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    orientamento e servizi agli studenti    

Conoscere per scegliere

Nasce il Centro per l'informazione e l'orientamento
di Marinella Daidone

Uno spazio per incontrarsi: è questa la prima tra le molte e diversificate funzioni cui sarà destinato il nuovo Centro per l'informazione e l'orientamento inaugurato a Trento, in via Tomaso Gar 29, il 17 gennaio scorso. Voluto dall'Opera Universitaria di Trento - ente provinciale per il diritto allo studio - e dall'ateneo trentino, il Centro è stato realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.
Dedicato principalmente ai ragazzi delle superiori e agli studenti dell'ateneo, il Centro è dotato di un sistema multimediale avanzato, attraverso il quale i visitatori potranno navigare in Internet esplorando i siti di interesse. Il materiale illustrativo messo a disposizione e la presenza di "orientatori" (tra cui alcuni studenti universitari) per colloqui individuali o di gruppo, fa sì che ciascuno possa servirsi del Centro nel modo che gli è più congeniale. Tra le altre possibilità di uso del locale si può già pensare all'organizzazione di convegni e seminari o di giornate dedicate a singole facoltà o presentazioni specifiche rivolte, ad esempio, a presidi e docenti delle scuole superiori.
L'inaugurazione - un momento significativo, privo di discorsi ampollosi o di circostanza - ha visto un pubblico attento e numeroso seguire gli interventi, concreti e mirati, dei principali protagonisti a cui si deve la realizzazione del Centro per l'informazione e l'orientamento.
Fulvio Zuelli, presidente dell'Opera Universitaria e "padrone di casa", ha imperniato il suo discorso su due concetti semplici ma di grande pregnanza, che hanno evidenziato l'importanza delle attività di orientamento nelle università italiane e la solerzia con la quale Trento si sta muovendo in questo campo.
"Rendere più evidente, leggibile, facile l'esercizio delle attività di orientamento" con la creazione di uno spazio dove l'utente si trovi bene e abbia a disposizione i supporti informativi, ma anche la possibilità di dialogo che gli permettano di iniziare a pensare seriamente al proprio futuro.
"L'Opera Universitaria" continua Zuelli "sta cercando da anni di interpretare il diritto allo studio anche come diritto-dovere a un clima culturale", con una particolare "attenzione a privilegiare l'ambiente in cui si studia, in cui si vive, in cui ci si muove".
Un progetto a 360°. "Credo che non si possa studiare e non si possa avviarsi allo studio in luoghi che non abbiano una dignità sufficiente", laddove dignità non coincide con eleganza, ma "vuol dire allo stesso tempo forza, unita a quella dolcezza che apparteneva, ad esempio, all'illuminazione delle vecchie biblioteche". Sono le parole dell'architetto Italo Lupi, progettista dell'opera insieme agli architetti Pio Nainer e Giuso Della Giusta.
Sotto: l'ingresso da via Tomaso
Gar del Nuovo Centro. Profilati in
ferro, legno truciolare, alluminio
e linoleum sono i materiali
volutamente "poveri" utilizzati
dai progettisti.
L'opera non era di facile realizzazione. "Il luogo era tristissimo - dice Lupi - , era un vecchio garage con una rampa di accesso che abbiamo dovuto trasformare in una scalinata".
È stata una sfida accolta con entusiasmo dove si partiva da uno spazio seminterrato di circa 600 mq per creare un ambiente accogliente e funzionale: la rampa d'accesso è diventata una scenografica scalinata che introduce alla reception e immette alla zona aperta di conversazione e agli studioli (piccoli spazi ben illuminati per la lettura o per il dialogo tra due o più persone), al centro tra le colonne un piano di lavoro con 8 postazioni computer con accesso rapido a Internet e alla rete d'ateneo. Da non dimenticare la sala conferenze da 35/40 posti e una bacheca in metallo lunga 13 metri per l'affissione di annunci e lo scambio di messaggi. Molti hanno lavorato alla realizzazione di quest'opera, per la quale si è puntato soprattutto sull'uso di materiali "tecnici" prestando particolare attenzione al problema dell'illuminazione, ma, certamente il principale artefice è stato l'architetto Lupi.
Noto designer e progettista di grandi esposizioni, tra cui le mostre di Palazzo Grassi a Venezia (Rinascimento, I Maya, I Trionfi del Barocco), Italo Lupi è membro italiano dell'AGI (Alliance Graphique Internazionale) e attualmente Art Director e Direttore Responsabile della rivista Abitare. Tra i pochi cenni che qui si danno su di lui, aggiungiamo che gli è stato assegnato il Compasso d'Oro per la Grafica nel 1998 e che recentemente gli è stata dedicata una mostra alla Settimana Internazionale della Grafica di Grenoble intitolata Italo Lupi: le projet à 360°.
Il Centro per l'informazione e l'orientamento è stato anch'esso un "progetto a 360°", poiché la realizzazione di questo splendido "contenitore" è stata concepita in vista della funzione che esso è chiamato ad assolvere.

Il mondo del lavoro chiede professionisti preparati. "Il problema dell'orientamento è vitale per le università" dichiara Massimo Egidi, il rettore dell'Università di Trento, "l'approccio non può essere una réclame ma deve essere un modo di aiutare i giovani a capire quali possano essere le loro prospettive e quale sia la loro vocazione, poiché le professioni del futuro saranno sempre più legate a una formazione elevata."
Su questa stessa linea l'intervento di Giovanni Pegoretti, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, che sottolinea come il contributo della Fondazione vada nella direzione di sostenere "settori cruciali per lo sviluppo della società e dell'economia trentina". Aggiunge che il rapido cambiamento di scenario del mondo del lavoro rende sempre più importante evitare errori nella scelta del corso di studi, sbagli che poi verranno pagati non solo in termini personali e familiari, ma che graveranno su tutta la comunità.
"Questo nuovo Centro salda in via definitiva il rapporto tra la scolarità superiore e il mondo universitario." Sono le parole del sindaco di Trento, Alberto Pacher, che accenna ai problemi della bassa scolarità e dell'abbandono che coinvolgono anche il Trentino, una realtà dove è avviato un forte processo di cambiamento. "Abbiamo bisogno - conclude Pacher - di incentivare i nostri ragazzi a proseguire nel percorso formativo, in modo da portare nel nostro territorio un sapere di alto livello per permettere la prosecuzione del processo di trasformazione e di progresso."