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A Parigi con Erasmus
Un'occasione da cogliere al volo!

Cinque mesi sono già trascorsi da quando ho messo piede per la prima volta nella capitale francese in veste di studente Erasmus. I miei primi dieci giorni all'ostello, con sveglia alle sette, appuntamenti frenetici da un capo all'altro della città e valigie rinchiuse in uno scantinato umido, non sono certo stati un inizio incoraggiante ma, superato il primo grande ostacolo, ovvero l'alloggio, tutto sembra più facile e raggiungibile. Altrettanto tempo mi è stato necessario per capire come funzionasse l'università: a chi rivolgersi, dove iscriversi, quali lezioni frequentare, cosa preparare per gli esami. La disponibilità del coordinatore Erasmus si scontrava continuamente con la lentezza burocratica di un'Università come quella di Jussieu, la quale conta attualmente al suo attivo più di 30.000 studenti iscritti. Anche in questo caso l'entusiasmo iniziale e la prospettiva di seguire corsi nuovi e di confrontarsi con una lingua diversa ed un sistema di insegnamento alternativo, fanno superare ogni disagio.
Trascorso l'obbligatorio periodo di adattamento si può cominciare finalmente ad immergersi nella quotidianità della vita parigina.
Le lezioni all'università si rivelano subito diverse; le classi ridotte permettono un'interazione fra professore e studenti a noi praticamente sconosciuta. Gli esami si basano sugli appunti e la bibliografia di riferimento fornita dall'insegnante è un aiuto non indispensabile. Si privilegiano le letture sui testi originali ed in generale l'attenzione è rivolta più alla pratica che alla teoria, cosa che a noi studenti italiani sembra subito molto affascinante, seppur più povera dal punto di vista culturale. Per entrambi l'università è il luogo di trasmissione della conoscenza, del sapere, ma i francesi, al contrario di noi, vantano nel corso degli anni trascorsi in facoltà, numerose esperienze lavorative, stages in imprese pubbliche o private e partecipazioni magari ad inchieste con elaborazione di questionari ed analisi sociologiche sul campo. Poco importa se alla fine un metodo si rivela migliore dell'altro; la soddisfazione è di aver avuto la possibilità di confrontarli a proprie spese e di essere riuscito ad aprirsi a proposte concrete alternative a quelle conosciute.
Parigi è anche e soprattutto una lista infinita e quotidiana di stimolanti opportunità. La quantità e la qualità dell'offerta culturale a disposizione dei cittadini soddisfano ogni gusto, in ogni campo, per ogni tasca. Ciò che colpisce sono le opportunità riservate a giovani e studenti: riduzioni al cinema, nei musei e biglietti addirittura gratuiti per gli spettacoli teatrali. Ci si abitua subito ad andare a teatro due o tre volte a settimana e a passare con disinvoltura da uno spettacolo classico, recitato su un grande palcoscenico, ad un teatro ricavato magari da una vecchia cantina, dove due o tre attori scambiano le loro battute facendo attenzione a non pestare i piedi al pubblico.
Per me i pro superano nettamente i contro in quest'esperienza che mi accingo a terminare. Tutto quello che questa città offre ad uno studente Erasmus ricompensa sicuramente delle difficoltà iniziali e della mancanza della famiglia e degli amici. A chi si trovi ancora indeciso posso semplicemente consigliare di preparare le valigie e partire: ci sono opportunità che non si può proprio lasciarsi sfuggire!


Chiara Parisi