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  convegni  

Per i 70 anni di Axel Leijonhufvud
Un convegno sull’instabilità macroeconomica
di Roberto Tamborini*

 

Dieci anni orsono giungeva a Trento, come docente della Facoltà e del Dipartimento di Economia, Axel Leijonhufvud, uno dei più noti e importanti economisti contemporanei. Insieme a questa significativa ricorrenza per la nostra comunità scientifica, quest’anno cade anche il settantesimo compleanno di Leijonhufvud. Questa doppia coincidenza è stata per noi l’occasione per celebrare sia una brillante e prestigiosa carriera scientifica, sia un decennio di feconda collaborazione e cordiale amicizia. Svedese di nascita, statunitense di adozione, chiamato da amici, colleghi e allievi solo per nome, provvidenzialmente breve e semplice, Axel raggiunse immediatamente la notorietà internazionale con la pubblicazione, nel 1968, della sua tesi di dottorato On Keynesian economics and the economics of Keynes (L’economia keynesiana e l’economia di Keynes). Quest’opera, con alcuni articoli che la seguirono, costituisce ancora oggi una pietra miliare, non solo nell’interpretazione di uno degli economisti più profondi e complessi del XX secolo, ma anche nella teoria delle interrelazioni tra molteplici agenti economici e mercati. Un approccio che è oggi al centro della teoria economica più avanzata. Nel corso degli anni Ottanta lo scontro metodologico sui fondamenti della teoria economica, e in particolare sui fondamenti della macroeconomia, divenne particolarmente acuto. Per comprendere se, come e in quale misura molteplici agenti economici che prendono complesse decisioni su molti mercati interdipendenti possano produrre risultati economicamente e socialmente desiderabili, Axel contribuì con energia ad un programma di ricerca ispirato più al maestro di Keynes, Alfred Marshall, che al padre dell’equilibrio economico generale, Léon Walras, e aperto ai contributi di Herbert Simon sui limiti cognitivi umani in alternativa al paradigma di perfetta razionalità propugnato dall’astro nascente dalla nuova scuola di Chicago, Robert Lucas. In questo contesto si colloca l’arrivo di Axel in Italia e la sua collaborazione con diversi gruppi di ricerca, prima a Siena e poi a Trento. All’inizio degli anni Novanta, Axel trovò a Trento un terreno embrionale, ma fertile, per i suoi interessi di ricerca su razionalità limitata, sistemi evolutivi ed adattativi e metodi computazionali in economia, grazie all’attività appena avviata da Massimo Egidi e alcuni giovani ricercatori. Aderì con entusiasmo all’idea di aprire un laboratorio di economia sperimentale e computazionale, e contribuì in maniera sostanziale alla sua realizzazione. Oggi il CEEL - Computable and Experimental Economics Laboratory - è una realtà vivace e produttiva. Dopo alcuni anni di “rodaggio”, Axel pose mano ad un’altra iniziativa di successo, ossia associare alle ricerche aperte a Trento corsi di formazione post-graduate di alto livello. La Trento Summer School on Computable Economics and Evolving Adaptive Systems iniziò la propria attività nel 2000 ed è oggi un punto di riferimento internazionale in grado di attrarre di anno in anno un numero crescente di giovani studiosi e dottorandi.
Per celebrare il compleanno di Axel, e manifestargli il nostro ringraziamento per il suo contributo allo sviluppo delle scienze economiche a Trento, il 22 settembre si è tenuta una giornata in suo onore organizzata da Dipartimento e Facoltà di Economia. Si è pensato ad un’iniziativa un po’ diversa dal consueto Festschrift, in cui mettere in luce più la figura dell’intellettuale e del maestro che quella dell’economista in senso stretto, facendo emergere due particolari sfaccettature della personalità di questo studioso.
Prima di tutto, la sua vocazione cosmopolita, attestata non solo dal sorprendente elenco di lingue in cui la sua opera è stata tradotta, ma anche dal numero di paesi dove ha vissuto, insegnato e portato le sue idee. Così, per riflettere sulla genesi e sull’attualità di queste idee, abbiamo invitato alcuni studiosi che hanno maturato particolari legami professionali con Axel, ma che rappresentano anche paesi e scuole nazionali ove l’impatto del suo pensiero è stato particolarmente significativo: Robert Clower (Stati Uniti), Daniel Heyman (Argentina), Jean Paul Fitoussi (Francia), Cristina Marcuzzo e Alessandro Vercelli per il nostro paese.
In secondo luogo, Axel ha dato prova di possedere la rara capacità di lasciare una traccia profonda in nuove generazioni di studiosi, professionisti, intellettuali in tutti i paesi che ha visitato. Alla sua figura di formatore e maestro abbiamo dedicato la seconda parte dell’incontro radunando, un po’ a sorpresa, un buon numero di suoi ex allievi sparsi per il mondo, in università, centri di ricerca, istituzioni internazionali, imprese private. Le sue straordinarie doti sotto questo profilo sono provate dall’entusiasmo con cui circa trenta di essi hanno risposto al nostro invito (a loro spese ...) e dalle testimonianze che tutti hanno voluto portare durante l’incontro.
Vorrei concludere con una mia testimonianza, non come ex ma come “attuale” allievo di Axel. Ho cominciato a studiare i suoi lavori quando essi erano, per così dire, una pietra d’inciampo - e non solo per la pronuncia del cognome dell’autore - in tutti i corsi di rispetto di macroeconomia, e oggi non posso ancora dire di averne esaurito le asperità, i problemi e gli stimoli. Essi presentano una costante tensione e sfida della nostra comprensione del complesso intreccio di relazioni che danno vita al sistema economico. Il suo lavoro, il suo “stile” di lavoro, ancora invidiabilmente produttivo, è un esempio per chi vuol essere ricercatore nel significato più vero del termine, ossia colui che non ha timore di sfidare l’ortodossia rivelata e le idee convenzionali, colui che non ha e non vuole avere porti sicuri e definitivi della conoscenza.

*Roberto Tamborini è direttore del Dipartimento di Economia

 

In alto a destra: il professor Axel Leijonhufvud;
al centro: il convegno
Macroeconomic Instability and Coordination, 22 settembre 2003.