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  cooperazione internazionale 

Al via l’Ateneo italo-tedesco
Un ponte fra le due culture per creare sinergie tra alta formazione, ricerca e sistemi imprenditoriali. A Trento la sede italiana della prestigiosa istituzione

Intervista di Mariasilvia Ciola al rettore Massimo Egidi

Professor Egidi, un palco d’eccellenza per un’opera prima: l’accordo per la costituzione dell’Ateneo italo-tedesco firmato al Quirinale in occasione dell’incontro di Stato fra i due Presidenti della Repubblica Ciampi e Rau.
Nell’aprile del 2000, al termine di una riunione della Conferenza dei rettori italiani (CRUI) alla quale il presidente della Conferenza dei rettori tedeschi (HRK),
Klaus Landfried, aveva partecipato in qualità di ospite d’onore, proposi ai due presidenti di dare l’avvio alla creazione di un Ateneo italo-tedesco, in analogia a quanto stava già avvenendo in quel periodo a proposito dell’Ateneo italo-francese. In modo quasi inaspettato i due presidenti accettarono la proposta e firmarono una lettera d’intenti con la quale si impegnavano a proporre ai propri Governi l’istituzione di un Ateneo italo-tedesco.
L’idea fu subito sostenuta con grande convinzione dall’allora sottosegretario al Ministero dell’Università, Luciano Guerzoni, con il quale cercammo di stabilire la migliore strategia per la realizzazione di questa istituzione bilaterale in tempi ragionevoli. Infatti, nell’esperienza dell’Ateneo italo-francese si era frapposta una serie di problemi dovuti alla necessità del riconoscimento governativo che ne avevano rallentato l’attuazione.
Analogo problema, anzi amplificato, si presentò nei mesi successivi anche nel nostro caso per motivi riconducibili alla non omogeneità della forma di governo dei due Paesi. Il modello federale tedesco, infatti, affida alla competenza dei singoli Länder le materie dell’istruzione e della ricerca compresa quella universitaria. Ciò si traduce in un gran numero di soggetti che devono essere coinvolti quando dalla dimensione nazionale si passa a quella internazionale. Oltre alle tipiche competenze dei Ministeri degli Esteri e dell’Istruzione ci sono infatti in Germania la Conferenza dei Ministri della Cultura dei Länder, la Conferenza dei rettori che ha un preciso riconoscimento istituzionale (non come in Italia dove la CRUI è un ente di diritto privato la cui presenza è rimessa quasi esclusivamente all’autorevolezza conquistata negli ultimi anni) e il DAAD che è l’istituzione preposta al finanziamento dei progetti di mobilità internazionale a livello universitario.
Fu prevalentemente per queste ragioni che il progetto subì una battuta d’arresto a Berlino nel novembre del 2000, nonostante i buoni uffici del nostro ambasciatore in Germania, Enzo Perlot, e il pieno sostegno del Ministero dell’Università e della CRUI. 
L’opportunità per rilanciare il progetto si presentò nel luglio 2001, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Ciampi in Trentino, quando l’Università di Trento ebbe l’onore di riceverlo nella propria sede. Fu in quell’occasione che ne parlammo insieme, alla presenza del rettore dell’Università di Bolzano e del rettore dell’Università di Karlsruhe. Ciam
pi si dimostrò entusiasta del progetto non solo per la sua valenza europea, ma anche per una questione, se si può dire, personale: infatti aveva trascorso in gioventù un periodo di studio all’Università di Lipsia.
Sulla base dei risultati di questo incontro i rapporti con il Quirinale divennero sistematici e ci permisero di disegnare congiuntamente una strategia per la realizzazione del progetto finché si presentò l’occasione appropriata. Lo scorso 16 novembre, durante un incontro dei due Presidenti a Berlino, il Presidente della Repubblica Ciampi parlò al Presidente Rau del progetto dell’istituzione a Trento dell’Ateneo italo-tedesco. I due Presidenti concordarono di sostenere con convinzione il progetto, tanto da auspicarne la formalizzazione in occasione del loro futuro incontro ufficiale a Roma.
Il resto è cronaca: in occasione della visita di Stato del Presidente della Repubblica federale tedesca Johannes Rau, è stato sottoscritto a Roma lo scorso 16 aprile il documento preliminare per la costituzione dell’Ateneo italo-tedesco, dal Segretario Generale del DAAD (Deutscher Akademischer Austauschdienst) e da me. Tale documento, adottato di concerto con le due Conferenze dei rettori italiana e tedesca, stabiliva i principi della futura collaborazione italo-tedesca e fissava la firma dell’atto costitutivo entro il mese di maggio 2002.
Nel corso delle recenti consultazioni culturali bilaterali, avvenute a Villa Vigoni dal 22 al 24 aprile 2002, il progetto di Ateneo italo-tedesco ha trovato inoltre esplicito riconoscimento all’interno del protocollo bilaterale di cooperazione scientifica e tecnologica Italia-Germania.
Infine, lo scorso 25 maggio a Roma è stato sottoscritto dai presidenti delle Conferenze dei rettori italiana e tedesca, dal segretario generale del
DAAD e dal rettore dell’Università di Trento l’atto costitutivo dell’Ateneo, lo statuto.
Prossima e conclusiva tappa del processo di costituzione sarà la sottoscrizione di un impegno formale per il supporto e il finanziamento dell’Ateneo da parte dei due Governi, previsto entro l’anno. Tale accordo - vero e proprio atto a carattere internazionale - sarà sottoscritto dai rappresentanti dei Ministeri degli esteri e dei Ministeri competenti per l’alta formazione dei due Paesi, dal rappresentante della Conferenza dei Ministri della cultura dei Länder (organo rappresentativo dei sedici Länder titolari della competenza in materia di alta formazione) e dal presidente della Provincia autonoma di Trento.
Una genesi lunga e complessa che ha però condotto a un risultato importante per l’Università di Trento.
L’Ateneo italo-tedesco si pone l’obiettivo principale di rendere più efficace la cooperazione tra università italiane e tedesche e di rafforzarla attraverso effetti sinergici, promuovendo l’attuazione di programmi di studio e di ricerca in varie discipline. L’idea di fondo è quella non solo di rendere sistematico il rapporto fra le due culture, ma anche di creare progetti formativi che conducano alla creazione di figure professionali valide a livello europeo. In particolare, verranno incentivate le attività bilaterali con periodi di studio presso le istituzioni partner, con riconoscimento reciproco degli esami sostenuti, e saranno create opportunità di tirocinio professionale in azienda. I programmi di studio e ricerca integrati si potranno concludere con il conseguimento di doppi diplomi o diplomi congiunti, riconosciuti nei due Paesi. L’Ateneo promuoverà inoltre dottorati con tesi in co-tutela e progetti comuni nel campo della ricerca e dello sviluppo, favorendo le sinergie tra il sistema dell’alta formazione e della ricerca di entrambi i Paesi e i relativi sistemi imprenditoriali. Tra i progetti comuni, oltre allo sviluppo di attività congiunte per la didattica universitaria e la formazione continua, particolare interesse sarà riservato all’area di ricerca legata allo “studio virtuale” (o e-learning), che sfrutta tecnologie d’avanguardia per l’apprendimento e la comunicazione a distanza.
Lo statuto prevede una sede amministrativa presso l’Università a Trento e una presso il DAAD a Bonn, un comitato esecutivo e un comitato direttivo. Faranno parte del comitato direttivo i rappresentanti del mondo accademico ed economico dei due Paesi, oltre ai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche nazionali e locali, in qualità di osservatori. Saranno invece membri di diritto del comitato esecutivo il presidente e il vicepresidente - alternatamente italiano e tedesco - e i manager delle due sedi. Per raggiungere gli obiettivi che si pone, l’Ateneo italo-tedesco sarà finanziato in modo equivalente dalle due parti e beneficerà, inoltre, di contributi da parte di altri partner, sia pubblici che privati. Come si vede, la nostra Università riveste in questo accordo un ruolo preminente in quanto alla pari delle istituzioni ministeriali dei due Paesi. Non appena verrà firmato l’ultimo documento che permetterà l’avvio dell’Ateneo, chiederò a tutti i professori della nostra Università di partecipare, se lo desiderano, alla sua realizzazione.
Quali benefici per il Trentino?
L’amministrazione locale è sempre stata sensibile a questo tema e il presidente Dellai è un convinto sostenitore di quest’idea. Con quest’iniziativa si presentava per la prima volta in modo concreto la possibilità che il Trentino assumesse quel ruolo di ponte fra due culture, quella mitteleuropea e quella latina, e tra due economie, che era stato a lungo auspicato dalla comunità e dalla politica locale; era quindi naturale sviluppare la realizzazione del progetto con una forte sintonia fra Università e Provincia. In questo spirito, uno degli aspetti qualificanti l’Accordo di programma fra Università e Provincia autonoma prevedeva proprio il finanziamento delle spese di costituzione e amministrazione dell’Ateneo italotedesco. L’Ateneo italo-tedesco è inoltre uno dei punti che formano oggetto dell’accordo fra la Provincia autonoma di Trento e il Governo sottoscritto nell’aprile del 2001.
Siamo agli inizi. Per il momento potenzieremo gli scambi di studenti che desiderano “doppiolaurearsi”, partiranno a breve alcuni dottorati internazionali. Anche lo scambio culturale e scientifico riceverà un impulso grazie anche alla forte collaborazione che, proprio in seno al nuovo Ateneo, è nata con il Centro culturale di Villa Vigoni.
A quando, professore, l’inaugurazione delle sede dell’Ateneo italo-tedesco?
Da parte nostra, ci siamo impegnati, assieme al dottor Bode, segretario generale del DAAD e mio principale partner, a cominciare a ragionare sulla composizione degli organi previsti dallo statuto che dovranno essere di eccezionale qualità e statura internazionale e sui primi progetti comuni in cui vorremo impegnarci, nonché sul potenziamento della rete degli accordi di doppia laurea estendendola anche alle altre università italiane che hanno già manifestato interesse in tal senso.
Il mio personale auspicio è di aggiungere all’inaugurazione di questo anno accademico, che avrà luogo il prossimo novembre, un’altra importante ricorrenza oltre a quella importantissima del quarantennale: l’avvio delle attività dell’Ateneo italo-tedesco!
Lei prima ha parlato di una serie di interlocutori che hanno collaborato alla definizione del progetto: quali sono stati i partner più importanti?
Ricostruendo la vicenda mi accorgo che abbiamo incontrato, nel corso di questo complicato cammino, persone che si sono progressivamente appassionate al progetto e rivelate partner convinti e leali. Il pensiero va immediatamente alla memoria del nostro presidente, ambasciatore Perlot. Trentino, ambasciatore italiano in Germania, Enzo Perlot fu il primo che comprese realmente la portata del progetto. Egli ha dato un impulso fondamentale al processo grazie alla sua profonda conoscenza del mondo tedesco e delle persone chiave della diplomazia e del mondo politico ed economico dei due Paesi.
Un altro essenziale punto di riferimento è stato l’ambasciatore Francesco Aloisi de Lardel, direttore generale del Ministero degli Esteri per la cooperazione culturale; l’ambasciatore Aloisi, che riveste una posizione chiave al Ministero, ha sempre avuto una particolare attenzione per l’Università di Trento, svolgendo in alcuni casi un ruolo di mediatore fra le varie parti in causa nelle fasi in cui si sono affrontati gli aspetti più delicati. È stato un onore per me fare la sua conoscenza, ma anche avere l’opportunità di passare, assieme all’Ambasciatore Perlot, alcuni piacevolissimi momenti conviviali di cui conservo un graditissimo ricordo.
Naturalmente avremmo potuto fare ben poco senza la convinta collaborazione dei nostri partner tedeschi. Fondamentale è stato l’apporto della dottoressa Betina Kern, primo consigliere dell’Ambasciata di Germania a Roma: con grande entusiasmo e intelligenza è stata per noi “l’agente a L’Avana” che ha consentito in qualche momento di impasse la rapida rimozione degli ostacoli, spesso causati anche dalla reciproca scarsa conoscenza delle procedure dei due Paesi.
Infine, oltre all’appoggio costante dell’allora sottosegretario Luciano Guerzoni nel periodo del suo mandato, al progetto ha creduto il dottor Antonello Masia, direttore generale del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, il cui aiuto è stato prezioso per il disegno dello statuto e per aver indirizzato le nostre trattative verso forme giuridiche di accordo non solo compatibili con il nostro ordinamento, ma da questo finanziabili.
Anche i migliori progetti possono fallire se non “hanno le gambe” negli uomini migliori: abbiamo avuto la fortuna, non solo di avere una buona idea, ma di convincere ed entusiasmare le persone giuste per realizzarla.

Foto in alto a destra: allegoria “Italia e Germania” di Friedrich Overbeck (1789-1869), München Neue Pinakotheck;
in mezzo a sinistra (da sinistra): Christian Bode,segretario generale del Deutscher Akademischer Austausch Dienst, e Massimo Egidi, rettore Università di Trento, Roma, Sala degli specchi del Quirinale, 16 aprile 2002 (foto Antonio Di Gennaro).
in mezzo a destra (da sinistra):Roma, Sala degli specchi del Quirinale, 16 aprile 2002.L’intervento del consigliere diplomatico del Presidente
della Repubblica, Min. Plen. Antonio Puri Purini (foto Antonio Di Gennaro);
sotto (da sinistra): Roma, Sala degli specchi del Quirinale, 16 aprile 2002. Christian Bode, segretario generale del Deutscher Akademischer Austausch Dienst, e Massimo Egidi, rettore dell’Università di Trento, firmano il documento preliminare per la costituzione dell’Ateneo italo-tedesco (foto Antonio Di Gennaro).