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  università, cultura e territorio  
Filmfestival Internazionale della Montagna
Gli studenti premiano Camanchaca

di Alessandro Tomasi, studente di Matematica, e Marcel Moscon, studente di Ingegneria

Tra aprile e maggio si è svolto a Trento il 47° Filmfestival Internazionale della Montagna Esplorazione Avventura "Città di Trento", un evento promosso annualmente dal comune e dal Club Alpino Italiano, al quale partecipa anche l'Università. Infatti, fra le dieci giurie nominate per assegnare altrettanti premi speciali, una è costituita da tre studenti dell'Università di Trento e tre dell'Università di Innsbruck, con il compito di premiare un'opera di particolare valore culturale, realizzata da un autore di età inferiore ai 33 anni.
Quest'anno noi abbiamo fatto parte di tale giuria; in due giorni di proiezione, abbiamo visionato otto film, ognuno dei quali mostrava un approccio diverso alla natura ed alla montagna, sia per quanto riguarda l'aspetto stilistico, sia per esperienze e contenuti presentati.
La motivazione del premio speciale assegnato al film Camanchaca: "Immagini spettacolari di una natura selvaggia e solenne trascinano gli spettatori in un'avventura mozzafiato: tramite una raffinata e originale tecnica cinematografica, senza necessità di dialoghi ci viene trasmessa la forte voglia di vivere e di esplorare i propri limiti"
In Le defi du Khan-Tengri ad esempio, il regista (lo svizzero K-Soul Cherix) sceglie di concentrarsi non tanto sullamontagna in sé - pur facendoci ammirare i 7000 metri del Khan-Tengri in alcune sequenze di straordinaria bellezza - quanto sul rapporto che l'uomo, l'alpinista, instaura con essa. Dalle voci degli scalatori arrivati dalla Russia, dagli Stati Uniti e dall'Europa per tentare la conquista in solitario di questa cima del Kirghisistan sentiamo come la montagna non sia semplicemente una palestra dove dimostrare le proprie capacità tecniche e la competizione alla quale partecipano non si risolva soltanto nel primeggiare su dei concorrenti, nello stabilire un record o la propria superiorità: no, l'ascensione del Khan-Tengri diventa metafora di vita, esplorazione dei propri limiti, conquista di un'auto-consapevolezza che nasce dalla conoscenza di sé e dalla responsabilità.
Essenzialità ed autenticità sono i temi anche del film Camanchaca, realizzato dal regista austriaco Thomas Miklautsch; tramite la immagini spettacolari del wind-surf praticato nei laghi delle Ande, sottolineate da un sonoro che volontariamente rinuncia alle parole, assistiamo ad un viaggio attraverso i paesaggi più belli dell'America Meridionale.
Accanto all'esplorazione reale si svolge anche un percorso ed una ricerca interiore: l'uomo moderno si spoglia delle sue inutili zavorre, rivive il proprio rapporto con la natura ed il mondo nella sua dimensione più originale e vera, riuscendo forse a recuperare parte di quello spirito che ha permesso alle popolazioni indigene della Terra del Fuoco di vivere per centinaia d'anni in un ambiente all'apparenza ostile. In tal caso, l'autore ci fa capire con frasi brevi, incisive, che quelle stesse popolazioni non sarebbero forse scomparse invano, decimate dall'impatto con la civiltà occidentale. Il fatto di aver saputo coniugare in soli 26 minuti splendide scenografie ad un severo quanto necessario monito morale, ci ha convinto ad assegnare il premio a questo film.


La giuria degli studenti delle Università di Trento e di Innsbruck: da sinistra - Marcel Moscon, Alessandro Tomasi, (Hans Moser - rettore Università di Innsbruck), Christiane Fasching, (moglie del rettore di Innsbruck), Alessia Carli, Christina Canelopoulos, Andrew Moran.