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Occupazioni militari nella Seconda guerra mondiale e mutamento: un nuovo progetto europeo
di Gustavo Corni

Il convegno internazionale The Impact of National Socialist and Fascist Occupation on Europe ha riunito a Trento, dal 30 novembre al 3 dicembre scorsi, presso la Facoltà di Sociologia e l'Istituto storico italo-germanico oltre cinquanta ricercatori provenienti da tutta Europa, dagli Stati Uniti e da Israele. Il convegno, organizzato dal sottoscritto, ha rappresentato il momento ufficiale di inizio di un progetto quadriennale di ricerca, che vedrà impegnati su questo ampio e complesso tema più di sessanta ricercatori. Finanziato dalla European Science Foundation - la mega-fondazione scientifica europea, che riunisce i vari organismi per la ricerca scientifica nazionali - il progetto è stato elaborato da un comitato scientifico presieduto da Wolfgang Benz, direttore del Centro per lo studio dell'antisemitismo di Berlino, e da Hans Blom, direttore del Centro neerlandese di documentazione sulla guerra (Amsterdam).
Si tratta di un ambizioso progetto di ricerca, che si articola in sei nuclei tematici, affidati ciascuno ad un team internazionale, formato perlopiù da studiosi giovani (ma già ricchi di esperienze di ricerca e dai brillanti curricula scientifici). I nuclei tematici sono i seguenti: La legittimazione politica e culturale delle occupazioni, Le chiese, L'economia nei territori occupati, La vita quotidiana, Le migrazioni di massa (forzate e non) ed infine Le politiche anti-ebraiche. Sei nuclei tematici, che pur non pretendendo di coprire tutte le possibili questioni consentono di sondare ad ampio raggio le forme e le conseguenze delle occupazioni militari attuate dalla Germania nazionalsocialista e dai suoi alleati-satelliti (in primo luogo, l'Italia fascista) in Europa durante la Seconda guerra mondiale. Su questo tema esiste ormai una letteratura specialistica sterminata; una letteratura che si espande incessantemente anche grazie all'apertura di nuovi giacimenti archivistici, soprattutto in Russia e nell'Europa orientale. Giacimenti, che erano finora rimasti inaccessibili alla ricerca storica. Quali novità significative si propongono di apportare i ricercatori, che si sono incontrati a Trento per lanciare il proprio progetto? Innanzitutto, è nuova la prospettiva internazionale e comparata. La storiografia si è dedicata prevalentemente a studiare aspetti della politica (sarebbe meglio dire, delle politiche) d'occupazione della Germania nazionalsocialista, indubbiamente la principale protagonista del conflitto. Oppure, sono stati studiati aspetti di singole politiche d'occupazione: ad esempio, la politica d'occupazione italiana nei Balcani e in Grecia (invero, poco studiati). E' nuova la prospettiva di analizzare insieme, su vasta scala, le differenti scelte politiche dei paesi coinvolti dalla politica di conquista di Hitler, ma mossi anche da specifici interessi propri.
1940, i tedeschi occupano Parigi.
L'elemento psicologico dell'ingresso dei Nazisti a Parigi
fu devastante per il morale dei francesi, già provati dalla guerra.
In alto: parata militare sotto l'Arco di Trionfo (foto Ullstein)
A lato: autoblindo attraversano i Campi Elisi
(foto Bibliothèque Nationale)
Il secondo aspetto di novità, accanto a quello comparativo e sovra-nazionale, è quello della periodizzazione. Solitamente, lo studio delle politiche d'occupazione si chiude con il 1945. Il progetto di ricerca appena partito, invece, intende mettere l'accento sugli effetti di medio periodo delle occupazioni stesse: sul piano politico, economico, demografico, sociale, ecc…Perciò, è stata indicata come data di termine il 1950.
Il progetto è ai suoi inizi; il convegno di Trento è stato un momento intenso di discussioni, di messa a punto, di reciproca conoscenza fra studiosi e studiose provenienti da tante differenti culture storiografiche. Particolarmente signficativo è - mi sembra - il coinvolgimento di un nutrito gruppo di ricercatori provenienti dai paesi dell'Europa orientale; in generale, le condizioni in cui sono stati formati ed hanno potuto lavorare fanno sì che essi appartengano ancora ad un "mondo" storiografico isolato, poco in sintonia con i circuiti della ricerca e della riflessione metodologica internazionale. Il progetto ora avviato si propone di contribuire - nel suo piccolo - a colmare questo distacco. Se vogliamo allargare l'Unione Europea verso Est, la scienza diviene un elemento cruciale; dare vita ad una vera comunità scientifica europea ne è un prerequisito.
Presso l'Università di Trento nei prossimi quattro anni avrà sede logistica uno dei sei gruppi di ricerca, quello sulle migrazioni, di cui lo scrivente è coordinatore assieme ad un ricercatore ungherese: Tamas Stark. Anche fruendo della collaborazione dell'Istituto storico italo-germanico, il nostro gruppo si riunirà qui per seminari annuali, che serviranno per mettere a punto le ricerche individuali, coordinarle e realizzare quelle pubblicazioni che, immesse nel circuito internazionale, saranno il segno concreto dei risultati di ricerca raggiunti.