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  innovazione didattica  

Didattica online
Laboratorio d'Ateneo Innovazione Didattica: nuove tecnologie per apprendere e insegnare
Intervista di Francesca Menna a Patrizia Ghislandi

Il progetto didattica online, fortemente voluto dall’ateneo nell’ambito del più ampio progetto informatica il cui responsabile è Fausto Giunchiglia, è nato a maggio dell’anno scorso. Ha preso quindi avvio l’attività del Laboratorio d’Ateneo Innovazione Didattica, al servizio di tutto l’ateneo trentino. Ne abbiamo parlato con Patrizia Ghislandi, docente di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento”, responsabile del Laboratorio e delegata del rettore per la didattica a distanza.

Qual è l’obiettivo del progetto didattica online?
L’obiettivo prioritario è quello di rendere più efficace e flessibile la didattica accademica, anche mettendo a disposizione il Portale Didattica Online, un portale che pubblica i corsi online dell’ateneo trentino, per andare incontro alle esigenze sia degli studenti che seguono le lezioni, sia delle persone che per motivi diversi non possono frequentare l’università.

Come è strutturato il portale?
Sono presenti due aree principali, quella della didattica e quella della formazione permanente: entrando nell’area della didattica si trovano tutti i corsi online, divisi per facoltà. Esistono due tipi di corsi: i corsi di supporto alla didattica tradizionale e i corsi online sostitutivi. Nei primi il docente continua a svolgere la maggior parte delle lezioni in aula e utilizza il portale per pubblicare i contenuti, attivare i forum, pubblicare la bibliografia o la webografia. Nei corsi sostitutivi la maggior parte degli eventi didattici, dei contenuti e delle discussioni sono in rete, anche se si continua, quando possibile, a tenere alcuni incontri in aula per facilitare la conoscenza reciproca di studenti e docente. L’obiettivo del portale è infatti quello di creare una comunità di apprendimento online e non soltanto quello di pubblicare i contenuti dei corsi: questo perché la socializzazione aiuta l’apprendimento.

Al momento quanti e di che tipo sono i corsi presenti online?
I corsi online oggi sono oltre 50, in prevalenza di supporto alla didattica tradizionale. Dal secondo semestre dell’anno accademico 2001-2002 sono previsti alcuni corsi completamente online, nei quali vengono affiancati al docente i tutor (uno ogni 20 studenti) che seguono gli studenti in tutto il percorso di apprendimento.

Che tipo di supporto fornisce il Laboratorio nel momento in cui un docente decide di pubblicare il proprio corso sul portale di ateneo per la didattica online?
Ci sono quattro diversi livelli di collaborazione tra il docente e il Laboratorio d’Ateneo Innovazione Didattica:

  • il primo livello, quello base, consente al docente che ha già realizzato un proprio sito didattico (con materiale vario, dalla pubblicazione degli orari della lezione, al syllabus, ai contenuti delle lezioni, esercizi e altri materiali) di “linkarlo” al Portale Didattica Online. È il caso, ad esempio, di alcuni corsi delle Facoltà di Scienze e di Ingegneria: il link consente all’insegnamento del docente di avere un posto nella “vetrina” per la didattica e la formazione permanente che ufficialmente l’università mette a disposizione dei suoi docenti e studenti;

  • il secondo livello, più sofisticato, mette a disposizione del docente alcuni tools software che gli consentono di pubblicare autonomamente, ovvero senza l’intervento del Laboratorio, il proprio materiale sul Portale Didattica Online;

  • il terzo livello mette a disposizione del docente competenze, risorse, tecnologie e metodologie per la pubblicazione del proprio insegnamento sul Portale Didattica Online. Il supporto comprende competenze sulla didattica, sulla grafica, sull’informatica, sui problemi di copyright; la formazione dei tutor quando necessario, tools software per la pubblicazione dei contenuti e dei forum;

  • il quarto livello è quello della ricerca: in campo didattico (le comunità di apprendimento, le valutazioni in itinere, la didattica collaborativa, l’integrazione fra tecnologie diverse di insegnamento), sulla comunicazione multimediale (uso di immagini, audio e video per rendere più efficace l’apprendimento), sulla piattaforma tecnologica per l’apprendimento online, su problematiche psicologiche, sociologiche, informatiche, giuridiche, economiche, organizzative, più in generale su come sta cambiando l’idea di università anche grazie alle nuove tecnologie. E molti altri argomenti di ricerca si potrebbero citare. Questo livello sarà fondato sulla collaborazione di più dipartimenti e sul lavoro e la ricerca di dottorandi.

Il laboratorio ha quindi una alta flessibilità di intervento, in modo che ogni docente possa trovare il tipo di collaborazione che più si adatta alle proprie esigenze.

Come si accede al servizio?
Gli studenti del corso accedono tramite una password che il Laboratorio spedisce via e-mail. Alcuni insegnamenti hanno un accesso libero: è il docente che decide le possibilità di accesso al proprio corso. Per quanto riguarda i forum noi consigliamo sempre di prevedere una password affinché possa nascere tra gli studenti una comunità di apprendimento: si tende a ricreare la situazione della classe, della quale fa parte un gruppo limitato di persone.

Quali sono le prospettive per la formazione permanente?
Attualmente sono pubblicati sul portale due corsi di formazione permanente. Ci sarà presto un’area più ricca destinata alle persone che fanno già parte del mondo del lavoro, ma desiderano rinnovare o approfondire le proprie conoscenze e competenze. È un mercato che si sta rapidamente ampliando e consolidando e l’Università di Trento guarda con interesse a questa opportunità.

E in questo caso come saranno regolati gli accessi? I corsi saranno fruibili liberamente da tutti i cittadini?
Se i corsi debbano essere o meno liberi è una cosa che va decisa dalle singole facoltà e dalle politiche accademiche. Il MIT (Massachusetts Institute of Technology), ad esempio, ha promesso di rendere disponibili tutti i propri corsi online in modo gratuito. A chi chiedeva spiegazioni su questa scelta alcuni docenti hanno sottolineato che pubblicare i contenuti è una cosa ben diversa dal creare una vera comunità didattica, dove sono fondamentali la valutazione, la discussione, il lavoro su progetti e su casi di studio. Si tratta di rendere l’apprendimento possibile, non solo di erogare conoscenza: i contenuti sono una parte rilevante della didattica, ma altrettanto importante è la socializzazione e l’interazione fra gli studenti, fra chi insegna e chi apprende.

Quali sono le prospettive del laboratorio? Si vedranno un giorno vere e proprie lezioni in diretta?
Sì, ci saranno, ma non sempre la ripresa e la trasmissione in diretta delle lezioni tradizionali è il metodo didattico migliore. Io penso che l’apprendimento debba essere reso possibile dall’impiego di una tecnologia mista. Per tecnologia intendo non soltanto l’hardware o il software, ma qualunque conoscenza, procedura, metodo messo in atto per raggiungere un risultato o per creare un’opera. Questo significa che il libro è una tecnologia, così come lo sono la lezione magistrale, la didattica online, il seminario... Non esiste una tecnologia unica in grado di rispondere in modo ottimale alle esigenze di tutto un insegnamento, se vengono presi in considerazione parametri didattici, organizzativi, la tipologia degli studenti, gli aspetti economici. Ogni corso deve essere progettato tenendo conto dell’efficacia, dell’efficienza, della flessibilità, scegliendo quindi la tecnologia più opportuna per i diversi momenti del processo insegnamento/apprendimento. Per poter governare una tale complessità si richiedono professionalità molto specializzate: l’Università di Trento ha intenzione di creare corsi ad hoc per formare persone in grado di garantire le competenze e le abilità già oggi richieste dal mercato del lavoro, oltre che dall’Università stessa.

Che risposta ha avuto il progetto fra gli studenti e i docenti dell’ateneo?
Da parte dei docenti c’è stata un risposta molto ampia, non ci aspettavamo di avere in così poco tempo oltre 50 corsi pubblicati online. Anche gli studenti sembrano essere molto soddisfatti, ma potremo fare considerazioni più meditate dopo aver monitorato i corsi del secondo semestre.

Alla luce della sua esperienza, come giudica l’Università di Trento?
Un’università con 15000 studenti, quindi di piccole dimensioni, che fa della innovazione didattica e della didattica online un progetto strategico impegnando risorse notevoli entra a far parte del gruppo delle grandi università italiane che hanno già intrapreso questa strada e si colloca al livello delle più prestigiose università internazionali per l’attenzione alle problematiche legate al servizio agli studenti e alla didattica accademica.

Nelle foto, in alto a destra, la presentazione alla stampa del Portale Didattica Online; sotto da sinistra: Patrizia Ghislandi, Pietro Nemetz, Chiara Eberle, Chiara Ribaga, Daniela Paolino, Daniela Morni, Paolo Tramonti, Miriam Sebastiani.
Nella foto in basso: Patrizia Ghislandi


Patrizia Ghislandi ha lavorato 23 anni alla Università statale di Milano dove è stata direttore del Centro di multimedialità e didattica a distanza. Dal novembre del 2000 è afferente alla Facoltà di Lettere dell’Università di Trento; insegna inoltre alla Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario del polo di Rovereto. È delegata del rettore per la didattica a distanza nell’ambito del progetto informatica.