Fantascienza,
statistica e sapere umanistico
Una collaborazione con
la University of Michigan di Ann Arbor
Intervista di Elisabetta
Nones a Eric S. Rabkin
Su iniziativa della professoressa Oriana
Palusci, docente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo trentino,
è stato avviato un interessante progetto di collaborazione tra l’Università
di Trento e la University of Michigan a Ann Arbor (U.S.A.) sul tema: “L’impatto della fantascienza
americana sulla cultura italiana del secondo dopoguerra”. L’accordo prevede
la mobilità di docenti e studenti che lavoreranno al progetto di ricerca.
Parte integrante del progetto è la realizzazione di un database comune
su cui lavorare e la verifica dei risultati ottenuti. Abbiamo posto al professor
Rabkin qualche domanda inerente al progetto.
Professor Rabkin, quando e dove ha avuto origine questo progetto?
Il progetto, denominato “GEP – Genre Evolution Project” (si veda il sito
www.umich.edu/~genreevo per maggiori informazioni), è iniziato nel 1998
presso la University of Michigan di Ann Arbor, dove insegno. Il GEP si propone
di verificare l’ipotesi che le creazioni culturali si evolvono allo stesso
modo degli organismi viventi. In altre parole, il progetto ha l’obiettivo di verificare
se la teoria scientifica dell’evoluzione possa essere applicata anche
ai prodotti culturali. Per fare un’indagine di questo tipo è stato necessario
delimitare il campo di ricerca e definire i parametri di indagine. Si è quindi
deciso di analizzare i racconti americani di fantascienza e di realizzare un
database che raccogliesse i dati e nel contempo definisse una griglia entro
la quale inserire i dati stessi. Il carattere innovativo di questo progetto sta nel
fatto che i risultati vengono ottenuti tramite un processo dialettico; le informazioni
raccolte nel database vengono incrociate e studiate, con il risultato di
allenare gli studenti al ragionamento e affinare il loro spirito critico.
Come è nata la collaborazione con l’Università di Trento?
La collaborazione con Trento ha avuto inizio quattro anni fa quando conobbi
la professoressa Palusci ad un convegno sugli “Orizzonti del fantastico
alle soglie del III millennio”. Visti i nostri comuni interessi di ricerca abbiamo
avviato una collaborazione che si è poi concretizzata nel progetto sull’impatto
della fantascienza americana sulla cultura italiana del secondo dopoguerra.
La ricerca coinvolgerà sia un gruppo di studenti trentini che uno di
studenti statunitensi che saranno in costante comunicazione via e-mail e
attraverso il database comune, ma non solo. Si prevede uno scambio di studenti
della durata di dieci giorni in aprile (da Ann Arbor a Trento) e dieci giorni
in settembre (da Trento a Ann Arbor) con lo scopo di far conoscere i due
gruppi e permettere loro di scambiarsi opinioni dal vivo circa il progetto comune.
La collaborazione dei due gruppi rappresenta una delle caratteristiche più
importanti per il successo del progetto in quanto solo grazie allo scambio
reciproco possono svilupparsi le ricerche da una e dall’altra parte dell’Oceano.
Qual è secondo Lei il punto di forza del progetto?
A mio parere il punto di forza sta nello strumento utilizzato. Sono infatti un
fervido sostenitore dell’information technology e credo nella sua applicazione
alla letteratura per studiare i processi culturali di un paese in un particolare
momento storico. Lo studio dei racconti di fantascienza statunitensi a partire dagli anni ’20 del
Novecento può contribuire a comprendere i mutamenti culturali dell’America di quegli
anni. Il progetto si rivela quindi interessante
sia dal punto di vista della ricerca sociologico-umanistica che per
la didattica. Stiamo infatti sperimentando, sia a Ann Arbor che a Trento, un
nuovo metodo di insegnamento che prevede l’utilizzo degli strumenti informatici
applicati alla critica letteraria, un approccio sicuramente nuovo e a mio
parere davvero efficace per la raccolta, il confronto e la verifica dei dati studiati.
La codifica e lo studio statistico di questi materiali culturali e soprattutto
la messa a disposizione dei dati rappresenta rappresenta secondo me il lato più innovativo
del progetto, che auspico si estenderà anche ad altri ambiti della
letteratura e della società, permettendo così di rivedere la critica letteraria e
correggere gli eventuali errori di lettura compiuti in passato.
Di cosa si occuperà esattamente il gruppo di Trento?
Gli studenti trentini si occuperanno dei romanzi americani di fantascienza tradotti
in italiano. Si preoccuperanno dapprima di selezionare tra gli autori evidenziati nel nostro database quelli
che sono stati tradotti in italiano. A quel punto, visto che sarà già stato
enucleato un campione tra le decine di autori presenti nel panorama della
letteratura di fantascienza americana, sarà compito del gruppo di studenti
trentini analizzare i romanzi e in particolare evidenziare quanto è stato trasmesso
e quanto invece si è deciso di omettere della cultura americana a partire
dagli anni ’20 del secolo scorso. Lo studio può quindi rivelarsi interessante
per comprendere i processi culturali in particolare legati all’acquisizione
della letteratura americana in Italia e l’influenza che la stessa ebbe
sulla società italiana del periodo studiato. Per la ricerca letteraria italiana questo progetto
sarà sicuramente innovativo, in quanto non esiste ad oggi un archivio
della letteratura di fantascienza codificato e messo a disposizione degli studiosi
di questo settore.
In alto a destra: il logo del Genre Evolution Project
Eric
Rabkin, nato nel 1946, è professore di lingua
e letteratura inglese all’Università del Michigan
a Ann Arbor. Ha perfezionato i suoi studi presso la Cornell University
e la University of Iowa. Ha pubblicato volumi critici sulla teoria
letteraria, la letteratura fantastica e sulla fantascienza. A
partire dagli anni Settanta ha cominciato a provare interesse per l’utilizzo di media
innovativi nello studio della letteratura, dando un importante
impulso alla didattica multimediale applicata alla letteratura,
in particolare nel modo della fantascienza e del fantasy.
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