BUGIE SCIENTIFICHE

in
Quando debolezza e falsità umane contaminano la ricerca
di Stefano Oss

Potrà sembrare poco credibile il riuscire a scrivere un intero libro dedicato alla frode nella scienza. Eppure è quanto è accaduto con il volume intitolato "L'universo è fatto di storie, non solo di atomi" (Neri Pozza, 2012) di Stefano Ossicini, professore di Fisica sperimentale del Dipartimento di Fisica all'Università di Modena e Reggio Emilia. Il racconto si svolge sui ritmi di un romanzo avvincente, con momenti di tensione che lo rendono a volte simile a un vero e proprio giallo. Un giallo nel quale, invece che all'assassino, si cerca di dare nome a scienziati invischiati in traffici inquietanti di imbrogli, raggiri, sotterfugi di ogni genere spesso accomunati da un unico scopo: portare agli altari della gloria imperitura una nuova scoperta, un fenomeno prima inspiegato, una teoria rivoluzionaria. Questo a ogni costo, anche a quello di aggirare o scavalcare le più ragionevoli e necessarie regole del metodo scientifico e della comunicazione dei propri risultati al pubblico, sia quello specialistico che ai mass media e alla comunità tutta.

Contrariamente però a quanto può accadere nella criminologia tipica, il colpevole, nel caso delle frodi scientifiche, prima o poi viene smascherato senza pietà: non è possibile nascondere oltre una certa misura dati, teorie, calcoli, misure che chiunque, da un punto di vista di principio quantomeno, deve essere in grado di verificare e ripetere in modo indipendente. La natura non imbroglia e non raggira mascherandosi per ciò che non è. Solo gli esseri umani, animati da scopi generalmente malevoli, sono portati al sotterfugio, al trucco, al mascheramento della realtà dei fatti. Ecco perché è pressoché inevitabile che anche il più sofisticato falso scientifico non passi indenne attraverso il filtro del controllo sperimentale. Nel libro vengono affrontati anche casi di relativa buona fede, nei quali più che di raggiro si deve parlare di errori (a volte madornali) senza però motivazioni fraudolente. Una procedura di misura in laboratorio senza una sufficiente cura al corretto funzionamento dei macchinari utilizzati può condurre, nel caso appunto di guasti o impropria taratura dell'apparato, a risultati sbagliati, in varia misura. Una situazione di questo genere, se non controllata con estrema cura, quasi maniacale, potrebbe indurre gli scienziati a rivedere le proprie teorie per adattarle a ciò che si è ottenuto in laboratorio, senza considerare che potrebbe essere il dato misurato a dover essere rivisto. 

Insegna a tale proposito il recente evento dei neutrini che sembravano procedere più speditamente della luce nel vuoto (e senza dovere disturbare la ex-ministra Gelmini mentre scavava il suo tanto lungo quanto inesistente tunnel sotterraneo di più di 700 km). Un caso questo di relativa mala-scienza causato da vari fattori, non ultima infatti la del tutto inappropriata modalità comunicativa adottata sia dagli scienziati coinvolti che, in altrettanto solida misura, dagli addetti alla stampa e alla diffusione attraverso i media al grande pubblico. La voglia (o necessità, in certi casi) di emergere dall'anonimato di una ricerca modesta o addirittura perdente, spiega l'origine di molti esempi di disonestà non solo scientifica ma, più semplicemente, etica, deontologica, addirittura morale. A questo fenomeno si collega in parte la problematica questione della valutazione della produttività in campo scientifico che, come a molti è ormai noto, si basa spesso su metrologie numeriche (in termini di articoli pubblicati, per esempio, senza neppure cercare di capire il ruolo dell'autore fra molti altri cofirmatari, come succede nel caso delle "cordate" di studiosi nei grandi centri di ricerca internazionale, il CERN fra i primi). Gli statunitensi qualche tempo fa avevano coniato il motto inquietante "publish or perish", riferendosi proprio a questo triste fenomeno di dovere sfornare carta stampata (a prescindere dal contenuto) per non trovarsi senza lavoro. Questo stile - antiscientifico per definizione - comincia a prendere piede con crescente solidità anche in Europa, e non solamente da ieri. Sarebbe un vero peccato per la Scienza e per gli scienziati che la sostengono con tutte le loro forze e convinzione. Il consiglio di leggere questo libro di Ossicini vale dunque non solo per conoscere queste a volte incredibili storie di uomini e donne traviati nel loro percorso professionale; vale anche per vedere più da vicino il complesso lato umano dell'intero apparato della ricerca scientifica.