Tavola rotonda sulla nuova economia istituzionale
di Bruno Dallago
Williamson è una delle figure più
rappresentative della nuova economia istituzionale, scuola
che annovera fra le proprie file anche i premi Nobel per
l'economia Ronald Coase (1991) e Douglas North (1993). La sua influenza è
dovuta in particolare all'analisi dei costi di transazione, che secondo alcuni
costituisce un'applicazione dell'istituzionalismo all'economia neoclassica e
secondo altri un superamento della stessa. Secondo questo approccio,
l'unità di analisi è rappresentata dalla
transazione. Ciò permette a Williamson di rifarsi al fondatore della teoria
economica istituzionalista, John R. Commons, da cui però egli si distacca
avendo minore interesse per il più ampio contesto di azione collettiva in cui
le transazioni hanno luogo. Diversamente da Commons e influenzato dal
concetto di razionalità limitata elaborato
da Herbert Simon, Williamson concentra la propria attenzione sulle variabili
che determinano la scelta individuale nelle transazioni. Tali variabili sono
appunto la razionalità limitata dei singoli, il loro opportunismo e inoltre la
natura specifica di molte variabili economiche. Dati i limiti imposti
dalla razionalità limitata e sotto l'influenza
dell'opportunismo e della specificità, Williamson elabora una
teoria microeconomica della scelta individuale,
che spiega l'esistenza delle organizzazioni come il frutto
di una scelta dettata dalla convenienza economica.
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Oliver E. Williamson (nato nel 1932) ha insegnato economia presso la
Yale University ed è attualmente professore di economia presso la Haas School
of Business, University of California, Berkeley. È stato recentemente eletto
presidente della ISNIE (International Society for New Institutional Economics).
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La razionalità
degli attori economici è limitata in quanto essi, pur
cercando di ottenere il massimo risultato nelle circostanze vigenti, sono in
questo limitati dalla loro capacità di conoscenza, di calcolo e di valutazione
dei rischi insiti nei contratti. Ciò li
induce a specializzarsi. Di conseguenza, è l'obiettivo di ridurre i costi che
essi debbono affrontare nelle transazioni a guidare le loro scelte. Tali costi
diventano importanti alla luce dell'opportunismo degli agenti economici. Essi
infatti perseguono il proprio interesse nelle transazioni, facendo ricorso
a scaltrezza e anche all'inganno e distorcendo o nascondendo le
informazioni a proprio vantaggio, ma non facendo uso di costrizione sugli
altri. Ciò rende il risultato incerto e
rischioso e implica la necessità di
governare le transazioni. Infine, la specificità è
dovuta al fatto che le parti debbono spesso effettuare degli investimenti
per portare a buon termine delle transazioni specifiche, spesso ripetute nel
tempo con la stessa controparte. In questo caso diventa conveniente alle due
parti fondersi, dando luogo a una organizzazione (un'impresa), che
permette loro di attenuare gli effetti della razionalità limitata
e dell'opportunismo. Questi, infatti, sarebbero
fortemente accresciuti dalla dipendenza reciproca in
assenza di integrazione. In questo Williamson offre un contributo di notevole
importanza alla teoria microeconomica. Egli infatti spiega l'impresa come
una struttura di governo delle transazioni, ben differente dall'approccio
tradizionale che la vede invece come una funzione di produzione. L'obiettivo
degli attori economici è quello di ridurre
i costi delle transazioni in cui sono impegnati. Essi scelgono di
perseguire questo obiettivo direttamente attraverso il mercato, come supposto dalla
teoria tradizionale, o attraverso un'organizzazione gerarchica (un'impresa)
a seconda della convenienza. La relazione che Williamson ha tenuto
presso l'Università di Trento il 10 giugno
scorso ha strutturato e approfondito questa interpretazione, spiegando le
organizzazioni come una soluzione ai problemi posti dalle caratteristiche
degli attori individuali. La relazione è
stata seguita da una tavola rotonda cui hanno partecipato Antonio Chiesi
(Facoltà di Sociologia), Massimo Egidi (Facoltà di Economia), Sergio
Fabbrini (Facoltà di Sociologia), Axel Leijonhufvud (Facoltà di
Economia), Ugo Mattei (Facoltà di
Giurisprudenza) e Margherita Turvani (Istituto Universitario
di Architettura di Venezia), con il coordinamento
di Bruno Dallago (Facoltà di Sociologia).
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