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  edilizia  

Il Molino Vittoria restituito alla città
Nell'edificio restaurato dall'Università nuovi spazi per le necessità dell'ateneo
di Paolo Bari

Il “Molino Vittoria” ritorna al suo antico splendore. Un accurato lavoro di restauro ha restituito funzionalità ed eleganza all’edificio situato in fondo a via Verdi, da troppo tempo in degrado.
Entro poche settimane nell’immobile troveranno adeguato spazio alcuni uffici amministrativi dell’università. L’intera opera di recupero è stata curata dal gruppo di progettazione composto da Fulvio Osti e da Fabrizio Donatoni (progettisti dell’ufficio tecnico dell’Università di Trento), da Giancarlo Turrini (dell’ateneo di Padova) e da Manens Intertecnica (per la parte impiantistica). I lavori di restauro sono stati favoriti dalle caratteristiche di pregio volute dal progettista e dal proprietario del tempo (come per esempio l’uso di travi e pilastri in cemento armato), una scelta decisamente all’avanguardia per l’epoca della costruzione. L’estrema flessibilità della struttura ha consentito i numerosi cambiamenti d’uso, non ultimo quello appena concluso. Gran parte dei componenti - tegole, scale, finestre, solai, pavimenti, parapetti - è stata riutilizzata, garantendo in questo modo il mantenimento della tipologia formale originaria. Il “Molino Vittoria” può essere considerato l’unico edificio industriale di inizio Novecento pienamente conservato di Trento.
Il suo restauro costituisce dunque un pregevole esempio di archeologia industriale, come peraltro auspicato da insigni esperti. Dopo l’acquisto dell’immobile da parte dell’università nel 1989, la progettazione del restauro è stata avviata solo dieci anni dopo, nel 1999, mentre il cantiere è stato aperto nel marzo del 2000.
Tali ritardi sono in buona parte ascrivibili alle successive ipotesi riguardanti la destinazione dell’edificio, inizialmente pensato come nuova sede della Facoltà di Lettere e poi della segreteria studenti. I cambiamenti dell’organizzazione didattica e amministrativa hanno infine portato alla decisione odierna. Dopo aver concluso i lavori e completato l’arredamento (in fase di ultimazione), in giugno avverrà il trasloco degli uffici risorse umane (oggi in via Rosmini nell’ex-sede dell’Opera), ragioneria (attualmente dislocata in via Belenzani), rapporti con le imprese, convegni, comunicazione e orientamento (ora in Galleria Tirrena) e il settore dei rapporti internazionali (che abbandonerà l’ex-Cavazzani dove potrà iniziare la ristrutturazione). Nei locali troveranno posto circa centoventi persone.
La torretta ospiterà una piccola stazione meteorologica collegata con la Facoltà di Ingegneria. Il “Molino Vittoria” copre una superficie fuori terra di 2.500 metri quadrati distribuiti in tre parti: il corpo principale (nella zona sud), il silos (verso nord) e la torretta (al centro) nonché di 1.340 metri quadri di superficie interrata fra archivi e locali tecnici. La facciata sud presenta due interessanti statue dedicate a Cerere, dea dei cereali e delle messi (nell’angolo ovest), e Mercurio, dio delle merci e protettore dei commercianti (nell’angolo est).
Tutti gli elementi nuovi hanno un basso profilo architettonico e sono stati comunque segnalati con un colore differente dall’originale. Gli impianti tecnologici (riscaldamento, aerazione) sono collocati sotto terra all’esterno dell’edificio. Acquisto, restauro, arredo e oneri fiscali sono complessivamente costati 8.500.000 euro. La costruzione del sottopasso ha indubbiamente danneggiato l’edificio e l’intera area di via Verdi.
Per ridare un po’ di dignità urbanistica alla zona e per facilitare i collegamenti con il resto della città e dei sobborghi, è stato chiesto di predisporre una fermata della ferrovia di superficie (che utilizzerà il tracciato della linea della Valsugana) esattamente al posto del vecchio passaggio a livello in modo da servire sia il “Molino” sia la Biblioteca di Ateneo (che troverà collocazione nel piazzale San Severino) sia la Facoltà di Lettere (che sarà costruita in via Tomaso Gar). Come dimostrato da foto dell’epoca, una piccola stazioncina era già presente in epoca asburgica proprio nel luogo dove adesso si vorrebbe dislocare la fermata. L’ateneo è infine intenzionato a individuare un passaggio pedonale riservato per il collegamento con la Facoltà di Economia e con le altre strutture universitarie del polo di via Verdi.

La sua storia dal 1912 ad oggi

Nella foto: il Mulino Vittoria in una foto d'epoca