Un primato riconfermato
Trento al primo posto nell’indagine
Censis-La Repubblica
di Paolo Bari
I migliori d’Italia. L’Università di Trento si è confermata al primo
posto nella classifica stilata dal Censis per il quotidiano La
Repubblica.
Un successo che premia l’intero ateneo per l’ottimo lavoro di squadra e che nel contempo costituisce
un prestigioso riconoscimento all’impegno delle singole Facoltà, tutte ai vertici delle specifiche
graduatorie di merito.
Con 99 punti (su 110) Trento è dunque la migliore fra le piccole università, quelle con un numero
di iscritti compreso fra dieci e ventimila iscritti. Supera Siena, Venezia “Ca’ Foscari”, Brescia,
Verona e tutte le altre (inclusi alcuni atenei rinomati come Ferrara, Udine, Modena e Napoli
“Orientale”). La prima indagine del 2000 aveva decretato il successo di Trento, superata nel 2001
proprio da Siena, adesso nuovamente sorpassata. In base al punteggio complessivo, la nostra
università è preceduta solo da Padova (la migliore in assoluto, con 101 punti) e da Reggio Calabria
(99,5).
Il risultato non ha colto di sorpresa perché le premesse del successo erano contenute nei brillanti
esiti conseguiti da ciascuna Facoltà. Ben tre sono stati infatti i primi posti: Sociologia (97 punti, una
conferma al vertice), Ingegneria (97,8) e Giurisprudenza (105,4, la seconda in assoluto in Italia
dopo Scienze statistiche di Bologna). A questi vanno aggiunti il secondo posto per Lettere (98
punti), il terzo per Economia (96,2) e il sesto per Scienze (91,8). Tutte hanno notevolmente migliorato
le posizioni raggiunte nelle precedenti indagini Censis-La Repubblica.
Se il primato fosse un risultato episodico, non vi sarebbero probabilmente motivi di forte compiacimento.
Il fatto invece che negli ultimi anni Trento si continui a confermare ateneo di eccellenza,
consente di esprimere notevole soddisfazione. Non sono soltanto le annuali classifiche
del Censis ad avere costantemente collocato la nostra università ai livelli qualitativi più elevati;
analogo prestigio è stati infatti sancito dal Comitato nazionale di valutazione, dalle più importanti
riviste specializzate, dal gruppo dei rettori europei. Non si tratta insomma di una fortuita somma
di congiunture favorevoli se Trento viene ormai accreditata come sede di assoluto prestigio in Italia
e paragonata ai migliori atenei del continente. Vediamo allora l’origine di questo primato.
La Repubblica ha assegnato il voto massimo (110) ai punteggi ottenuti dalle Facoltà. Ottimo risulta
inoltre il risultato del sito Internet (106). Fra i pregi sono segnalati la velocità delle tesi di laurea (6,4
anni in media, ben al di sotto dell’indice italiano di 7,1), la internazionalizzazione (i progetti di
doppia laurea, la presenza di docenti stranieri, la partecipazione al programma “Socrates-Erasmus”,
l’attivazione dell’ateneo italo-tedesco, le collaborazioni con l’American University e
con il sistema accademico della California, il progetto “Università a colori”), i servizi (l’apertura della biblioteca,
la possibilità di affittare computer, le borse di studio, gli impianti sportivi, l’affitto delle bici,
il sostegno psicologico e le attività di orientamento) e il contesto (Trento è considerata una città a
misura d’uomo, dove gli studenti sono incentivati a conseguire i titoli più elevati). Caratteristiche
ben conosciute dagli universitari trentini ed ora diventate un punto di forza attestato a livello
nazionale.
I successi non devono peraltro nascondere gli elementi critici da analizzare con estrema attenzione
per superare le debolezze ancora presenti. Brescia, Siena, Venezia “Ca’ Foscari”, Verona,
Viterbo, Padova e Reggio Calabria sopravanzano Trento per le borse di studio: è evidente che
il settore degli aiuti agli studenti si presta ad ulteriori miglioramenti, sebbene parta da una
posizione del tutto positiva. I servizi di Reggio Calabria e di Cosenza sono più efficienti
dei nostri: anche in questo campo è dunque possibile un passo in avanti. Margini
di potenziamento si evidenziano per Internet. Per quanto riguarda le singole
Facoltà, va segnalata qualche lacuna a Lettere (didattica e produttività), a Giurisprudenza
(didattica), Scienze (produttività, profilo dei docenti, internazionalizzazione),
Ingegneria (produttività e didattica), Economia (didattica e produttività) e Sociologia
(ricerca e produttività). Non si tratta di un giudizio negativo - tutt’altro - bensì di uno stimolo
a produrre un ulteriore sforzo in grado di confermare e incrementare il prestigio finora
conquistato e non scontato anche in futuro. Un obiettivo che il rettore,
lo staff dirigente e l’intero ateneo vogliono perseguire con tenacia e con impegno.
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