Lo sviluppo della comunicazione all’Università di Trento
intervista di Marinella Daidone a Giancarla Masè
L’indagine AICUN mette in luce la forte
attenzione verso l’attività di comunicazione da parte degli atenei italiani negli ultimi
anni, un fenomeno che ha coinvolto e coinvolge anche il nostro ateneo.
Abbiamo approfondito il discorso incontrando la dottoressa Giancarla Masè, dirigente
della Direzione Servizi e Comunicazione, a cui abbiamo rivolto alcune domande.
Dottoressa Masè, l’indagine AICUN evidenzia una forte e
generale spinta nelle attività di comunicazione – in particolare in quelle di comunicazione
esterna. Guardando a Trento, come si è sviluppata la comunicazione esterna e quali linee
guida ha seguito?
Lo sviluppo delle attività di comunicazione si è inserito nei “grandi progetti” di cambiamento
dell’ateneo. Nell’ambito della comunicazione è stato possibile passare così
da una comunicazione non gestita, ad una comunicazione gestita per progetti, con
risorse dedicate e con la creazione di una struttura organizzativa ad hoc che ha
iniziato l’attività nel gennaio 2001.
La nuova struttura di comunicazione si è indirizzata ad alcune aree prioritarie per
l’ateneo: rapporti con le imprese, orientamento, identità visiva e pubblicazioni, web,
manifestazioni e convegni.
Si è trattato per molti aspetti di un passo obbligato: la riforma universitaria ha avuto
un forte impatto sulla comunicazione, basti pensare alle nuove esigenze di orientamento
rispetto ad una offerta formativa molto articolata, o alla necessità di intensificare
i rapporti con le imprese per lo sviluppo dei tirocini formativi inseriti nei
curricula. Fortunatamente non in tutto abbiamo dovuto partire da zero. In alcuni
ambiti abbiamo potuto valorizzare sinergie già esistenti: ad esempio nell’orientamento
le attività sono state sviluppate potendo contare su una forte collaborazione con
l’Opera Universitaria di Trento, che già da tempo seguiva i rapporti con le scuole superiori
.
L’attenzione è stata poi quella di promuovere una comunicazione mirata e differenziata
rispetto ai diversi target di riferimento attraverso la creazione di nuovi strumenti
(il Rapporto Annuale d’Ateneo e il periodico Unitrentomagazine, solo per citarne
alcuni), e lo sviluppo di quelli già esistenti (il periodico Unitn, il sito Web,
ecc.), nell’ottica di un loro efficace uso integrato.
Quale è secondo Lei il ruolo della comunicazione oggi?
Alcuni vedono nella comunicazione solo l’aspetto “promozionale”, che certo è presente,
ma è molto lontano dall’essere fulcro delle attività di comunicazione, quali
sono invece le dimensioni “dell’informazione” e del “servizio”. La comunicazione
ha infatti un ruolo informativo molto importante: di informazione chiara, corretta
e orientata a rispondere ad una specifica esigenza. Deve cioè essere calibrata
su uno specifico target nella consapevolezza di essere comunicazione di un ente
con un importante ruolo sociale. Essa poi ha acquisito in questi ultimi anni e sempre
di più acquisirà in futuro una dimensione di servizio. Faccio un esempio: il
sito web dell’ateneo che oggi ha prettamente una funzione informativa e
promozionale, deve e dovrà fare un passo in più rendendo disponibili servizi ai
suoi diversi utenti (verifiche online degli avanzamenti di carriera, FAQ tra
docenti e studenti...). Rispetto a questo, la scelta che l’ateneo ha compiuto di costituire
una struttura per i Servizi e la Comunicazione, mi sembra sia stata un’intuizione
positiva che aiuta a vedere nelle attività di comunicazione lo sviluppo della
dimensione del servizio.
Quali i passi per il futuro della comunicazione esterna?
Credo che dovremmo muoverci in tre direzioni: 1) Dobbiamo prendere coscienza
che i “pubblici” con cui ci rapportiamo sono in continua evoluzione nelle caratteristiche,
esigenze e aspettative, è quindi necessario approfondire la conoscenza dei nostri interlocutori attivando strumenti
che ci consentano di coglierne le trasformazioni. 2) Vanno sviluppate le attività
volte al monitoraggio delle iniziative che mettiamo in campo. Valutare l’efficacia
della comunicazione è già di per sé molto difficile, affinare gli strumenti è
quindi un “must”. 3) La comunicazione deve guardare sempre di più alla
valorizzazione di quanto si fa in ateneo... il rischio in uno sviluppo così rapido della
comunicazione esterna è quello di diventare fine a se stessa perdendo di vista
il suo ruolo di supporto alle attività istituzionali dell’ateneo.
Nella foto: Dottoressa
Giancarla Masè
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