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L’APPROCCIO EUROPEO ALLA SCIENZA POLITICA

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Una docente dell’Università di Trento a capo dell’European Consortium for Political Research (ECPR)
intervista a Simona Piattoni

Simona PiattoniSimona Piattoni, professore straordinario di Scienze politiche del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento, nell’aprile 2012 veniva eletta presidente dell’European Consortium for Political Research (ECPR).

Si tratta di una carica prestigiosa, ricoperta per la prima volta da una donna, da quando è stata fondata l’associazione nel 1970. Un significativo riconoscimento per il lavoro svolto dalla studiosa, ma allo stesso tempo una conferma dell’accreditamento internazionale di cui godono i docenti dell’ateneo e della buona reputazione scientifica dell’Università di Trento.

Professoressa Piattoni, ci può spiegare le caratteristiche della carica che ricopre e come ha accolto la notizia?
La carica è quella di Presidente dell’Executive Committee dell’European Consortium for Political Research (ECPR), organo elettivo composto da dodici docenti di scienza politica rappresentanti di altrettanti dipartimenti, che decide, coordina e controlla tutte le attività dell’ECPR con l’ausilio di uno staff di 20 dipendenti. Questa decisione mi ha ovviamente lusingata – basti pensare che il primo studioso a ricoprire questa carica è stato il norvegese Stein Rokkan, forse il più grande studioso di politica europea di questo secolo – ma mi ha anche molto preoccupata perché sapevo che il lavoro sarebbe aumentato smisuratamente! E infatti così è stato.

Ci può spiegare di cosa si occupa l’associazione?
L’ECPR organizza numerosissime attività – una grande conferenza annuale, una scuola di metodi e tecniche sia estiva che invernale, una conferenza per gli studenti graduate ogni due anni, le sessioni di ricerca per gruppi che stanno già lavorando a un progetto comune, numerose Summer School organizzate da uno dei suoi 40 e più Standing Groups – e le famose Joint Sessions, una conferenza dal formato unico che ha reso famoso l’ECPR in Europa. Nelle Joint Sessions, venticinque gruppi di studiosi si riuniscono per cinque giorni per sviscerare un tema. Da questi incontri nascono molte volte delle pubblicazioni che diventano poi pietre miliari della scienza politica europea.
Notevole è anche l’attività editoriale: l’ECPR pubblica anche quattro riviste internazionali peer-reviewed (European Journal of Political Research, European Political Science Review, European Political Science e European Journal of International Relations), ha una sua casa editrice (ECPR Press), oltre a curare numerose collane di libri presso case editrici importanti. Rilascia inoltre numerosi premi, agli esponenti più importanti di varie sotto-discipline della scienza politica o per particolari meriti scientifici o d’insegnamento. 

Qual è l’approccio dell’associazione verso la scienza politica?
Premesso che l’ECPR raccoglie più di 300 dipartimenti universitari e/o istituti nei quali si insegna e si fa ricerca politologica, in Europa e altrove (vi sono membri da tutti i continenti), ciò che caratterizza l’ECPR è un approccio “europeo” alla scienza politica, e cioè squisitamente comparativo. Molti dei nostri colleghi americani o asiatici apprezzano proprio questo aspetto della scienza politica europea: che, indipendentemente dai metodi impiegati, siano essi qualitativi o quantitativi, la ricerca si basi soprattutto sulla comparazione. Ma ciò che forse più conta è che, nel corso di questi 43 anni di attività, l’ECPR ha contribuito a costituire solidi rapporti di collaborazione scientifica. Molti dei miei colleghi hanno fatto il loro debutto scientifico a uno degli eventi dell’ECPR e hanno costituito solide e durature reti di ricerca. La compresenza fra docenti senior e giovani ricercatori contribuisce a vivificare questi eventi e garantisce il ricambio generazionale degli studiosi.

Quali sono i suoi obiettivi nel portare avanti il suo mandato?
In questi anni – il mio mandato scadrà nel 2015 – cercherò di consolidare un’associazione che è cresciuta forse al di là delle sue stesse aspettative. Dotandosi di strutture di governance più solide, l’ECPR intende consolidare ulteriormente la sua presenza in quei Paesi europei e non nei quali la scienza politica fa ancora qualche fatica ad affermarsi e intende ingaggiare un dialogo serrato con le altre associazioni di scienza politica del mondo con le quali portare avanti un’agenda comune.