di conoscere la collocazione sociale dei musicisti professionisti e la natura di altri tipi di attività che presuppongono un commercio con la musica, senza che essa divenga occupazione primaria. Lo scopo principale della ricerca era avvicinato da due diverse prospettive: alcuni ricercatori - una volta ottenuto un quadro generale soddisfacente - si sono chiesti se in altri paesi la situazione fosse paragonabile, e quali suggerimenti si potessero cogliere, eventualmente, dal confronto. Altri, invece, hanno inserito il discorso sull’oggi in un panorama storico volto ad illustrare le peculiarità attuali di una particolare professione musicale o di quelle solo parzialmente correlate alla musica. Il quadro così ottenuto è stato presentato e discusso, nei giorni 26 e 27 settembre, con ospiti invitati da altre regioni nel corso di cinque tavole rotonde che ripercorrevano le tappe della ricerca: Il compositore, L’operatore musicale, L’animatore musicale, L’interprete, Il musicista pop.
I risultati della ricerca verranno pubblicati in due volumi della collana “Labirinti” del Dipartimento di Scienze filologiche e storiche, mentre degli accesi dibattiti di fine settembre rimarrà solo il ricordo in coloro che vi hanno partecipato, da attori o da spettatori. Personalmente ricordo con precisione che tutte e cinque le tavole rotonde si sono concluse con un “rilancio”, vuoi per approfondire il vecchio tema delle professioni “ufficiali”, vuoi per capire di più il rapporto fra la vita quotidiana e la musica per coloro che non ne fanno la professione primaria. Temi vecchi come il mondo, si dirà, ma proprio per questo bisognosi di essere riformulati e ridiscussi ad ogni cambio di stagione generazionale ed ideologica.
Eppure nelle intenzioni dei ricercatori il quadro sembrava essere esaustivo. Ma davvero ci abbiamo creduto? Sappiamo tutti che la “realtà” è indescrivibile e che quella parte registrata in un preciso momento è stata filtrata da coloro che l’hanno ritratta, anche se l’intento era il più neutro possibile.
Il pubblico smaliziato è ben consapevole di ciò e siccome sa che i “testimoni diretti” sono spesso i peggiori relatori, dopo aver ascoltato i nostri discorsi ed aver letto i nostri libri, si farà della realtà musicale trentina un’immagine sua propria, nella quale la sua esperienza verrà coniugata con le informazioni ricevute da più parti ed anche con i risultati di questa ricerca. Di solito - e magari anche questa volta succederà così - si tratta di un’immagine fatta a somiglianza del soggetto, per cui nella fattispecie si avranno tante immagini della musica in Trentino quanti sono coloro che si porranno il problema: esperti di informatica, commercianti al minuto, odontoiatri o casalinghe, melomani o rockettari, coristi o restauratori, e perfino musicisti d.o.c. leggeranno i nostri risultati dal loro punto di vista e li rielaboreranno a piacimento.
Niente di male in tutto ciò, anzi ben venga la riflessione di riflesso, comunque essa sia formulata.
L’inconveniente è che gli appartenenti ad una “categoria” di solito comunicano preferibilmente con i loro simili, per cui le varie immagini della musica in Trentino difficilmente verranno a confronto ed ancor più difficilmente si mescoleranno.
Se invece pecchiamo di pessimismo e - al contrario - qualcosa si è riusciti a mettere in moto, lo si vedrà presto. Saranno gli “esclusi”, coloro che la ricerca ha lasciato ai margini (per mancanza di tempo, per limitatezza di competenze) che rilanceranno la partita, magari provocatoriamente: chi può dire che le professioni in qualche modo collegate alla musica siano solo quelle di cui avete parlato “voi”? Ad esempio, perché non avete parlato di coloro che battono il tempo nelle gare universitarie di dragon boat sul lago di Caldonazzo? Eppure non si può dire che non sia un’attività collegata alla musica, né che sia da considerare di livello basso, dal momento che personaggi illustri dell’ateneo l’hanno fatta propria con slancio e convinzione. E così via...
Chissà, forse davvero la partita è solo alla prima mano e dovrà continuare in una prossima puntata.