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Le scelte dei diplomati trentini nell’università che cambia
Una ricerca del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale
intervista di Paola Fusi a Carlo Buzzi

 

“Le scelte dei diplomati trentini nell’università che cambia” è il titolo di una ricerca svolta dal Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale e finanziata dalla Provincia Autonoma di Trento i cui risultati sono stati presentati martedì 5 ottobre scorso. Nell’indagine emergono alcuni elementi importanti come l’incremento nel tasso di passaggio all’università, il prestigio riconosciuto all’ateneo trentino e il ruolo dell’orientamento.
Per saperne di più abbiamo intervistato il professor Carlo Buzzi, delegato del rettore per l’orientamento, docente della Facoltà di Sociologia e coordinatore del progetto di ricerca presentato
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Professor Buzzi, quali sono le specificità della ricerca che lei ha coordinato?
L’introduzione delle lauree triennali ha incrementato in modo significativo, negli ultimi anni, l’iscrizione all’università da parte dei giovani residenti nel Trentino.
Al di là di alcune considerazioni non si disponeva, dall’avvio della riforma, né di dati quantitativi certi sui tassi di proseguimento generali dell’universo della popolazione coinvolta né, tanto meno, di dati qualitativi riferiti al cambiamento delle motivazioni, degli atteggiamenti e delle aspettative nei confronti del nuovo percorso di studio universitario. La ricerca che abbiamo condotto ha mosso da questi problemi e si è posta lo scopo di offrire elementi utili all’ateneo, alle scuole superiori trentine e agli organismi provinciali preposti per impostare una solida programmazione di orientamento.
In particolare si è trattato di una ricerca longitudinale, per cui attraverso più rilevazioni è stato possibile ricostruire in modo diacronico i processi di scelta degli studenti, non prendendo a riferimento campioni, ma rivolgendosi a tutta la popolazione studentesca del quinto anno delle scuole superiori trentine.
La ricerca ha infine una valenza comparativa perché mette in luce le linee dei cambiamenti intercorsi dal 2000 al 2003. Si è infatti potuto realizzare un sistematico confronto con i risultati di un’analoga ricerca condotta in precedenza.

Quali sono gli elementi più interessanti che emergono?
Il primo elemento che emerge dalle analisi effettuate è il tasso di passaggio dalla scuola all’università che, con i diplomati 2003, si attesta intorno al 70% allineandosi sui livelli nazionali. Un risultato molto importante se consideriamo che per decenni il Trentino presentava ingressi all’università tra i più bassi d’Italia (nel 2000, ultimo anno a cui si poteva accedere alle lauree pre-riforma, il tasso era del 59%).


Carlo Buzzi

Un altro elemento importante, che è stato rilevato dall’analisi delle variabili socio anagrafiche degli immatricolati, è l’effetto sugli studi esercitato dal capitale culturale della famiglia, il quale svolge un effetto diretto sul proseguimento degli studi e un effetto indiretto sulla scelta verso i licei.
Altre informazioni molto utili alla definizione delle strategie di orientamento riguardano la scelta degli atenei e delle facoltà a cui i giovani trentini si immatricolano, l’immagine percepita e il ruolo dell’informazione.

Rispetto alla scelta, quali sono le principali sedi universitarie di destinazione e le facoltà più gettonate?
L’Università di Trento assorbe quasi il 63% di chi prosegue (nel 2000 erano il 56%). Seguono Verona (11%), Padova (10%) e Bologna (5%).
Per quanto riguarda le facoltà i trentini scelgono al primo posto Lettere e Filosofia (21%), seguono Ingegneria (19%), Economia (13%), Scienze della Formazione (9%), Giurisprudenza (9%), Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali (8%), Medicina e Chirurgia (7%), Sociologia (5%).

In termini di concorrenza… come si posiziona l’ateneo?
Il 30% degli studenti che si iscrivono ad un altro ateneo lo fanno a facoltà presenti anche a Trento. Questo significa che un po’ di concorrenza diretta c’è, seppur contenuta. Va sottolineato però che il prestigio dell’Università di Trento è molto cresciuto in questi anni. Oggi solo all’ateneo di Bologna viene riconosciuto un maggior prestigio, mentre sono superate da Trento sia Padova che Verona. Un altro dato importante è che Trento risulta per gli studenti prima indiscussa per quanto riguarda l’efficienza organizzativa.

L’informazione e l’orientamento hanno un ruolo importante nel processo di scelta?
Direi che hanno un ruolo fondamentale. Molto lusinghiero è il giudizio espresso dagli studenti trentini per le attività di orientamento dell’ateneo, in particolare per le iniziative “Porte Aperte”.
A monte rimane però un grosso problema: l’indecisione su cui molti diplomati operano la loro scelta universitaria: il 30% si immatricola scegliendo la facoltà a settembre e comunque la maggioranza (64%) matura la scelta definitiva dopo l’esame di Stato (di conseguenza solo il 36% decide prima dell’esame)… segno che c’è ancora molto da fare.
Senz’altro anche dal punto di vista della sola informazione alcune leve su cui agire ci sono. Penso ad esempio ad Internet che si afferma come il canale informativo più diffuso.
Per il futuro... quali prospettive?
La prospettiva è quella di continuare con il monitoraggio delle scelte degli studenti, attraverso un’altra ricerca, sempre condotta dal Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale, che riguarderà la ricostruzione della carriera post-diploma della leva dei diplomati del Trentino dell’anno 2000. Ateneo e Provincia hanno infatti compreso già da alcuni anni l’importanza di effettuare delle rilevazioni ad hoc vista l’importanza che questi dati rivestono per le politiche di sviluppo.

Sopra, da sinistra: Fabio Marcantoni, Francesca Sartori, Carlo Buzzi, Massimo Egidi alla presentazione della ricerca “Le scelte dei diplomati trentini nell’università che cambia”, 5 ottobre 2004.