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  ricerca e formazione nell'UE  

Al via il V Programma Quadro
Intervista di Marinella Daidone a Enrico Forti

Sono appena usciti i primi bandi del V Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell'Unione Europea (1998-2002), varato il 22 dicembre scorso. Tante le novità, molte le opportunità per incentivare la ricerca e far crescere le sinergie tra istituzioni scientifiche e mondo delle imprese. Ne parla Enrico Forti, assistente del direttore generale della Commissione Europea - DG XII.

Qual è il vantaggio per la ricerca di partecipare ai Programmi Quadro dell'Unione Europea?

Il vantaggio è innanzi tutto quello di poter scambiare le proprie competenze con altri 14 paesi della Comunità, moltiplicando le possibilità di sviluppare tecnologie e di diffondere la conoscenza. I vantaggi sono anche nel contributo che i partecipanti del Programma Quadro possono dare alla rea-lizzazione di obiettivi socio-economici della Comunità, tra cui quello di favorire la competitività dell'industria, non solo italiana, ma comunitaria: è importante per l'Europa sviluppare una forza competitiva adeguata, per poter rispondere alla pressione commerciale dei nostri principali concorrenti americani e giapponesi. Attraverso il Programma Quadro possono essere affrontati insieme problemi comuni a tutti i paesi europei, ad esempio nel campo della salute o dell'ambiente.

Quali novità presenta il V Programma Quadro rispetto al IV?

Presenta molte novità. Parlerò soprattutto delle novità dal punto di vista politico. Il V Programma Quadro doveva essere per forza diverso rispetto al IV, per rispondere alle nuove aspirazioni del cittadino europeo. Il Programma Quadro era precedentemente basato su un approccio technology push, questo non basta più per risolvere problemi comuni ai popoli europei. Ci vuole un approccio che noi chiamiamo problem oriented, cioè bisogna mettere le tecnologie e la ricerca al servizio della risoluzione di problemi comuni all'insieme dei cittadini della Comunità. Questa credo sia la grande novità del V Programma Quadro rispetto ai precedenti, che si traduce in un maggior coordinamento delle azioni e in più coerenza e selettività nei temi di ricerca.

Esiste la preoccupazione che in questi programmi venga trascurata la ricerca di base. Come intende rispondere la Comunità Europea?

In realtà il V Programma Quadro copre tutte le diverse tipologie di ricerca necessarie alla risoluzione dei problemi individuati: si va dalla ricerca di base alla dimostrazione. La ricerca di base è importante perché ha un carattere generale con potenziali di utilizzo multisettoriali; questa credo sia una preoccupazione alla quale la Commissione ha tenuto a rispondere e vorrei qui rassicurare la comunità scientifica che la ricerca di base non sarà trascurata. C'è un'altra cosa da dire: c'è una ripartizione dei ruoli tra la Comunità e gli stati membri, è anche e soprattutto un dovere degli stati membri sostenere la ricerca di base.

Come giudica la partecipazione italiana ai programmi quadro e come promuoverla e incentivarla?

Credo che la partecipazione italiana sia buona. Chiaramente la politica di ricerca non è una politica di ritorno finanziario: vengono finanziati i migliori istituti e laboratori con le migliori proposte. L'Italia è un paese che partecipa attivamente a questo programma, in confronto ad altri paesi. La partecipazione del Trentino Alto Adige è invece più bassa di quanto mi aspettassi; penso che questa regione dovrebbe approfittare maggiormente della sua posizione geografica transfrontaliera, e dei rapporti già instaurati con i vicini paesi comunitari e con i paesi che diventeranno parte della Comunità. È un dovere della comunità scientifica e dell'industria della regione mobilitarsi intorno al Programma Quadro, utilizzare il Programma Quadro per aprirsi ad altre collaborazioni con l'estero, per portare il suo know how e anche acquisire know how supplementare per la competitività dell'industria.

Il V Programma Quadro (1998-2002) è stato al centro di un convegno, il 5 febbraio scorso, organizzato dall’ufficio Ricerca Internazionale dell’Università di Trento e promosso da numerosi enti e associazioni, sia locali che nazionali, tra cui il Consorzio Innovazione d’Impresa. La presentazione dei vari aspetti del Programma è stata affidata a: Enrico Forti, del quale pubblichiamo un’intervista, Anna Maria Fontana (APRE), Panayotis Mos-chopoulos (Commissione Europea - DG XII), Raniero Chelli (MURST) e Magda De Carli (Innovation Relay Centre - IRENE).