Tomba del tuffatore, V sec. a.C, Paestum

DIRITTO, SCIENZA E BIOETICA TRA DIALOGO INTERDISCIPLINARE E INNOVAZIONE BIOTECNOLOGICA

in
Compie dieci anni il progetto BioDiritto dell'ateneo
di Cinzia Piciocchi

Il 17 e 18 maggio la Facoltà di Giurisprudenza e il DSG di Trento hanno ospitato tre eventi congiunti: un “compleanno”, una premiazione e un convegno.

Il “compleanno” ha interessato il progetto BioDiritto del DSG il quale, con la direzione scientifica del prof. Carlo Casonato, ha celebrato 10 anni di attività. Nato nel 2002, il progetto di ricerca ha seguito le tematiche poste all’intersezione tra diritto, scienza e bioetica ed il loro evolversi. L’incontro ha fornito l’occasione di ritrovo e di confronto tra alcuni professionisti di saperi e discipline diverse ma certamente complementari, che in questi anni hanno collaborato al progetto, confrontandosi su ciò che è cambiato e ciò che invece è rimasto immutato in questi dieci anni. Hanno partecipato all’incontro, oltre ai professori Diego Quaglioni, Roberto Toniatti, Carlo Casonato  e Cinzia Piciocchi, due presidenti dell’Ordine dei Medici di Trento che hanno sostenuto il progetto nelle sue fasi iniziali (Paolo Barbacovi e Fabio Branz) affiancati da un medico di medicina generale (Marco Clerici), la responsabile della Commissione di bioetica dello stesso Ordine (Loretta Rocchetti) e il direttore dell’U.O di Medicina Legale dell’APSS (Fabio Cembrani). Il dott. Gianni Martini (già dirigente del Servizio Programmazione e Ricerca Sanitaria, PAT) impossibilitato a partecipare, ha inviato la sua presentazione.

Al termine della mattinata, Loreta Rocchetti, in qualità di Presidente del Comitato Etico per la Sperimentazione con l’essere umano dell’Università degli Studi di Trento, ha conferito i premi per tesi di laurea su tematiche di Bioetica e di Biodiritto (grazie al sostegno dei dottori F. Branz, C. Pasolli e F. Zappaterra, componenti del CESP). I premi sono stati assegnati a Sara Carlin (primo premio) Elisabetta Pulice e Emanuele Fedele (secondo premio ex aequo), unitamente ad una menzione speciale per Lorenza Tonon.

Al “compleanno” ha fatto seguito un convegno di presentazione dei risultati del progetto di ricerca triennale finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del bando FIRB 2006 su “L’impatto delle innovazioni biotecnologiche sui diritti della persona: uno studio interdisciplinare e comparato”.

Il progetto, svolto in collaborazione tra le Università di Trento (prof. Carlo Casonato), Ferrara (prof. Roberto Bin) e Napoli (prof. Antonio D’Aloia) ha approfondito tre linee principali: fine-vita, diritto e genetica e libertà di ricerca scientifica. Il progetto ha coinvolto, anche in questo caso, professionalità diverse: giuristi, genetisti, biologi e bioeticisti.

Tutti e tre gli eventi (il “compleanno”, la premiazione e il convegno) hanno fornito l’occasione per volgere lo sguardo agli ultimi anni e domandarsi quali tracce del complesso dialogo tra scienza e diritto siano rimaste.

Le cose che restano, nonostante gli anni trascorsi, non sono poche.

Resta l’interdisciplinarietà: il biodiritto non può che svolgersi in dialogo continuo e costante tra professionisti di discipline diverse, che sappiano tradurre gli uni agli altri il linguaggio, il metodo e le categorie dei relativi saperi. Clonazione, procreazione medicalmente assistita, biologia sintetica sono solo alcuni degli  argomenti, la cui comprensione non può prescindere dalla “decodificazione” del linguaggio e dalla reciproca comprensione e confronto. Si tratta, però, di un processo biunivoco, che non va solo dalla medicina al diritto ma anche in senso contrario, all’interno di un dialogo in cui si traducono da un lato le complessità del linguaggio tecnico-scientifico e, d’altro lato, i meccanismi dei circuiti d’interazione tra fonti diverse (si pensi solo al rapporto tra diritto e deontologia).

Resta poi il valore della comparazione giuridica: guardare al di fuori dei confini per comprendere più a fondo l’ordinamento italiano è necessario in molte discipline; nell’ambito del biodiritto risulta indispensabile. In materie quali la fine o l’inizio della vita, ad esempio, la regolamentazione giuridica segue percorsi inaspettati, talvolta sorprendenti ed indipendenti dalle appartenenze – ad esempio alle “famiglie giuridiche” di  civil law o di common law. Senza uno sguardo alle dinamiche seguite dagli altri ordinamenti per risolvere problematiche di natura simile, il giurista rischia di smarrirsi.

Restano poi (purtroppo) i toni di un dibattito spesso conflittuale ed acceso, talvolta fondato sull’inconciliabilità delle diverse posizioni. Le vicende di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro, ad esempio, cominciano ad allontanarsi nel tempo; ma l’impatto emotivo che hanno suscitato è ancora molto vivo.

Le innovazioni biotecnologiche aprono indubbiamente una serie di problematiche etiche e giuridiche complesse, che spesso spaventano. Questo rappresenta forse il nodo maggiormente irrisolto: le possibilità che la scienza offre comportano nuovi spazi di libertà. Ma per esercitare la libertà è spesso necessario dimostrare nuove forme di impegno e di responsabilità, anche in ambiti in cui l’esigenza di una riflessione in passato semplicemente non si poneva.

Lottare per ottenere nuovi spazi di autonomia nell’ordinamento giuridico è questione pubblica ed entusiasmante. Esercitare la libertà di scelta che l’ordinamento conferisce implica valutazioni personali e attenzioni nuove, anche faticose.

L’ordinamento giuridico è destinato a modificarsi ancora nel prossimo decennio: si apriranno inevitabilmente nuovi ambiti di libertà, autonomia e responsabilità. Riempirli, sarà compito di ogni individuo e tutto questo richiederà il coraggio e la consapevolezza che l’attitudine all’esercizio della libertà presuppone. Sul primo (il coraggio) il diritto può fare poco, poiché presuppone un cambiamento culturale prima che giuridico. Sulla seconda (la consapevolezza) la formazione delle generazioni più giovani ed il dialogo interdisciplinare possono rivelarsi decisivi.

Su entrambi il progetto BioDiritto continua a lavorare.