La fisica degli atomi
ultrafreddi
Inaugurato il centro BEC
di Sandro Stringari Circa 70 fisici provenienti da vari paesi (inclusi Giappone, Russia
e Stati Uniti) si sono riuniti a Povo il 14 e 15 marzo insieme con i colleghi del Dipartimento di Fisica e della Facoltà di Scienze
della nostra Università per inaugurare il nuovo centro di ricerca e sviluppo dell’INFM (Istituto Nazionale per la Fisica
della Materia) dedicato allo studio dei fenomeni legati alla condensazione
di Bose-Einstein (BEC) e per festeggiare i settantesimo compleanno
del fisico russo Lev Pitaevskii, professore ordinario dell’Università di Trento
dal 1998. Alla cerimonia hanno partecipato il presidente dell’INFM, professor
Flavio Toigo, il rettore dell’Università, professor Massimo Egidi e l’assessore alla
ricerca della Provincia Autonoma di Trento, dottor Mauro Leveghi che ha consegnato
al professor Pitaevskii l’Aquila di San Venceslao, come riconoscimento
della comunità trentina al suo importante contributo allo sviluppo delle ricerche
in un settore emergente e fortemente competitivo della fisica. All’inaugurazione
del centro ha partecipato anche il professor Claude Cohen-Tannoudji del College
de France di Parigi, premio Nobel per la Fisica 1997, che ha tenuto una conferenza
sulle proprietà dei gas di elio.
Il centro BEC-INFM, che è operativo a Trento già dall’estate scorsa e ha sede
presso il Dipartimento di Fisica, si occupa di ricerche teoriche nel campo della
fisica degli atomi ultrafreddi, settore dove negli ultimissimi anni ci sono stati sviluppi di grande rilevanza e che è
studiato sia sperimentalmente che teoricamente in molti laboratori del mondo. Si tratta
di un settore altamente interdisciplinare e innovativo con importanti ricadute
sia dal punto di vista della ricerca di base che nei settori applicativi,
come l’interferometria atomica, le misure di precisione e l’informazione
quantistica. Il gruppo di Trento si è creato negli ultimi anni uno spazio importante nel panorama internazionale collaborando attivamente
con i più importanti gruppi sperimentali del settore, come il Massachusetts Institute for Technology, il JILA Institute di Boulder in
Colorado, l’Ecole Normale Superieure di Parigi, il Physics Department di Oxford e il Laboratorio
Europeo di Spettroscopia non Lineare (LENS) di Firenze. Attualmente lavorano presso il centro BEC circa
quindici fisici, tra docenti dell’Università, ricercatori INFM, borsisti post-doc e studenti di dottorato, molti dei quali di
nazionalità straniera. Il centro è stato istituito nel 2002 dall’INFM, dopo una selezione
effettuata da un comitato scientifico internazionale e che ha visto la proposta
trentina collocarsi al primo posto. Il centro è dotato di finanziamenti che
permettono l’attivazione di alcune posizioni di ricercatore INFM, di borse per
visitatori, post-doc e dottorandi. Inoltre, grazie ai finanziamenti del centro, è
stato possibile attivare una posizione di professore universitario nel settore della
fisica della materia.
In tempi in cui si prospettano ristrutturazioni importanti nel campo della ricerca
scientifica a livello nazionale e vi è il serio rischio di una riduzione complessiva
dei finanziamenti pubblici, iniziative come quella dell’avvio del centro
BEC-INFM
lanciano messaggi importanti sia alla comunità scientifica che a quella
politica, riguardanti:
- il ruolo strategico della ricerca di base, che nei paesi avanzati procede sempre
di pari passo con quella applicata e tecnologica e di cui è spesso presupposto e
condizione ineludibile;
- la necessità che la programmazione dei finanziamenti della ricerca avvenga
tramite un processo selettivo basato sulla qualità dei progetti e affidato a organi scientifici competenti;
- l’importanza di sinergie tra enti di ricerca (in questo caso l’INFM), Università e
istituzioni locali (in questo caso la PAT che ha cofinanziato in maniera significativa
il centro);
- le nuove possibilità che iniziative di qualità possono offrire non solo in termini
di opportunità di lavoro per i giovani nel settore della ricerca (in controtendenza
con il fenomeno preoccupante della “fuga dei cervelli”) ma anche di capacità di
attrazione di scienziati stranieri nelle strutture di ricerca italiane.
Sotto: Inaugurazione del Centro BEC, 14 marzo 2003
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