Il Libro bianco della CRUI
Analisi, proposte e dichiarazioni di principio dei rettori italiani per l'università
di Marinella Daidone
Lo stato delle università italiane e la carta dei doveri
e dei diritti nell'anno del cambiamento sono i punti
cardine del Libro bianco presentato nel marzo
scorso dalla Conferenza dei Rettori delle Università
Italiane. L'obiettivo dei rettori è ambizioso e dichiarato:
si tratta non solo di fare un'analisi del mondo
universitario italiano, in un momento estremamente delicato in cui si avvia la riforma dei titoli e
dei corsi di studio, ma anche di offrire un
contributo propositivo alle strategie e alle scelte di
governo del sistema di formazione superiore e della
ricerca in Italia.
Il paese sta cambiando, come
l'università. La società cambia rapidamente e le
università devono confrontarsi con i problemi
nuovi che ne derivano tra cui la dimensione sovranazionale,
l'avvento della società della comunicazione e
la globalizzazione delle dinamiche economiche e finanziarie. Le università sono parte
integrante della nazione: esse costituiscono non solo un motore per la crescita economica
e sociale, ma influiscono profondamente sullo stato della cultura di un popolo.
Occorre quindi essere consapevoli che qualsiasi intervento sull'università avrà
immediati riflessi sull'intera società.
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Il presidente della CRUI,
Luciano Modica
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Gli studenti, una componente essenziale. Gli studenti formeranno le
classi intellettuali di domani. Si ripete spesso che in Italia gli studenti universitari
sono troppi, ma dall'analisi effettuata dalla CRUI emerge che il loro numero è
tutt'altro che eccessivo rispetto ad altri paesi occidentali. In Italia è alto il
numero degli abbandoni e coloro che riescono ad arrivare
alla laurea in media impiegano molto più tempo
rispetto ai coetanei di altri paesi europei.
Gli atenei devono perciò porre in primo piano
la figura dello studente, che diventa quindi un
"cittadino-cliente" il quale sceglierà sempre
più l'università dove studiare sulla base dei
servizi erogati, della qualità della vita della città,
dell'eccellenza dell'offerta didattica e del
valore del "marchio" della sede di formazione.
Competizione e differenziazione degli
atenei. Secondo la CRUI le università
devono percorrere la strada della corretta competizione con regole fissate dal governo
e riconosciute e condivise dai singoli atenei: occorrono parametri quantitativi chiari,
capaci di cogliere la qualità del sistema e delle singole attività, attraverso i
quali poter effettuare valutazioni comparative.
La competizione diventerebbe in questo modo uno strumento per far
entrare in un circolo virtuoso il sistema universitario, il quale deve saper
trasformare in elemento di ricchezza - e, quindi, di attrazione dei giovani
- le proprie differenziazioni.
Ricerca e formazione con l'impresa. Nel difficile cammino
della trasformazione, le università dovranno mantenere la
loro identità storica, rimanendo il luogo deputato per la
ricerca, l'insegnamento e lo sviluppo della conoscenza.
In realtà - sottolineano i rettori -, pur
mantenendo viva la distinzione tra attività del mondo
produttivo e attività intellettuale, ci si
rende conto che oggi il successo di una comunità si basa
sull'integrazione fra ricerca, formazione e produzione. Se da un lato la ricerca
pura rimane fondamentale, altrettanto importante si presenta però il rapporto tra
università e mondo dell'impresa. Una collaborazione tanto più proficua se
l'università saprà adeguare e differenziare
la propria offerta didattica e se l'impresa, a sua volta, saprà esplicitare le
proprie esigenze formative e professionali.
Le università si percepiscono sempre meno
come isole autosufficienti e usano la propria
autonomia per creare sinergie con istituzioni e
imprese. Tentativi in questa direzione sono già stati
coronati da successo, come gli "spin off" -
incubatori di lavoro qualificato e di produzione di beni
e servizi innovativi - o i "liaison office", uffici di
relazione con il sistema delle imprese.
La nuova università. Nel prossimo anno
accademico si passerà ad un sistema di studi
articolato su più livelli, il cosiddetto 3+2: è una
transizione storica che vede impegnate le forze più
vive di tutti gli atenei ed è una sfida che le
università stanno affrontando con grande
consapevolezza. La Conferenza dei Rettori sottolinea con
forza l'importanza della funzione del parlamento e
del governo in questa fase e, mentre chiede più
risorse per il sistema universitario - per
strutture, ricerca e diritto allo studio -, vara una carta
dei doveri e dei diritti. Si tratta dell'espressione
dei principi fondamentali e degli intenti che le
università si pongono e che rivolgono agli
organi politici perché la riforma non sia una
semplice "riverniciatura" dell'esistente ma rappresenti
un primo passo per la creazione dell'università
di domani.
Il Libro bianco si trova su Internet all'indirizzo www.crui.it/librobianco.html
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