Musiche dell'Arco Alpino
Positivo il bilancio della Seconda Rassegna Europea
di Ignazio Macchiarella
Dal 1 marzo al 17 maggio si è svolta la
Seconda Rassegna Europea di Musiche dell'Arco
Alpino, una serie di undici conferenze che hanno avuto
luogo presso la Facoltà di Lettere
dell'Università di Trento, organizzata dal
Laboratorio di Etnomusicologia del Dipartimento di Scienze Filologiche e
Storiche nell'ambito del progetto di ricerca speciale "La musica tradizionale
dell'Arco Alpino". La Rassegna ha pienamente soddisfatto le aspettative
proponendo relazioni di grande interesse sia sul versante teorico-metodologico
sia su quello della conoscenza del patrimonio tradizionale delle regioni
alpine.
Contributi di assoluto rilievo sono derivati dalla partecipazione di due
dei più importanti etnomusicologi del mondo, esponenti di differenti
approcci metodologici: Jean Jacques Nattiez dell'Università di Montreal
(Canada) che ha presentato un esempio di analisi semiologica applicata allo studio
di un repertorio musicale di tradizione orale, alla luce del quale ha
discusso alcune questioni teoriche, fra cui il concetto stesso di musica nei
molteplici significati elaborati dalle diverse
culture; Bernard Lortat-Jacob del Laboratorio di Etnomusicologia del Musée
de l'Homme di Parigi, studioso orientato verso uno studio pienamente
antropologico al "fatto" musicale, che ha
presentato gli ultimi risultati di una decennale ricerca mostrando
come l'etnomusicologo possa tentare di analizzare dall'interno una tradizione
musicale cercando di entrare a far parte del gruppo che ne è depositario.
Le altre relazioni hanno focalizzato specifiche realtà musicali dell'Arco
Alpino, soffermandosi sui recenti processi di trasformazione dovuti
all'avvento della società massmediale e/o sugli
elementi strutturali nella prospettiva di un approccio comparativo in grado
di definire la comune matrice musicale della tradizione orale alpina, una
delle questioni affrontate della ricerca europea.
Così, Tullia Magrini, del DAMS
di Bologna, ha imperniato la propria relazione sulla
ballata, un genere documentato in tutte le regioni alpine, di
cui ha analizzato i processi di trasformazione degli scenari esecutivi;
Valter Colle ha proposto una discussione su alcuni repertori rituali della Carnia
considerando i nuovi significati da essi recentemente acquisiti; Masa
Komavec, dell'Accademia di Letteratura e Scienze Umane di Lubliana (Slovenia),
ha offerto uno studio degli elementi strutturali della tradizione vocale
slovena riscontrandone delle corrispondenze in repertori delle regioni limitrofe;
Pao-lo Vinati, trattando della polifonia della Val Trompia, ha presentato un
caso esemplare di adattamento del canto tradizionale in una società
fortemente industrializzata; Thomas Nussbaumer, dell'Università di Innsbruck, ha
presentato una disamina della documentazione etnomusicologica raccolta nel
primo Novecento in Tirolo, soffermandosi, oltre che sui risultati
musicologici, sui presupposti nazionalistici da
cui muovevano i ricercatori; Pietro Bianchi ha parlato della vitalità che la
musica tradizionale conserva ancora oggi nel Canton Ticino dove viene
praticata anche dai giovani, mettendone in evidenza gli elementi comuni con
il patrimonio lombardo; Renato Morelli, partendo da alcuni repertori di
canti rituali del Trentino ha mostrato la loro connessione con fonti a stampa
del XVII secolo e la loro diffusione in una vasta area che va dal Piemonte
ai Carpazi; Roberto Starec muovendo da un'accurata analisi formale di
alcuni canti rituali del Friuli ha affrontato alcune questioni musicologiche
inerenti gli studi comparativi sull'Arco Alpino.
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Il gruppo Bandalpina |
L'ultima conferenza, tenuta da Ignazio Macchiarella, ha offerto l'occasione
di ascoltare alcune espressioni musicali tradizionali: essa infatti ha visto la
partecipazione di gruppi di cantori e suonatori provenienti da due
diversi paesi del Trentino i quali, oltre ad eseguire dei brani, hanno parlato
della loro cultura musicale. Una conferenza che è il frutto dello stretto rapporto
che il Laboratorio di Etnomusicologia del Dipartimento di Scienze
Filologiche e Storiche ha instaurato (ed intende sempre più rinforzare) con il
territorio. La rassegna ha visto una buona partecipazione di pubblico
formato oltre che dagli studenti, da coristi, da specialisti del settore ma anche
da semplici appassionati del canto tradizionale. Entro l'anno gli atti
saranno pubblicati a cura di Rossana Dalmonte e Ignazio
Macchiarella nella collana Labirinti del
Dipartimento.
[Per informazioni consultare il
sito Internet http://www.lett.unitn.it/musica/html/Etno.htm]
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