IL RAP DELLE BANLIEUE
Una canzone non può cambiare il mondo, ma quando gli attori coinvolti appartengono alle fasce più escluse della società, la creazione, la diffusione e la fruizione di testi musicali possono costituire campi di aggregazione sociale ad alto impatto culturale e politico. Questo il focus del seminario, intitolato “Musica popolare: un mezzo di espressione politica per le minoranze etniche?” che Marco Martiniello ha tenuto, lo scorso 19 novembre, per il Centro studi Scenari Migratori e Mutamento Sociale (SMMS) del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale. Il sociologo di origine italiana dell’Università di Liegi, direttore del Center for Ethnic and Migration Studies (Cedem), ha offerto la sua decennale esperienza e la più ampia prospettiva europea sulle forme contemporanee di definizione ed espressione delle minoranze etniche.
Marco Martiniello ha presentato le ricerche che da diversi anni sta conducendo insieme a Jean-Michel Lafleur su pratiche artistiche e culturali connotabili come “etniche”, con particolare attenzione agli autori di origine immigrata. La musica in particolare, per la sua immediatezza tra produzione e consumo, certamente costituisce un campo di ricerca ricco e stimolante. In questo ambito di esplorazione la scommessa dei ricercatori è quella di ravvedere nei testi, come nei ritmi e nelle forme del “sentire”, manifestazioni implicite, ma molto spesso anche esplicite, di identità e azione politica, rilevanti soprattutto laddove la politica istituzionale non costituisce la forma associativa e rappresentativa prevalente. Gli esempi provenienti da oltreoceano sono innumerevoli: dal jazz dei primi decenni del ’900 al rap afro-americano degli anni ’90, fino all’inno americano cantato durante la presidenza Bush in lingua spagnola come “Nuestro Himno” e diffuso attraverso la miriade di radio ispaniche negli Stati Uniti.
Martiniello ci ha quindi introdotto nei canali della produzione e nelle forme di fruizione musicale “etnica” in Europa, che spesso si diramano fuori dai circuiti ufficiali: musica e video che raramente accedono a Mtv o alle radio nazionali, che narrano della vita di periferia, delle origini non nazionali, dell’incertezza su se stessi e sul futuro, incitando solidarietà e resistenza, con stile ironico o più aggressivo e violento. Molto interessante lo sguardo sulla Francia e le innumerevoli e incessanti produzioni rap dalle banlieue francesi, tanto articolate tra diversi filoni da averne sviluppato uno specifico su Nicolas Sarkozy, in qualità di ministro degli Interni prima e presidente poi.
Il seminario ha costituito, dunque, un importante occasione di confronto tra ricercatori e studenti su temi emergenti e ancora inesplorati della vita politica contemporanea, nonché trasmesso esperienze e conoscenze per la sociologia italiana che ora inizia a confrontarsi con le prime manifestazioni culturali delle minoranze di origine immigrata.