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DOPO LISBONA: DOVE VA L’EUROPA?

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Graduate conference alla Scuola di studi internazionali. Tra i relatori Giuliano Amato
di Milena Bigatto e Andrea Fracasso

La Scuola di studi internazionali (School of International Studies) dell’Università di Trento - con il patrocinio della Regione Autonoma Trentino Alto Adige-Südtirol - ha organizzato una serie di eventi per discutere e approfondire gli effetti del Trattato di Lisbona sull'Unione europea. In particolare, i lavori si sono aperti il 27 settembre, quando la Scuola ha ospitato una Graduate Conference in cui studenti, dottorandi ed ex studenti della Scuola hanno discusso il tema dello sviluppo dell'integrazione europea attraverso la presentazione dei loro lavori. L’evento centrale è stata la conferenza “After Lisbon: where do we go from here?”, tenutasi il 28 settembre, durante la quale accademici di varie discipline sociali si sono confrontati in un’ottica interdisciplinare sui possibili sviluppi del sistema europeo dopo il difficile percorso che ha accompagnato l'approvazione del nuovo Trattato di Lisbona, entrato in vigore nel dicembre 2009. L'evento, che è stato ospitato dalla Facoltà di Economia e coordinato dalla professoressa Luisa Antoniolli (Dipartimento di Scienze Giuridiche), dal professor Vincent Della Sala (Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale), dal dottor Andrea Fracasso (Dipartimento di Economia) e dal professor Ferdinando Targetti (Dipartimento di Economia), si è articolato in quattro sezioni, nello spirito interdisciplinare che caratterizza le attività della Scuola.

La prima sezione ha affrontato il tema delle riforme istituzionali dell'UE e dei possibili scenari evolutivi. Il professor Hussein Kassim (docente di Scienze politiche, School of Political, Social and International Studies, University of East Anglia) ha evidenziato le difficoltà che hanno accompagnato il percorso di rinnovamento delle istituzioni europee e i problemi che restano ancora senza una chiara risposta: fra questi, le conseguenze dell'ampliamento di poteri e competenze del Parlamento, che ripropongono questioni legate alla legittimazione, efficienza ed efficacia dell'istituzione; un ruolo potenzialmente più significativo del presidente della Commissione a fronte di una riduzione della rappresentatività del collegio dei commissari; l'ambiguità in merito a chi guiderà l'UE e il ruolo delle istituzioni nella politica estera.
Il professor Jacques Ziller - (docente di Diritto dell'Unione europea, Università di Pavia) ha quindi discusso i fondamenti giuridici delle innovazioni introdotte dal Trattato di Lisbona, in particolare la tensione fra la natura internazionalistica e quella costituzionale delle riforme, approfondendo il tema dei principi fondamentali del diritto europeo, della cittadinanza e del ruolo della Corte nell'evoluzione dell'Unione europea.

La seconda sezione ha affrontato gli argomenti della crisi economica e della leadership del sistema europeo. Il tema degli strumenti che l'UE ha per contribuire alla soluzione della crisi economica è stato affrontato dal dottor Fabrizio Saccomanni (Direttore Generale della Banca d'Italia), che nel suo intervento ha illustrato come e con quali strumenti l’Unione europea abbia risposto alla crisi economica e finanziaria globale nel periodo precedente la ratifica e l'entrata in vigore del nuovo Trattato e come abbia successivamente affrontato il caso della Grecia sulla scorta delle nuove disposizioni del Trattato. Oltre a salutare con favore il rafforzamento delle misure europee nel campo della supervisione dei mercati finanziari, delle banche e delle assicurazioni, il relatore ha auspicato che alcune delle iniziative di coordinamento delle politiche monetarie ed economiche messe in atto temporaneamente per affrontare la crisi nei paesi membri acquisiscano natura permanente, così da garantire al sistema maggiore stabilità e una vera governance economica.
Il problema generale della leadership del sistema europeo è stato discusso poi dal professor Renaud Dehousse (docente di Diritto pubblico e scienze politiche, Science Po, Paris), che ha sottolineato gli elementi problematici della rappresentanza degli interessi dei cittadini e dei governi alla luce del difficile processo di elaborazione e approvazione della riforma. L'asse franco-tedesco che ha caratterizzato la fase iniziale dell’integrazione europea è stato duramente messo alla prova nell'ultimo decennio, con ripercussioni importanti sugli equilibri politici ed istituzionali europei. Le dinamiche del processo integrativo sono d’altra parte in continua evoluzione, e la struttura a pilastri, che aveva dato una nuova forma agli equilibri fra istituzioni e Stati attraverso il bilanciamento fra metodo intergovernativo e metodo sovranazionale, è oggi a sua volta modificata nel sistema del Trattato di Lisbona, aprendo nuove possibilità di sviluppo.

Nella terza parte il professor Giuliano Amato (Vice-Presidente della Convenzione per il futuro dell'Europa che ha redatto il testo della Costituzione europea, nonché professore emerito dell'Istituto Universitario Europeo di Fiesole) ha svolto un intervento sul futuro dell'Unione europea, affrontando la questione della volontà degli Stati e della direzione che il processo di integrazione dovrebbe prendere. Sono state esplorate le possibili conseguenze delle regole introdotte nei Trattati sull'evoluzione della governance europea, sottolineando in particolare come le relazioni tra presidenti della Commissione e del Consiglio europeo siano cruciali per il futuro. I due presidenti, in carica contemporaneamente per almeno due anni e mezzo, possono infatti garantire quella continuità di linea politica di cui l'Unione europea ha bisogno. Come è dimostrato dall'esperienza del Trattato di Maastricht e dallo sviluppo degli Stati moderni, ciò che è fondamentale sarà come il nuovo trattato di Lisbona verrà interpretato e le prassi che verranno a crearsi in base alla volontà degli attori: “If you want something for the future this something can happen; It does not depend on the treaty. It depends on what you want”.

La conferenza, che ha visto un'affluenza di pubblico di oltre 150 persone, si è conclusa con una tavola rotonda coordinata dal professor Ferdinando Targetti, in cui i relatori hanno discusso il tema della posizione dell'Unione europea nell'agenda economica e politica internazionale, evidenziandone la debolezza attuale, ma anche le potenzialità per il futuro. In linea con quanto sostenuto dal professor Amato, il futuro dell’Unione appare dipendere più dalla volontà politica e dalle strategie degli Stati membri che dall’apparato legislativo e istituzionale europeo. Anche se il Trattato di Lisbona ha migliorato molti aspetti del secondo, sul primo fronte i progressi sono stati finora insufficienti.

[Il video integrale della Conferenza è disponibile sul sito dell'evento]