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  convegni  

La riforma della scuola
A Trento una giornata di studio in onore di Umberto Pototschnig
di Fulvio Cortese

 

Il 14 maggio si è svolto presso la Facoltà di Giurisprudenza un articolato convegno promosso dal Dipartimento di Scienze Giuridiche e finalizzato all’approfondimento critico di alcuni dei più significativi nodi tematici del Diritto Scolastico e delle sue più recenti evoluzioni. In particolare, l’iniziativa ha rappresentato l’occasione per “riscoprire” l’autorevole riflessione che il professor Umberto Pototschnig ha condotto sui fondamenti teorici e sulle possibilità operative ed organizzative di un sistema d’istruzione coerente con le primarie premesse costituzionali.
I lavori del convegno si sono aperti sotto la direzione del professor Diego Quaglioni, preside della Facoltà: una prima fase è stata dedicata alla sistematica ricostruzione delle più importanti intuizioni del professpr Pototschnig, nel tentativo di riproporre all’attuale considerazione degli operatori un praticabile approccio metodologico ed un rigoroso bagaglio di riferimenti concettuali. In quest’opera di “ri-lettura” si sono quindi avvicendati diversi relatori, coordinati dal professor Aldo Travi dell’Università “Cattolica” del Sacro Cuore di Milano, ed accomunati tutti da una diretta conoscenza del noto amministrativista (o perché suoi allievi o perché hanno collaborato con lui sul piano scientifico). 
Il dibattito, avviato dall’ampio intervento della dottoressa Donata Borgonovo Re, allieva milanese del Maestro ed oggi ricercatrice di Diritto pubblico presso la Facoltà trentina, ha rievocato l’originalità e la freschezza di un pensiero che, già nel 1961, con il celebre saggio Insegnamento, istruzione, scuola comparso sulla rivista Giurisprudenza costituzionale, prefigurava la progressiva affermazione dei principi del pluralismo, della libertà di insegnamento, della “parità” tra scuola statale e scuola non statale, del diritto allo studio e dell’autonomia scolastica. Da tale approfondimento sono emersi i caratteri salienti di un sistema scolastico complesso, in cui più soggetti, sia pubblici che privati, concorrono, nel quadro di “norme generali”, alla prestazione del servizio pubblico dell’istruzione, concepito quale obiettivo unitario e condiviso. Un’analisi dettagliata di un siffatto scenario è stata offerta dal professor Aldo Sandulli, dell’Università di Urbino, il quale ha riscontrato - nell’attuale contesto riformatore - sia la concreta realizzazione di alcune delle idee del professor Pototschnig, sia la contemporanea sussistenza di persistenti “chiaroscuri” e di contraddittorie forme di “resistenza”.
Quindi, muovendo dalla ricostruzione della profonda ed accurata metodologia di ricerca seguita da Pototschnig, il professor Enzo Balboni, allievo anch’egli del Maestro ed oggi docente di Diritto pubblico presso l’Università “Cattolica” del Sacro Cuore di Milano, si è soffermato sulle importanti acquisizioni cui quella riflessione era giunta (anche in seguito alla diretta partecipazione alla redazione dei celebri “Decreti delegati” degli anni ’70) ed ha invitato gli interpreti ad una maggiore consapevolezza del problema pedagogico.
Alcune osservazioni conclusive sono state avanzate, al termine della mattinata, dal professor Giandomenico Falcon, dell’Università di Trento, il quale si è soffermato sulla diversa garanzia della libertà di insegnamento nel confronto tra scuola pubblica e scuola privata, segnalando inoltre la rilevanza che, alla luce del rinnovato Titolo V della Costituzione, le comunità territoriali potrebbero assumere nel processo riformatore.
Le acquisizioni concettuali di tale dibattito hanno così rappresentato lo sfondo sul quale si è tenuta, nel pomeriggio, una tavola rotonda, moderata del professor Roberto Toniatti dell’Università di Trento, finalizzata alla delineazione di un concreto scenario operativo per gli sviluppi della riforma in atto.
È così emersa nell’illustrazione del dottor Pio Rinaldi, dell’Università “Cattolica” del Sacro Cuore di Milano, l’importanza concreta che in proposito riveste la definizione dell’autonomia scolastica quale autonomia funzionale; un significativo riscontro sul punto si è potuto avere anche dall’intervento del dottor Ernesto Passante, Direttore dell’I.P.R.A.S.E. del Trentino, che ha tuttavia ricordato la tradizionale difficoltà di stabilire un rapporto sinergico tra diritto e mondo reale dell’istruzione. In proposito, il professor Marco Bombardelli, dell’Università di Trento, ha ribadito l’importanza che a tal fine può assumere la configurazione “reticolare” del sistema d’istruzione. In esso la partecipazione sociale alla vita della scuola è chiamata a dismettere le forme esclusive e tradizionali della logica conflittuale ed antagonistica interna agli organi collegiali (o tipica del rapporto burocratico) per definirsi quale partecipazione diretta alla rete integrata dei soggetti con-titolari dell’istruzione.
Di particolare interesse è stata la parte finale della discussione, introdotta dalla relazione della dottoressa Erminia Camassa, dell’Università di Trento. Si è dibattuto infatti della controversa questione dello status degli insegnanti di religione (anch’essa al centro di un recente e discusso progetto di riforma) e del significativo ruolo che l’autonomia scolastica potrebbe svolgere nell’implementazione dell’insegnamento religioso a garanzia dei fenomeni socialmente tangibili di un emergente multiculturalismo. Ma della disciplina della scuola si è illustrata anche la dimensione sovranazionale, poiché il conclusivo intervento del professor Toniatti ha ricordato che, nonostante la “debolezza apparente” dell’intervento comunitario (sfornito, in materia, della funzione legislativa), la disciplina contenuta nei Trattati sembra configurare un efficace sistema di governance, nel cui contesto compete all’Unione un’azione di coordinamento, sostegno e promozione che si concreta nell’adozione di una “soft law” diretta ad orientare le politiche scolastiche e le iniziative che da esse si sviluppano.
È quindi seguito un dibattito, al quale hanno preso parte operatori del settore e i relatori della mattinata: la discussione si è svolta alla presenza dello stesso professor Pototschnig, che si è così unito ai propri allievi e a tutti i presenti, partecipando con sentita e commossa attenzione alla conclusione dei lavori ed onorando con la sua insperata e preziosa partecipazione l’iniziativa del Dipartimento di Scienze Giuridiche e della Facoltà di Giurisprudenza. 

 


 

Nella storia dell'elaborazione teorica di un "sistema nazionale" dell'istruzione l'opera di Umberto Pototschnig rappresenta uno dei più significativi e riusciti momenti di riflessione: la ristampa di alcuni brevi ma incisivi contributi accompagnerà in un unico volume la pubblicazione degli atti della Giornata di Studio.
Docente di Diritto amministrativo tra i più autorevoli e stimati nel panorama italiano, il professor Umberto Pototschnig, che è stato anche Preside della Facoltà di Sociologia dell'Ateneo trentino, ha prevalentemente svolto la propria esperienza accademica nelle Università di Milano e di Pavia. La sue opere affrontano profili fondamentali delle discipline pubblicistiche: un'importante raccolta di saggi, con ricche indicazioni bibliografiche, si ritrova nel volume degli Scritti scelti (edito da Cedam nel 1999 e curato da A. Travi e E. Ferrari).

Foto al centro: Donata Borgonovo Re, Umberto Pototschnig, Giandomenico Falcon;
Foto in basso: “La scuola di Atene” di Raffaello Sanzio.