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Andare al museo
Una ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze umane e sociali
Intervista di Katia Ruaben a Massimiano Bucchi

Nell’ambito dell’approfondimento dedicato alla ricerca presso i dipartimenti dell’ateneo, abbiamo parlato con Massimiano Bucchi del progetto di ricerca del Dipartimento di Scienze umane e sociali dedicato all’impatto cognitivo sul visitatore di una mostra.

Quali sono stati gli obiettivi della ricerca “Andare al Museo” condotta dal Dipartimento di Scienze umane e sociali?
Molti musei oggi, soprattutto se a finanziamento e partecipazione pubblica, dichiarano fra le loro finalità non solo l’intrattenimento ma considerano come primario l’obiettivo didattico e divulgativo, insegnare ed arricchire, cioè, il bagaglio culturale dei propri utenti.
Il nostro scopo primario è stato tentare di capire se sociologi, psicologi e storici della scienza, uniti da una prospettiva di studio interdisciplinare, possano trovare una metodologia per cercare di valutare l’impatto cognitivo di una mostra o di un museo sul visitatore. Le uniche ricerche in questo settore finora riguardavano prevalentemente la customer satisfaction con domande sull’allestimento, sul costo dei biglietti, sui locali; il taglio dato alla ricerca è quindi completamente nuovo.
Abbiamo stabilito quindi una serie di obiettivi intermedi per capire motivazioni e comportamenti, l’atteggiamento con cui gli utenti si recano al museo e poter valutare in seguito in base ad esso cosa avevano recepito di nuovo rispetto alle loro conoscenze precedenti. In particolare, io e Federico Neresini ci siamo occupati dell’aspetto cognitivo, di cosa effettivamente si impara grazie alla visita in un museo; ovviamente nei musei scientifici l’intento divulgativo è più esplicito, in una mostra d’arte è più difficile da valutare.

Chi ha partecipato alla ricerca e come è stata finanziata?
La ricerca è stata svolta da un ampio gruppo coordinato da Renato G. Mazzolini, professore di storia della scienza e composto da me, da Carlo Buzzi, Rino Fasol, Barbara Ongari (tutti dell’Università di Trento) Federico Neresini (Università di Padova), con la collaborazione di alcuni laureati in Sociologia: Laura Bona, Vanessa Vacchini e Luca Critelli. Il progetto, che come ho detto era un vero e proprio esperimento, è stato finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento e dall’Università degli Studi di Trento, con un contributo anche da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nell’ambito del Progetto Finalizzato Beni Culturali.

Come si è svolta l’indagine e quali musei ha coinvolto?
Abbiamo selezionato 3 collezioni permanenti (il Castello del Buonconsiglio, il Museo Civico di Scienze Naturali di Rovereto e il Museo degli usi e costumi della gente trentina a S. Michele all’Adige) e 3 mostre temporanee (Il diluvio universale presso il Museo tridentino di scienze naturali, la mostra dedicata a Segantini presso il Mart a Palazzo delle Albere, la mostra Parole che escono dall’ombra a Palazzo Trentini, organizzata dal Museo Storico). L’indagine si è articolata in un piano di rilevazione quantitativo e qualitativo. In ciascun museo sono state effettuate delle interviste strutturate, 200 questionari in ogni sede sottoposti agli utenti prima e dopo la visita, per un totale di circa 2400 interviste. A distanza di alcuni mesi abbiamo effettuato un sondaggio telefonico su 100 persone per ciascuna mostra o museo, la metà di quelle che avevamo intervistato, per verificare che cosa era “rimasto della visita”, per esempio se il proposito di andare a vedere altre mostre sullo stesso argomento, di acquistare libri, Cd-Rom o riviste specifiche avevano avuto un seguito.
Altri visitatori sono stati intervistati dopo la visita con l’obiettivo di cogliere più in profondità gli aspetti soggettivi e le motivazioni. Fra gli strumenti qualitativi abbiamo utilizzato anche quella che si chiama osservazione etnografica dei percorsi di visita: un ricercatore si posizionava nelle sale del museo per seguire i visitatori lungo il percorso guidato per valutare il tempo trascorso in ogni sala. La dottoressa Ongari ha completato questo quadro analizzando l’attività didattica, con interviste qualitative ad operatori e con 250 questionari a fumetti sottoposti a studenti delle scuole medie. È importante sottolineare a questo proposito come il museo venga percepito dai ragazzi e dai docenti come uno spazio aperto e diverso dalla didattica tradizionale, rendendolo così un importante strumento di conoscenza “non scolastico”, ricco di potenzialità che devono essere però ancora completamente sviluppate.

Quali sono stati i risultati della ricerca?
Il primo risultato di cui noi siamo convinti è il fatto che il nostro esperimento abbia funzionato: trovare indicatori che non siano né di puro conteggio di visitatori, né indicatori di customer satisfaction, ma che valutino l’apprendimento grazie alla visita in un museo, è possibile. Uno dei risultati indiretti della nostra ricerca ha messo in luce come ci siano molti tipi di visitatori: quelli molto motivati, quelli distratti e quelli in gruppo, che sono la maggioranza dei visitatori dei musei del Trentino. Altri aspetti rilevanti sono la presenza di visitatori abituali, ad esempio a palazzo delle Albere o al Museo civico di Rovereto, e la definizione dei canali attraverso i quali si viene a conoscenza della presenza della mostra: sostanzialmente informali, attraverso amici e conoscenti e solo in minima parte dai mass media.
Per quanto riguarda l’impatto, soprattutto quello nel breve e medio periodo, gli aspetti più significativi sembrano legati a fattori indipendenti dalla visita; in altre parole hanno imparato di più dalla visita al museo quelli che erano più preparati già in partenza e avevano delle forti motivazioni di carattere culturale. Vorrei ribadire che il fine non era assolutamente quello di dare le pagelle ai musei del Trentino.
Abbiamo trovato nella convenzione tra Provincia Autonoma e Università di Trento la possibilità di realizzare a livello locale un progetto che per noi è di grande evidenza scientifica; questo non toglie naturalmente che la Provincia possa poi utilizzare i risultati per migliorare o sviluppare la propria attività in campo museale.

La ricerca sarà pubblicata?
La ricerca, il suo percorso ed i risultati sono stati raccolti in un volume uscito alla metà di marzo e curato dal professor Renato Mazzolini, dal titolo Andare al Museo. Motivazioni, comportamento e impatto cognitivo.

Nelle foto: in alto la mostra Il diluvio universale presso il Museo tridentino di scienze naturali; a sinistra la mostra Giovanni Segantini presso il Mart a Palazzo della Albere.

 


Dipartimento di Scienze umane e sociali
 

Il Dipartimento, fondato nel 1976 con l’obiettivo di costruire una pratica di ricerca scientifica effettivamente interdisciplinare, comprende attualmente cinque aree:

  • antropologica, nell’ambito della quale si studiano in particolare le condizioni materiali di vita e le strutture di pensiero degli uomini nelle diverse civiltà;

  • filosofico-epistemologica, le cui ricerche si occupano della logica nelle metodologie delle scienze umane e sociali, della filosofia del diritto della storia della filosofia e dell’estetica;

  • psicologica, che studia in particolare gli effetti provocati a livello cognitivo, comportamentale, psicofisiologico e di personalità, gli eventi che determinano o inducono significative modificazioni delle abitudini di vita;

  • socio-culturale, i cui temi di ricerca di interesse più generale sono le tecniche e le metodologie della ricerca sociale, i rapporti tra religione e società con particolare attenzione ai processi di secolarizzazione, modernizzazione, ed educazione, il ruolo sociale della scienza e della tecnologia, con particolare attenzione alla dimensione della comunicazione;

  • storica, le cui ricerche si centrano sulle forme e le dinamiche storiche della vita associata, con particolare riferimento alle strutture mentali e della società, alle strutture istituzionali, politiche ed economiche, alla diffusione del pensiero e delle istituzioni scientifiche.

Direttore: Renato G. Mazzolini
Sede: Via Verdi 26, I-38100 Trento
e-mail: segreteria_sus@soc.unitn.it
http://www.soc.unitn.it/sus