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  associazione laureati  

Selezionare o essere selezionati?
Come presentarsi nel mondo del lavoro
di Giulio Baldessari

Durante la carriera universitaria, come in quella lavorativa, si devono affrontare scelte che comportano importanti cambiamenti nel percorso professionale attuale o futuro. Queste situazioni sono impegnative e possono essere vissute in modo negativo o positivo per diversi fattori: ad esempio, disporre di una buona cultura personale, aver intrapreso corsi di formazione per migliorarsi, dimostrare carattere e spiccata personalità oppure essere convinti delle proprie decisioni. Tutti questi aspetti rappresentano una solida base per un curriculum vitae che abbia valore e possa essere spendibile. Ma, al momento della selezione per il primo lavoro, nel caso di un neolaureato, o per un nuovo posto, nel caso di una persona già occupata, le caratteristiche e le qualità inserite nel curriculum assumono un’importanza relativa. Altri elementi della propria formazione, che erano stati trascurati, in quel momento si rivelano fondamentali anche se neppure in quelle occasioni ci si accorge del ruolo vincolante che ricoprono nei nostri comportamenti. All’esito di un colloquio di lavoro, infatti, bisogna assegnare un giudizio relativo, slegato dalla semplice valutazione dei propri dati personali. Alla fine dell’iter di selezione, non è sempre il migliore ad essere scelto, ma chi risponde alle necessità richieste in quel momento; il vincente è colui che è in grado di presentarsi nel modo migliore e più efficiente.
Bisogna capire che il colloquio di selezione si basa sulla comunicazione e sulla gestione delle emozioni al fine di valorizzare le proprie capacità. In questo modo, si comprende che è l’intelligenza emozionale a guidarci nelle scelte che più si adattano all’altro tipo di intelligenza di cui si dispone, quella classica, misurata attraverso il famoso quoziente d’intelligenza (QI).
Il problema è che questa nuova consapevolezza delle proprie potenzialità si acquisisce in un periodo posteriore al conseguimento della laurea o al cambio dell’attuale occupazione. La formazione che si riceve all’università o sul posto di lavoro manca dell’insegnamento di tecniche e metodi per potenziare e sviluppare il cosiddetto quoziente emozionale, l’altra faccia dell’intelligenza che la nostra società non è abituata a conoscere ed usare. Eppure gli esempi nella vita quotidiana non mancano: molte persone con un QI elevato possono dare prestazioni simili a quelle di altre con QI inferiore qualora queste ultime siano molto superiori nell’intelligenza intrapersonale, nel saper, ad esempio , comunicare con gli altri e sfruttare efficacemente le emozioni. La carenza o la presenza di queste capacità produce risultati opposti come, per esempio, prendere le decisioni giuste o sbagliate sul lavoro, sul metodo di studio, sul partner al quale unirsi, sulle amicizie da frequentare, e così via.
Si nota, allora, che l’importanza della conoscenza del sé singolo e nel rapporto con gli altri non si riscontra solo nell’ambito lavorativo ma anche nella vita quotidiana. Per questo motivo, la ricerca del sé non è un argomento che si esaurisce leggendo un libro di psicologia oppure sfruttando ed applicando le nostre esperienze passate, ma s’inserisce fortemente in un iter personale di sviluppo e potenziamento. Il primo passo verso questo cammino, che ognuno di noi compie lungo tutta la sua vita, è realizzare, comprendere e valorizzare le proprie capacità emozionali per poi sfruttarle nel lavoro e nei rapporti sociali. Per aiutare questo inizio, la sezione di Economia dell’Associazione Laureati di Trento (Alut) ha organizzato, lo scorso 27 febbraio, un incontro riguardante proprio quelle tematiche. Valutando lo spessore e la delicatezza degli argomenti trattati, si è deciso di promuovere non un meeting didattico ma un dibattito tra due relatori di provenienza diversa: Davide Pietroni, psicologo esperto in enpowerment (enpowerment significa potenziamento e conoscenza del sé) e Roberto Penazzi, responsabile risorse umane della Whirlpool Europe SpA di Trento. I loro interventi hanno puntato a uno scambio di idee, di metodi e di esperienze partendo da punti di vista eterogenei. Per introdurre la discussione sul tema “selezionare o essere selezionati”, a Roberto Penazzi è stato chiesto di illustrare le sue impressioni riguardo i curricula vitae che riceve e i colloqui di lavoro ai quali ha assistito. Davide Pietroni, invece, ha chiarito concetti e tecniche legate al saper raggiungere i propri obiettivi sia nel lavoro sia nella sfera sociale. Entrambi i relatori, secondo il loro punto di vista, hanno parlato dei metodi e dato suggerimenti per sviluppare le capacità emozionali e per mantenerle vive grazie a strumenti di potenziamento personale. Un tema ricorrente è stato quello della ricerca e conoscenza del sé che costituisce la base dell’automotivazione, della volontà, della consapevolezza del potenziale, dell’autocontrollo, della resistenza alle frustrazioni e di altri importanti elementi che influenzano giorno per giorno i nostri comportamenti.
La forma scelta per l’incontro è stata quella del dibattito per valorizzare i contenuti emersi sia dai relatori che dal pubblico.
La mancanza, infatti, di una visione assoluta, il buon senso e la validità di differenti opinioni, le esperienze compiute in contesti lavorativi diversi, hanno permesso di discutere in modo critico e approfondito. Avendo dato rilievo alla possibilità di intraprendere tanti percorsi di sviluppo personale per sfruttare al meglio le opportunità professionali e della vita, si è cercato di far capire come e cosa scegliere tra l’indeterminato, “un lavoro”, e il determinato, “il lavoro”.

Nelle foto: a sinistra Roberto Penazzi; a destra Davide Pietroni.
 


Giulio Baldessari nato nel 1974 a Roma, residente a Trento, diplomato in Statistica nel 1997, laureato in Economia e Commercio nel 2000 presso l'Università di Trento. Attualmente, dopo alcune esperienze lavorative, sta svolgendo uno stage nell’ambito di un corso di formazione professionale FSE sul sistema informativo SAP. È membro sia del direttivo Alut sia della Sezione Alut di Economia.