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 convegni 

La democrazia post-nazionale
Oltre 200 politologi a Trento per il convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica

di Marco Brunazzo, Sergio Fabbrini e Simona Piattoni

Il 15 e 16 settembre si è tenuto a Trento, presso la Facoltà di Sociologia, il convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica (SISP) oggi presieduta da Maurizio Cotta dell’Università di Siena. La SISP, fondata agli inizi degli anni Ottanta da Giovanni Sartori e Norberto Bobbio, è l’associazione che rappresenta la totalità degli studiosi accademici di politica del nostro paese. Ben 220 studiosi hanno partecipato al convegno che si è tenuto, per la prima volta, nella nostra università. Il tema principale del convegno è stata la democrazia post-nazionale. Poiché le scienze sociali (e la scienza politica tra di esse) sono nate e si sono sviluppate per indagare i temi collegati ai processi di nazionalizzazione, è inevitabile che essi si siano sentite fidate dai processi di sovranazionalizzazione e internazionalizzazione che contraddistinguono la politica contemporanea. Tali processi hanno trovato in Europa il loro terreno più fertile per svilupparsi. Per questa ragione è stato chiesto ad Alberta Sbragia, direttrice del European Union Center e del Center for West European Studies della University of Pittsburgh, di introdurre la prima sessione plenaria del convegno con una relazione che discutesse la vicenda europea nel contesto della più generale internazionalizzazione della politica. Due studiosi italiani (Maurizio Ferrera dell’Università di Pavia e Angelo  Panebianco dell’Università di Bologna) hanno quindi discusso la relazione introduttiva, dal punto di vista dello studioso di politica comparata (il primo) e dello studioso di politica internazionale (il secondo). Una seconda sessione plenaria è stata quindi dedicata a discutere i problemi (metodologici ed epistemologici) relativi al rapporto tra scienza della politica e sociologia politica, cioè tra i due principali approcci empirici allo studio della politica. Tale sessione è stata introdotta da  Gianfranco Poggi dell’Università di Trento, da Gian Enrico Rusconi dell'Università di Torino e da Leonardo Morlino dell’Università di Firenze. Con tale sessione si è voluto contribuire alla riflessione sul ruolo avuto dalla sociologia in Italia, riflessione avviata con le varie iniziative tenute per celebrare il Quarantennale della nascita della nostra Facoltà di Sociologia. Probabilmente per la prima volta, politologi e sociologi della politica si sono interrogati insieme sul futuro della ricerca politica in Italia. Oltre che nelle sessioni plenarie, il convegno si è articolato in una molteplicità di workshops. Questi ultimi hanno trattato i temi collegati ai processi di democratizzazione, al ruolo dei partiti nell’Unione Europea, al ruolo dell’Unione Europea nel sistema politico globale, all’analisi empirica della democrazia, ai rapporti tra democrazia e politica internazionale, ai movimenti sociali e all’azione collettiva, alla comunicazione politica, al comportamento elettorale e alle

scelte di voto, alla cultura politica degli italiani, alle caratteristiche delle campagne elettorali, al governo locale, alle nuove relazioni transatlantiche, ai nuovi sviluppi nella teoria delle relazioni internazionali, ai rapporti tra guerra e dopoguerra. Decine di papers sono stati presentati e discussi nei vari workshops. Vale la pena di segnalare che molti di essi sono stati scritti da giovani studiosi italiani, impegnati in dottorati di ricerca organizzati da università europee, oltre che in  quelle del nostro paese. Il convegno, altresì, ha visto la presenza di un qualificato gruppo di studiosi stranieri. Il convegno ha ricevuto il sostegno convinto delle istituzioni provinciali e universitarie, sostegno espresso dai saluti tutt’altro che formali con cui il presidente della Giunta Provinciale Lorenzo Dellai, il rettore dell’Università di Trento Massimo  Egidi e il preside della Facoltà di Sociologia Antonio Scaglia ne hanno inaugurato i lavori. Per l’alta qualità dei contributi scientifici, oltre che per l’efficiente organizzazione dei lavori, il convegno ha rappresentato unanimemente una tappa importante nello sviluppo  della scienza politica del nostro paese.    

Nella foto a destra il Parlamento Europeo.