Professione musicista
Una ricerca sulle attività legate alla musica
di Rossana Dalmonte
Quali e quante sono le persone in qualche modo coinvolte
in attività musicali nella provincia di Trento Sono più o meno oggi rispetto al passato? Sono
più o meno rispetto ad altre realtà territoriali paragonabili alla nostra?
Questi sono stati i quesiti-guida che hanno occupato una decina di ricercatori durante gli ultimi due anni
nell’ambito di un’attività svolta presso il Dipartimento di Scienze filologiche e
storiche dell’Università e presso il Conservatorio “F.A.Bonporti” con il contributo finanziario della Provincia
Autonoma di Trento.
L’obiettivo comune era quello di conoscere la collocazione sociale dei musicisti professionisti e la natura di
altri tipi di attività che presuppongono un commercio con la musica, senza che essa divenga occupazione
primaria. Lo scopo principale della ricerca era avvicinato da due diverse prospettive:
alcuni ricercatori - una volta ottenuto un quadro generale soddisfacente - si sono chiesti se in altri paesi
la situazione fosse paragonabile, e quali suggerimenti si potessero cogliere, eventualmente, dal confronto. Altri,
invece, hanno inserito il discorso sull’oggi in un panorama storico volto ad illustrare le peculiarità attuali di
una particolare professione musicale o di quelle solo parzialmente correlate alla musica. Il quadro così ottenuto è
stato presentato e discusso, nei giorni 26 e 27 settembre, con ospiti invitati da altre regioni nel corso di cinque
tavole rotonde che ripercorrevano le tappe della ricerca: Il compositore, L’operatore musicale, L’animatore
musicale, L’interprete, Il musicista pop.
I risultati della ricerca verranno pubblicati in due volumi della collana “Labirinti”
del Dipartimento di Scienze filologiche e storiche, mentre degli accesi dibattiti di fine settembre rimarrà
solo il ricordo in coloro che vi hanno partecipato, da attori o da spettatori. Personalmente ricordo con precisione
che tutte e cinque le tavole rotonde si sono concluse con un “rilancio”, vuoi per approfondire il vecchio tema
delle professioni “ufficiali”, vuoi per capire di più il rapporto fra la vita
quotidiana e la musica per coloro che non ne fanno la professione primaria. Temi vecchi come il mondo, si
dirà, ma proprio per questo bisognosi di essere riformulati e ridiscussi ad ogni cambio di stagione generazionale
ed ideologica.
Eppure nelle intenzioni dei ricercatori il quadro sembrava essere esaustivo. Ma davvero ci abbiamo creduto?
Sappiamo tutti che la “realtà” è indescrivibile e che quella parte registrata
in un preciso momento è stata filtrata da coloro che l’hanno ritratta, anche se l’intento era il più neutro
possibile.
Il pubblico smaliziato è ben consapevole di ciò e siccome sa che i “testimoni
diretti” sono spesso i peggiori relatori, dopo aver ascoltato i nostri discorsi ed aver letto i nostri libri, si
farà della realtà musicale trentina un’immagine sua propria, nella quale la sua esperienza verrà coniugata
con le informazioni ricevute da più parti ed anche con i risultati di questa ricerca. Di solito - e magari anche
questa volta succederà così - si tratta di un’immagine fatta a somiglianza del
soggetto, per cui nella fattispecie si avranno tante immagini della musica in Trentino quanti sono coloro che si
porranno il problema: esperti di informatica, commercianti al minuto, odontoiatri o casalinghe, melomani o
rockettari, coristi o restauratori, e perfino musicisti d.o.c. leggeranno i nostri
risultati dal loro punto di vista e li rielaboreranno a piacimento.
Niente di male in tutto ciò, anzi ben venga la riflessione di riflesso, comunque
essa sia formulata.
L’inconveniente è che gli appartenenti ad una “categoria” di solito comunicano
preferibilmente con i loro simili, per cui le varie immagini della musica in Trentino difficilmente verranno
a confronto ed ancor più difficilmente si mescoleranno.
Se invece pecchiamo di pessimismo e - al contrario - qualcosa si è riusciti a mettere in moto, lo si vedrà
presto. Saranno gli “esclusi”, coloro che la ricerca ha lasciato ai margini (per mancanza
di tempo, per limitatezza di competenze) che rilanceranno la partita, magari provocatoriamente: chi
può dire che le professioni in qualche modo collegate alla musica siano solo quelle di cui avete parlato “voi”?
Ad esempio, perché non avete parlato di coloro che battono il tempo nelle gare universitarie di dragon boat sul
lago di Caldonazzo? Eppure non si può dire che non sia un’attività collegata
alla musica, né che sia da considerare di livello basso, dal momento che personaggi illustri dell’ateneo
l’hanno fatta propria con slancio e convinzione. E così via...
Chissà, forse davvero la partita è solo alla prima mano e dovrà continuare in una prossima puntata.
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