Al via il Consorzio IdEA
Università e Marangoni Meccanica
impegnate su idrogeno, energia e ambiente
intervista di Marinella Daidone ad Antonio Miotello
È stato firmato il 12
marzo scorso l’atto ufficiale di istituzione del Consorzio Trentino Idrogeno,
Energia e Ambiente - Consorzio IdEA - tra l’Università di Trento e la Marangoni Meccanica
SpA. Ne abbiamo parlato con il professor Antonio Miotello in qualità di direttore
del Dipartimento di Fisica, struttura che svolgerà un ruolo di primo piano
nell’ambito del Consorzio, ed egli stesso impegnato in prima persona nelle
ricerche sul vettore idrogeno.
Professor Miotello, come è nato il progetto che ha
portato alla costituzione del consorzio IdEA?
Il Consorzio IdEA è nato dalla convergenza di interessi nel settore di ricerca
sull’idrogeno da parte dell’ateneo e delle aziende, in particolare della
Marangoni Meccanica.
Il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento ha infatti un’esperienza
consolidata in questo campo, poiché svolge da quasi quindici anni attività
di ricerca sull’idrogeno.
Va sottolineato che in questi ultimi anni sono maturati anche gli interessi dell’industria
locale e nazionale per questo nuovo vettore energetico, in relazione anche alla notevole crescita delle
attività per l’utilizzo dell’idrogeno da parte di numerose industrie europee e
mondiali.
Ulteriori punti di contatto tra ateneo e mondo delle imprese sono stati i tirocini
formativi e le tesi svolte da studenti di Fisica presso aziende trentine che
già avevano cominciato la propria attività nel settore dell’idrogeno.
Ci siamo accorti, quindi, che fra università e impresa esiste una forma di
complementarietà per quanto riguarda le attività: l’ateneo mette in campo i
suoi laboratori e le competenze per svolgere ricerca di base, mentre le industrie
trentine contribuiscono con la loro esperienza che si sta confrontando con quella di realtà
industriali straniere, ed in particolare statunitensi.
Qual è il contributo in termini di know how e di tecnologie
che fornirà l’ateneo e quale quello fornito dalla Marangoni Meccanica?
L’ateneo, e in particolare il Dipartimento di Fisica, garantisce una significativa
ricerca di base e la possibilità di impiegare strumentazione tecnologica
avanzata, per quel che riguarda l’utilizzo, la produzione e l’immagazzinamento
di idrogeno inteso come vettore energetico.
Uno dei problemi chiave di cui si sta occupando il Dipartimento di Fisica è
quello di mettere a punto la tecnologia per immagazzinare l’idrogeno in
stato solido in contenitori detti idruri metallici, questo perché immagazzinare
l’idrogeno in forma di gas compresso o di liquido criogenico comporta problemi
di sicurezza, di volume e di costi. Un altro aspetto che stiamo trattando
è quello relativo all’analisi dei gas che vengono iniettati in apparati che utilizzano
l’idrogeno, ossia le celle a combustibile (fuel cells): attraverso tecnologie
avanzate viene effettuato il controllo della purezza dell’idrogeno prodotto
da combustibili fossili che spesso danno luogo a residui. A questo proposito,
ci stiamo occupando anche della realizzazione di membrane selettive per la permeazione dell’idrogeno,
in grado quindi di bloccare il flusso, all’interno delle fuel cell, di gas
tipo il monossido di carbonio che danneggia irreparabilmente gli elettrodi
della cella.
Il contributo dell’ateneo nel Consorzio è anche quello di garantire una rete di
collaborazioni internazionali con laboratori all’avanguardia nella ricerca in
questo settore di punta.
L’apporto della Marangoni Meccanica nell’ambito del Consorzio è connesso
all’esperienza che questa azienda, in collaborazione con l’El.Ma di Rovereto,
può mettere in campo per quanto riguarda l’utilizzo di celle a combustibile,
oltre ad una stretta collaborazione con aziende e centri, in particolare statunitensi,
che utilizzano celle a combustibile già da molto tempo e che quindi ne conoscono le problematiche.
Importanti sono anche le interazioni tra questa azienda ed altre imprese che si
occupano del processo di reforming del metano da cui si può ricavare l’idrogeno.
Quali sono le principali finalità che si prefigge di
raggiungere il Consorzio, e quali le attività che si prevede verranno svolte?
Abbiamo elaborato, negli ultimi mesi, un progetto ambizioso e di grande interesse
che consiste nel rendere possibile la realizzazione del “quartiere a idrogeno”: un quartiere residenziale
in cui tutta l’energia elettrica e termica sia fornita dall’utilizzo
dell’idrogeno. Raggiungere questo obiettivo significa mettere a punto tecnologie
estremamente avanzate utilizzando tutte le competenze messe a disposizione
sia dall’ateneo che dalla Marangoni Meccanica (in collegamento con altre aziende); significa inoltre recuperare
il gap esistente tra l’Italia ed altri paesi che sono più avanti di noi in
questo campo.
Utilizzare l’idrogeno per le abitazioni contribuirebbe decisamente, ricordiamolo,
a ridurre le PM10 (comunemente dette polveri sottili) che stanno creando
grossi problemi alla salute e all’ambiente.
Sono previste collaborazioni di ricerca con altri soggetti
pubblici o privati?
Da circa un anno e mezzo ho visto crescere in modo significativo l’interesse
di enti ed aziende verso le nostre attività.
In effetti in questo lasso di tempo il Dipartimento di Fisica ha decisamente
imboccato la strada dell’utilizzo dell’idrogeno come vettore energetico,
attraverso il primo progetto di ricerca che in questo settore ha avuto il
finanziamento del MIUR, del quale mi è stato affidato il coordinamento nazionale.
Nel primo consiglio scientifico, il Consorzio ha discusso l’ingresso di
Petrolvilla-Bortolotti, dell’Istituto Trentino di Cultura e della Trentino
Servizi che in tempi brevi dovrebbero entrare a far parte del Consorzio stesso.
Molte altre realtà sono interessate a svolgere attività coordinata con il Consorzio,
tra cui, a livello nazionale: ENEA, Pirelli, Venezia Tecnologia ed il Centro Ricerche Fiat; a livello locale,
hanno concretamente manifestato il loro interesse, oltre alla già citata
El.Ma srl (Rovereto): Larentis Sistemi srl (Gardolo), Scandiuzzi srl (Pergine),
SGS Future srl (Trento), Eurocoating srl (Pergine).
Sono già stati avviati progetti di ricerca a cui prenderà
parte il Consorzio?
Come ho già detto il Consorzio partecipa ad un grosso progetto, insieme a
partner privati, per la realizzazione del “quartiere a idrogeno”.
Recentemente insieme ad altri soggetti tra cui l’ENEA, sotto la guida del
professor Carlo Rubbia, abbiamo elaborato due progetti nazionali nell’ambito
del FISR (Fondo Integrativo Speciale Ricerca): il primo per mettere a punto serbatoi a stato solido per l’idrogeno
ed il secondo per l’utilizzo di celle a combustibile all’interno di abitazioni
o anche laddove l’eventuale peso del serbatoio non costituisca un problema,
come per i natanti. In particolare, l’interazione con il Parco Tecnologico
di Venezia ci farà esplorare l’utilizzo di celle a combustibile nei natanti
che circolano nei canali di Venezia; l’uso dell’idrogeno potrebbe rappresentare
un importante contributo per la salvaguardia delle bellezze architettoniche
della città, intaccate ora dallo smog e contaminate anche dai rumori.
Il Consorzio adesso si sta aprendo anche a progetti europei relativi all’utilizzo
dell’idrogeno come vettore energetico. L’Europa ha stanziato cifre molto consistenti per l’utilizzo di questo
combustibile non inquinante e credo che il Consorzio, insieme ad altre realtà locali e nazionali, abbia gli strumenti
per concorrere positivamente a questi progetti.
Sopra: il professor Antonio Miotello;
in basso: il prototipo di un motore a idrogeno.
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