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  pianificare il cambiamento   

Un ateneo ricco di potenzialità e di ottimo livello
Il giudizio della Commissione di valutazione dell’Associazione Europea dell’Università
di Marinella Daidone

Di grande utilità per l’ateneo il giudizio espresso dalla Commissione di valutazione dell’Associazione Europea dell’Università (EUA), dopo la visita di alcuni giorni avvenuta a fine gennaio nella quale ha incontrato tutte le componenti universitarie, le forze politiche, economiche e sociali locali. La Commissione, il cui intervento è stato richiesto dall’Università di Trento proprio per avere dall’esterno un parere autorevole e oggettivo, ha formulato un giudizio nel complesso più che positivo ed ha offerto analisi, spunti e suggerimenti per la crescita dell’ateneo nel contesto europeo.
Il programma di valutazione dell’EUA, infatti, è di tipo consultivo ed ha lo scopo di incentivare, nelle università che ne fanno richiesta, un’autonoma capacità di cambiamento attraverso lo sviluppo di processi di gestione strategica per far sì che tali istituzioni possano costruire il proprio avvenire nello spazio europeo dell’istruzione superiore. L’EUA è il risultato della fusione tra la Conferenza dei Rettori Europei (CRE) e la Conferenza dei Rettori dell’unione europea, ed accoglie, in qualità di associati, membri provenienti dai paesi esterni all’UE.
L’Università di Trento aveva accolto nel 1997 una Commissione di valutazione della CRE, che aveva presentato nel 1998 il suo rapporto. La visita della Commissione dell’EUA conclude il processo facoltativo di follow up: a distanza di cinque anni è stato verificato l’impatto che il primo rapporto ha avuto sull’ateneo, analizzando le strategie di cambiamento messe in atto e fornendo suggerimenti per dare una nuova spinta al processo innestato.
A conclusione della visita, il 31 gennaio scorso, la Commissione ha incontrato le componenti dell’ateneo per presentare le proprie osservazioni che verranno successivamente formalizzate in un rapporto scritto. La Commissione ha fatto presente come i cambiamenti in questi cinque anni siano stati enormi: in alcuni settori l’ateneo ha seguito le indicazioni della Commissione della CRE, mentre altri mutamenti sono avvenuti a seguito di decisioni politiche esterne, e tra questi il più rilevante è l’applicazione della riforma didattica (conosciuta come 3+2).
L’Università di Trento sta attraversando una fase di sviluppo molto positiva che fa seguito agli obiettivi strategici che l’ateneo sta perseguendo - rinnovamento, apertura internazionale, qualità della formazione e della ricerca - e alla capacità di porli in atto da parte del rettore e del suo team. La maggiore autonomia di cui godono oggi le università italiane è stata uno strumento utile per l’ateneo trentino che ha saputo trarne vantaggi. Un vero e proprio successo è stata considerata la riforma dell’apparato amministrativo che è diventata un’efficace struttura di supporto, anche attraverso l’adozione della contabilità per budget che garantisce maggiore trasparenza.
In quest’ambito la Commissione sollecita l’ateneo a dare maggiore impulso alla comunicazione interna e suggerisce un passo ulteriore: fare in modo che i docenti possano delegare allo staff amministrativo molte delle incombenze burocratiche di cui sono gravati. Più critico è stato il giudizio della Commissione sulla struttura degli organi di governo, considerata troppo complessa per una piccola università, con il pericolo che vi siano sovrapposizioni di competenze, in particolare per quanto riguarda il senato accademico e la commissione per la ricerca scientifica, e suggerisce di cercare soluzioni nella direzione di un maggiore collegamento fra tali organi o di creare un unico organo competente per entrambi i settori. Per quanto riguarda la qualità della didattica e della ricerca scientifica il giudizio è positivo; la Commissione sottolinea che bisogna continuare nel perseguire l’obiettivo, intrapreso a livello europeo, di orientare la didattica sullo studente e di creare maggiori opportunità nell’ambito della formazione permanente.
In questi campi andrebbe data più enfasi al rapporto privilegiato, giudicato senz’altro ottimo, che è stato instaurato con il territorio e con gli enti locali, dando maggior impulso a iniziative comuni e cogliendo le istanze che vengono dalla città e dal mondo del lavoro.
Una raccomandazione che viene fatta all’ateneo è quella di sostenere con molta forza i processi di monitoraggio e di valutazione della qualità in tutti i settori, in modo da far crescere il livello già raggiunto e ricco di nuove potenzialità, che fa dell’Università di Trento un’ottima università anche guardando al contesto europeo.

 


La Commissione di valutazione dell’EUA che ha visitato l’Università di Trento è stata composta dai seguenti professori, nella foto, a partire da destra:

  • Emil Spjotvoll, rettore della Norwegian University of Science and Technology, Trondheim (Norvegia)

  • Pieter De Meijer, già rettore della University of Amsterdam

  • John L. Davies, preside dell’Anglia Polytechnic University ed è stata affiancata da un osservatore dell’UE, la professoressa

  • Mary Henkel, Brunel University, UK