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       l'intervista       
Un ambasciatore verso l'Europa
Il nuovo presidente del CdA darà ulteriore impulso all'internazionalizzazione dell'ateneo Enzo Perlot intervistato da Paolo Bari

L'ambasciatore trentino Enzo Perlot è il nuovo presidente del consiglio di amministrazione dell'ateneo. L'indicazione della giunta provinciale è stata accolta con ampio favore da tutti i componenti del più importante organo di gestione dell'Università. Nato a Mezzolombardo, Perlot ha iniziato nel 1959 quella carriera che lo ha portato a coprire prestigiosi incarichi sia a Bruxelles presso la Cee e la Nato, sia presso altre sedi diplomatiche e consolari italiane all'estero (come Vienna, Monaco di Baviera e Lisbona). Dal '96 al dicembre del 2000 è stato ambasciatore d'Italia a Bonn e a Berlino. Lo abbiamo incontrato nel suo nuovo ufficio di via Belenzani.

Come è nata la sua candidatura alla presidenza dell'università?


Verso la fine della mia esperienza diplomatica, per motivi professionali ed emotivi ho seguito con notevole attenzione i rapporti dell'Università di Trento con il mondo accademico tedesco. Non nascondo l'orgoglio provato per le capacità e per l'attivismo dimostrato da questa sede di media dimensione e di recente istituzione. In tale ambito ho avuto numerosi contatti con il rettorato e con la Provincia. Inizialmente pensavo di porre la mia esperienza europea a disposizione dell'ateneo trentino in altre forme, ma poi il presidente Dellai mi ha invitato a riflettere sull'opportunità di mettere a profitto le mie competenze per l'internazionalizzazione dell'Università. Ho accettato la proposta, grato e lusingato della nomina che considero un modo per restituire alla mia terra, spero almeno in parte, quanto ho ricevuto nel passato.

Qual è stato il suo primo impatto?


Il clima nel consiglio di amministrazione mi è sembrato buono. La discussione e la votazione sul bilancio preventivo sono avvenute in modo costruttivo e ragionato. Le premesse sono dunque positive.

E i suoi primi impegni?


Il presidente del Consiglio di Amministrazione
dell'Università di Trento Enzo Perlot
Adesso sto approfondendo la conoscenza della realtà accademica trentina, in particolare l'aspetto relativo ai rapporti esterni, il settore nel quale ritengo di poter dare un mio contributo.

Che funzioni ha il presidente del consiglio di amministrazione?


Dando per scontato che il rettore è il rappresentante legale dell'Università, il presidente ha il compito di seguire i rapporti con gli enti locali, nazionali e internazionali. Verrò spesso a Trento, ma farò capo a Roma perché credo possa essere un punto di riferimento utile a garantire i contatti con i ministeri e con gli altri enti italiani e stranieri.

Quali saranno i rapporti con la Provincia?


Di stretta collaborazione, ma in totale autonomia. Non mi è stato chiesto né ho intenzione di gestire il consiglio di amministrazione in modo politico o nelle vesti di interposta persona. La nomina è stata fatta con grande rispetto per gli interessi e per l'autonomia dell'Università.

Come giudica l'ateneo trentino?


Vedo un quadro davvero confortante. Il rapporto con le università tedesche è sintomatico. Se sedi prestigiose come Dresda accettano di collaborare con Trento, significa che vi è un implicito riconoscimento per il valore dell'ateneo trentino, considerato all'altezza della loro grande tradizione. Questa valutazione costituisce una garanzia della qualità dell'istruzione superiore a Trento, uno strumento che in breve tempo ha acquisito notevoli meriti. Il positivo giudizio dei tedeschi rende inoltre più semplice offrire e proporre nuove forme di cooperazione con altre realtà europee.

Per esempio?


Innsbruck, sede che ha recentemente scelto Trento come prima università partner italiana nel campo dell'ingegneria. Sono piuttosto soddisfatto che la collaborazione con l'ateneo tirolese possa contribuire a rafforzare la convivenza. I contatti fra Trento e Innsbruck in tema di territorio e di ambiente costituiscono l'ulteriore prova del contributo costruttivo che le due università possono offrire alle comunità locali. Né ho bisogno di sottolinea-re, anche in questo contesto, la larga disponibilità dell'ateneo trentino ad un rapporto aperto e positivo con le istituzioni di Bolzano.

In base alla sua esperienza professionale, ritiene auspicabile l'istituzione di un corso di laurea in scienze internazionali?


E' una proposta interessante e comprensibile per Trento, finalizzata al processo di unificazione europea che in futuro sarà un elemento sempre più rilevante. Trento si trova su un crinale culturale e linguistico che giustifica questa ipotesi. Fra l'altro tale corso di laurea potrebbe offrire ottime opportunità professionali ed occupazionali. Ricordo tuttavia che alcune scelte preliminari competono al senato accademico prima ancora che al consiglio di amministrazione.

Come vede il futuro dell'università di Trento?


Non deve diventare un super-liceo, ma una sede periferica di prestigio che si collega ad una rete internazionale in modo da garantire aperture culturali all'intera comunità trentina. Solo con questo respiro la nostra Università salvaguarderà quel profilo qualitativo che le è stato riconosciuto dalla stampa nazionale.