Funzionalità
ed estetica
L’università investe oltre 200 milioni per potenziare le
strutture edilizie
di Paolo Bari
Un ateneo trasparente, anche nelle strutture
edilizie. L’università ha progettato un forte sviluppo
all’insegna della totale apertura al territorio
e della flessibilità. Nei prossimi anni saranno
spesi oltre duecento milioni di euro per
la costruzione di nuovi edifici e per la ristrutturazione di
vecchi immobili.
Duplice l’obiettivo dei vertici universitari. Da una parte si
vogliono soddisfare le crescenti esigenze della didattica e
della ricerca in modo che studenti e docenti possano disporre
di spazi adeguati a un’attività in continua espansione.
Dall’altra l’ateneo intende fornire un consistente contributo
alla riqualificazione di alcune zone urbane di Trento e
di Rovereto in maniera da evidenziare il forte rapporto di
collaborazione che lega l’università al territorio trentino.
Significativa
risulta pertanto la convinta adesione della Provincia
autonoma al progetto di sviluppo edilizio, in gran parte
finanziato con fondi messi a disposizione dall’ente locale. Il piano di sviluppo
conferma il rafforzamento dei tre poli,
uno in collina per le facoltà scientifiche (con maggiore integrazione
fra Scienze e Ingegneria), uno in città sull’asse via
Verdi e via Tomaso Gar (per Sociologia, Economia, Giurisprudenza
e Lettere) e uno a Rovereto.
Verrà pertanto abbandonata l’area del Santa Chiara. Una progettazione flessibile
consentirà di adeguare le strutture alle novità che dovessero
emergere a livello legislativo in relazione al futuro
delle scuole superiori e della riforma universitaria.
Dal punto di vista tecnico-burocratico, va segnalata la decisione
di affidarsi a procedure innovative in merito ad appalti
e a nuove acquisizioni.
“La scelta di applicare la normativa
comunitaria – afferma Paolo Zanon, delegato del
rettore – rappresenta il tentativo di evitare che le pubbliche
amministrazioni, come l’università, siano succubi delle
imprese
aggiudicatrici e di assicurare viceversa la possibilità
di intervenire sui lavori”.
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