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  università e scuola  

Giocare con la matematica
Dalla collaborazione interuniversitaria iniziative per alunni e insegnanti elementari
di Giorgio Bolondi

Nascono anche quest’anno dalla collaborazione tra il Laboratorio di Ricerca sui Materiali e i Metodi per la Didattica e la Divulgazione della Matematica (conosciuto come LRM3D2) del Dipartimento di Matematica dell’Università di Trento e la Facoltà di Scienze della formazione primaria dell’Università di Milano Bicocca le Giornate Nazionali di Giochi Matematici per le scuole elementari.
Siamo già alla terza edizione e per quest’anno sono impegnati quasi diecimila bambini in tutta Italia: quasi cento classi e 2000 bambini solo in Trentino.
Ci soni molte “competizioni matematiche” per le scuole, alcune con una lunga tradizione e di respiro internazionale: il Kangourou, il Rally matematico Transalpino, i Campionati Internazionali, le Olimpiadi di Matematica.
Questa iniziativa del Laboratorio LRM 3 D 2 (che si avvale anche della collaborazione di matematici dell’Università Statale di Milano e del Politecnico di Milano) ha però degli obiettivi specifici: non si tratta soltanto di far divertire i bambini o di proporre in modo più soft una disciplina (la matematica) che già alle scuole elementari può risultare indigesta. L’idea di fondo è che il risolvere problemi è una delle caratteristiche fondamentali dell’attività matematica: la matematica “si fa”, non “si ascolta”; la si impara facendola, non leggendo delle belle formule. Quale è la differenza tra un problema e un esercizio? Molto semplicemente si potrebbe dire che in un problema noi non sappiamo, a priori, dove dobbiamo cercare la soluzione, quali strumenti utilizzare, che strategie mettere in pratica. Troppo spesso nell’insegnamento della matematica proponiamo invece solo “esercizi” ai nostri studenti: situazioni in cui sanno già dall’inizio (se hanno studiato…) cosa devono fare, quale formula pescare nel cestino delle “ricettine” matematiche.
Così, soprattutto nelle scuole elementari, i giochi possono diventare un’occasione per proporre veri problemi ai bambini: situazioni in cui usare, oltre alle formule, anche delle strategie, dei ragionamenti e, perché no, la fantasia e la creatività. Lavorare sui giochi permette quindi di studiare modi efficaci per far fare matematica ai bambini, andando al nucleo della dinamica della disciplina. Questo offre anche l’occasione per realizzare una formazione disciplinare degli insegnanti che trova immediate applicazioni nella didattica quotidiana: il laboratorio ha organizzato un corso di perfezionamento sui Giochi di Matematica per la Scuola Elementare cui partecipano circa 140 insegnanti, articolato in lezioni teoriche e sessioni pratiche condotte da tutors.
Un ulteriore obiettivo di queste attività è quello di procurarsi materiali di prima mano sul modo con cui i bambini operano quando sono di fronte a problemi. Gli insegnanti che partecipano al corso protocollano le attività, discutono durante le sessioni pratiche le osservazioni fatte, documentano le reazioni dei bambini: tutto questo materiale è prezioso per lo studio delle dinamiche cognitive e di apprendimento e viene utilizzato nelle ricerche condotte dal Laboratorio.
Perché le Giornate Nazionali non siano solo un episodio piacevole, ma pur sempre isolato, ogni mese il Laboratorio diffonde (a centinaia di scuole della provincia, ma anche al di fuori) una batteria di “Giochi del mese”: giochi commentati e corredati da indicazioni didattiche e disciplinari, da utilizzare liberamente secondo gli obiettivi che ogni insegnante ha nella propria programmazione. Un’ultima osservazione: anche se lo spirito di fondo non è competitivo, vincere fa sempre piacere. Lo scorso anno le classi trentine si sono comportate egregiamente, conquistando le prime posizioni a livello nazionale. Ci aspettiamo anche quest’anno grossi risultati.

Nella foto: alunni della Classe 1A della Scuola Elementare Pigarelli di Gardolo (Trento) provano a risolvere il gioco del labirinto.


Giorgio Bolondi, docente di Geometria al Politecnico di Milano, collabora con l’Università di Trento nel settore della didattica della matematica.