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Il progetto SALTO: studio sul mancato arrossamento del lago di Tovel

Il lago di Tovel, situato nella parte settentrionale delle Dolomiti di Brenta, è conosciuto a livello internazionale per l’arrossamento delle sue acque durante la stagione estiva come conseguenza della fioritura dell’alga unicellulare Glenodinium sanguineum; il fenomeno è stato intenso fino al 1964, successivamente si è manifestato solo con sporadiche fioriture ed è completamente scomparso da qualche anno.
La Provincia Autonoma di Trento, rispondendo alla crescente “domanda di ricerca” sia da parte della comunità trentina che dei suoi vertici politici, ha deciso di sostenere e di finanziare il progetto SALTO (Studio sul mancato Arrossamento del Lago di Tovel) uno dei primi esempi di approccio coordinato e multidisciplinare ad un problema ambientale. Il progetto coinvolge infatti cinque istituzioni trentine organizzate in unità di ricerca: il Museo Tridentino di Scienze naturali, il Parco Naturale Adamello Brenta, il Dipartimento di Fisica e quello di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università degli Studi di Trento; il ruolo di coordinatore scientifico è svolto dall’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige. L’obiettivo generale della ricerca, che non vuole certo riportare in vita il fenomeno, si propone di fornire un’interpretazione oggettiva dei fattori responsabili del mancato arrossamento, allargando la prospettiva di studio a tutte le peculiarità del lago di Tovel, ad esempio all’antropizzazione del paesaggio, alla paleolimnologia, alla geologia, all’idrodinamica e alla meteorologia del lago e del suo bacino, tematiche che sono state organizzate in sei work packages ognuno con precisi obiettivi e finalità. La sinergia e la collaborazione tra queste istituzioni, unite alla cooptazione di altre organizzazioni scientifiche nazionali e straniere, porteranno ad approfondire e migliorare le metodologie di analisi ambientali, all’acquisizione di nuove strumentazioni e soprattutto alla formazione di una nuova generazione di ricercatori nel settore. In merito alla partecipazione dell’ateneo trentino al progetto SALTO, presentiamo i contributi del professor Graziano Guella del Laboratorio di Chimica Bioorganica e del professor Alberto Bellin del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale.