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Il rettore incontra il personale
Lavorare in modo nuovo per lo sviluppo dell'ateneo
di Marinella Daidone

Le strategie di sviluppo dell'Università di Trento sono state discusse dal rettore, Massimo Egidi, con il personale tecnico e amministrativo in un incontro che si è tenuto il 22 febbraio scorso. Egidi, nel suo intervento iniziale, ha sottolineato la capacità progettuale dell'ateneo: la sinergia con gli enti territoriali dà all'Università di Trento una carta in più per diventare un polo di eccellenza che punta alla qualità e all'apertura internazionale. L'accordo di programma pluriennale con la Provincia Autonoma di Trento e gli accordi con altri enti assicurano risorse per il raggiungimento di obiettivi concreti e di ampio respiro a breve, medio e lungo termine. Ma questo è al tempo stesso un importante traguardo e un punto di partenza: avere finanziamenti finalizzati a progetti non basta, i progetti vanno realizzati. E qui entra in gioco il personale tecnico e amministrativo che, insieme a tutte le altre componenti dell'ateneo, è chiamato ad impegnarsi e a lavorare in modo nuovo - per progetti - ed in modo motivato, con scopi e finalità precise. Durante l'incontro il personale è stato unanime nell'apprezzare lo sforzo compiuto dagli organi di gestione per programmare il futuro dell'ateneo. Mentre perplessità e dubbi sono emersi su temi che toccano più da vicino il personale.
In cosa consisterà questo nuovo modo di lavorare? Quale sarà il mio ruolo? Il mio impegno sarà premiato anche dal punto di vista economico? Purtroppo l'intera categoria sta attraversando un momento di oggettiva difficoltà, con un contratto di lavoro scaduto da tempo e un passaggio dal "vecchio ruolo di impiegato statale" a lavoratore, con contratto di tipo privatistico, dipendente da un ente pubblico, che a sua volta si sta sempre più trasformando in azienda. Testimonianze estremamente positive sono venute da persone già impegnate in progetti, che quindi stanno già sperimentando nuove modalità di lavoro. Un motivo ricorrente in quasi tutti gli interventi è stata la richiesta di confronto e di dialogo a tutti i livelli: a partire dal quotidiano (il rapporto del dipendente col suo responsabile funzionale) fin nelle sedi istituzionali di contrattazione e di decisione. La capacità di comunicare è un punto nodale per entrambe le parti: comunicazione intesa non come rovesciamento di ruoli, ma come possibilità di dialogare, contrattare, scambiarsi informazioni.