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    universo ricerca    

Romagnosi
fisico

di Sandro Stringari

Gian Domenico Romagnosi è noto principalmente per i suoi studi giuridici e politico-sociali. Pochi sanno invece che fu protagonista, nel 1802, di un esperimento di fisica che avrebbe potuto influenzare in maniera profonda lo sviluppo della scienza, anticipando di parecchi anni la scoperta dell'elettro-magnetismo. Romagnosi era stato attratto dagli studi sperimentali fin dagli anni giovanili quando era studente del collegio Alberoni di Piacenza. Ma fu durante il soggiorno trentino che concepì l'idea di un esperimento rivoluzionario per l'epoca: l'esperimento puntava a dimostrare che una corrente elettrica produce la deviazione dell'ago magnetico. L'elettro-magnetismo è una delle scoperte scientifiche più importanti degli ultimi due secoli, punto di partenza dello sviluppo delle tecnologie più avanzate che utilizziamo quotidianamente, inclusi il computer e i più sofisticati sistemi di telecomunicazione. Alla base dell'elettro-magnetismo c'è il fatto fondamentale che i fenomeni elettrici e magnetici non sono indipendenti e separati uno dall'altro, ma sono invece intrinsecamente accoppiati. Questo è, ad esempio, il principio base della propagazione della luce. Prima del 1820, anno ufficiale della scoperta dell'elettro-magnetismo per opera del fisico danese Oersted, il mondo scientifico ignorava l'esistenza di questa connessione.
È quindi straordinario il fatto che Romagnosi, ben 18 anni prima e solo 2 anni dopo l'invenzione della pila di Volta, abbia avuto l'idea di dimostrare il legame tra i fenomeni elettrici e magnetici. Romagnosi realizzò l'esperimento a Trento nel maggio 1802 e pubblicò i suoi risultati sui giornali di Trento e Rovereto. Cercò anche di far conoscere il suo lavoro a livello internazionale, inviando copia del suo articolo all'Accademia delle Scienze di Parigi, dove Napoleone Bonaparte aveva istituito un premio prestigioso per le ricerche sui fenomeni elettrici. Purtroppo la comunità scientifica non prestò molta attenzione al lavoro di Romagnosi. Nel 1830 Oersted scrisse sull'Enciclopedia di Edinburgo che "la conoscenza dei lavori di Romagnosi avrebbe anticipato la scoperta dell'elettro-magnetismo di 18 anni".
Questo significativo riconoscimento dell'importanza dell'intuizione di Romagnosi non spiega però perché il suo lavoro rimase nell'ombra per quasi vent'anni. Recentemente sono stati trovati ulteriori documenti che fanno parzialmente luce su quel periodo di storia, in particolare un articolo pubblicato sulla "Gazzetta di Rovereto" e la documentazione relativa alla partecipazione al concorso di Parigi.
Figura eclettica di pensatore, Romagnosi fu sempre strenuo sostenitore dei principi fondamentali di libertà. È un onore per la comunità trentina annoverarlo tra i suoi cittadini illustri e per la nostra Università farne simbolo di impegno intellettuale e riferimento per le nuove generazioni di ricercatori.


A sinistra: il manoscritto che testimonia la partecipazione di Romagnosi al Premio sul Galvanismo istituito da Napoleone, Parigi 2.10.1802; sopra: la pila di Alessandro Volta, Romagnosi utilizzò una pila simile per il suo esperimento di Trento