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  dibattito  
Professione: economista applicato
L'esperienza di Efisio Espa, chief economist del Dipartimento affari economici della Presidenza del Consiglio
di Roberto Tamborini

Il destino dell'economista non è solo quello d'insegnare astruse nozioni in un'aula universitaria o d'ingrossare le fila dei falsi profeti della carta stampata e dei talk show televisivi. Gli può anche capitare l'opportunità di svolgere un'attività utile e interessante. La rivelazione è stata portata ai nostri studenti di economia dallo chief economist del Dipartimento affari economici della Presidenza del Consiglio, Efisio Espa, invitato il 24 maggio scorso dai responsabili del percorso formativo in Moneta e Finanza, nell'ambito di una serie d'incontri con cui si è voluta offrire agli studenti l'opportunità di conoscere da vicino il mondo delle professioni economiche.
Quarantenne, laurea in Scienze economiche all'Università di Siena, corsi di specializzazione a Princeton (Stati Uniti) e all'Università Europea di Firenze, Espa ha imboccato con successo la strada dell' "economista applicato" in diversi istituti pubblici: dalla Banca d'Italia, come consulente esterno, all'Istituto per lo studio della congiuntura, dove ha ricoperto ruoli direttivi, per approdare infine nel 1997 al neonato Dipartimento economico della Presidenza del Consiglio, creato dall'Amministrazione Prodi.
Le ragioni che hanno portato alla creazione di questo organismo tecnico e non politico,- come ha tenuto a precisare Espa - bene illustrano qual è la domanda di competenze economiche "ad ampio spettro" che si va facendo sempre più intensa nel nostro paese, in linea con quanto già avviene nei nostri partner europei. Il Consiglio dei ministri è la massima sede istituzionale di elaborazione delle scelte di politica economica del paese; i ministri si possono avvalere degli staff dei relativi ministeri, ma fino al 1997 il "governo" in quanto tale non disponeva di una propria squadra di analisi dei dati economici, di consulenza tecnica e di supporto alle decisioni. Espa ha descritto con dovizia di dettagli ed episodi, fornendo una stimolante testimonianza da insider, l'ampiezza e la complessità del contributo che l'esperto economico è chiamato a dare nei processi decisionali che contraddistinguono le moderne istituzioni pubbliche. Quanto preoccupante è l'aumento del prezzo del petrolio? Perché e come si è arrivati a decidere di "sterilizzare" l'aumento del greggio attraverso l'abbattimento delle imposte sulla benzina? Nel prossimo autunno prenderà avvio in tutta Europa una delle più grandi operazioni di politica delle telecomunicazioni, la concessione delle licenze per i telefoni cellulari Umts: qual è il modo migliore di organizzare l'asta di aggiudicazione delle frequenze, e come impiegare al meglio i ricchi proventi che entreranno nelle casse pubbliche? Risposte efficaci a queste domande non nascono dal nulla, ma da un quadro d'informazioni e analisi tecniche approfondito.
Espa ha anche tenuto a sottolineare che le competenze economiche sono un "bene" sempre più richiesto e prezioso anche ai livelli inferiori della pubblica amministrazione, come anche nel settore privato. E qui si tratta di prospettive di sviluppo occupazionale consistenti, che rappresentano una vera novità per l'Italia, da sempre afflitta dal burocratismo delle amministrazioni locali e dal pragmatismo, magari genialoide, ma di corto respiro strategico del popolo delle partite Iva. La spinta al decentramento e, in prospettiva, al federalismo già avviata dai governi recenti richiederà che sempre più decisioni strategiche di politica economica vengano concepite ed elaborate a livello locale. E d'altra parte, l'insieme dei fenomeni noti come "globalizzazione" impongono anche all'interno dell'azienda privata, della banca, della finanziaria, crescenti capacità di interpretazione della situazione economica generale, di elaborazione degli scenari futuri e di calcolo a medio-lungo termine imperniati sulle interazioni di diversi fattori micro e macroeconomici, industriali e finanziari.
I responsabili delle istituzioni pubbliche e delle imprese private che devono prendere quotidianamente decisioni con vaste e complesse ripercussioni hanno bisogno di una solida base informativa ("qual è la situazione"), di una razionale capacità di previsione ("qual è la conseguenza di una data decisione") e di una equilibrata valutazione comparativa ("quali sono i costi e i benefici di scelte alternative"). In ciascuno di questi momenti fondamentali l'economista applicato deve mettere all'opera le proprie competenze con perizia, duttilità, creatività, tempestività. Alla classica domanda - che cosa è rimasto di utile per la sua professione delle nozioni ricevute all'Università - Espa ha dato una risposta su cui riflettere: il mondo reale è molto lontano da quello chiaro, ordinato e razionale dei libri di testo, ma proprio per questo, la "teoria", a lungo andare, rimane l'unico mezzo per cercare di porre ordine, di dare un senso compiuto e razionale, al disordinato fluire degli eventi e delle scelte quotidiane. Insomma, le strade che da Trento portano a Milano o a Londra, a Roma o a Bruxelles sono aperte: coraggio e buona fortuna!