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Una certezza per il futuro
Provincia e Ministero garantiscono le risorse per didattica, ricerca ed edilizia L'Università può contare sul solido sostegno della Provincia e dello Stato. Il rettore Massimo Egidi ha infatti sottoscritto un accordo di programma con la Provincia Autonoma di Trento e un protocollo d'intesa con il Murst, due importanti documenti che consentono all'ateneo trentino di progettare con maggiore certezza il suo sviluppo didattico ed edilizio grazie alle risorse economiche messe a disposizione dalle due istituzioni. Da sempre attenti al potenziamento della massima struttura formativa locale, Provincia e Stato hanno adesso deciso di rafforzare il loro ruolo di collaborazione, pur lasciando all'Università piena autonomia nel definire programmi e priorità di intervento. Alla partnership hanno inoltre aderito la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e i Comuni di Trento e di Rovereto. Il cospicuo contributo economico (quasi centocinquanta miliardi dalla Provincia fino al 2003
e trentasei dal Murst nei prossimi tre anni) rappresenta senza alcun dubbio un rilevante
stanziamento ottenuto dall'Università, indicativo del credito che l'ateneo ha saputo conquistarsi presso le
istituzioni locali e nazionali. Non si tratta peraltro di un risultato inatteso. I due accordi
costituiscono infatti l'esito finale di un rapporto di cooperazione maturato da tempo in seguito a un
complesso lavoro effettuato dalle tre amministrazioni. Tutto il personale sarà adesso chiamato a un
ulteriore salto di qualità per gestire gli impegni connessi con l'attuazione dei programmi di sviluppo. Il
dottor Marco Tomasi, uno degli artefici delle due intese, spiega progetti e obiettivi dell'Università. Fu
proprio il direttore amministrativo che già nel febbraio del 1999, in occasione della cerimonia
di inaugurazione dell'anno accademico, affermò la necessità di giungere a un "accordo di
programma pluriennale capace di garantire politiche di sviluppo condivise e di grande significato".
Quali sono i contenuti dei due accordi? Per la realizzazione dei progetti di potenziamento della didattica, dell'attività di ricerca e dell'edilizia universitaria la Provincia stanzierà la somma di 148 miliardi nel periodo compreso fra il 1999 e il 2003. Dal 2000 al 2002 il Ministero interverrà con un finanziamento straordinario di 36 miliardi destinati specificamente all'edilizia. Si tratta di cifre piuttosto consistenti, che mettono l'ateneo in grado di realizzare progetti significativi da tempo elaborati. L'accordo di programma con la Provincia prevede il conseguimento di alcuni obiettivi; quali le priorità? In attuazione della legge provinciale n. 3 del 1999, l'accordo è finalizzato all'ampliamento dell'offerta formativa (con priorità per informatica, ingegneria delle telecomunicazioni, scienze della formazione), allo sviluppo della rete di cooperazione internazionale (doppia laurea, visiting professor, dottorati, mobilità), alle attività di ricerca in aree di comune interesse, al rafforzamento dei servizi agli studenti e ai docenti (teledidattica, biblioteca), al potenziamento del settore amministrativo (semplificazione, valutazione, osservatorio statistico) e all'integrazione con il sistema produttivo locale (rapporti con le imprese, attività di formazione). Una novità è infine costituita dal supporto alle iniziative e ai programmi della Provincia per progetti di ricerca in aree di particolare interesse per lo sviluppo economico-sociale del Trentino. Cosa cambia rispetto al passato? Il valore aggiunto consiste nella possibilità di una programmazione pluriennale che si fonda sulla certezza dei finanziamenti, non più stabiliti di anno in anno. La Provincia ha riconosciuto l'importanza di stanziare somme consistenti a favore dell'Università, quale investimento a vantaggio dello sviluppo dell'intera collettività. Da parte sua, l'ateneo viene indotto - più che in passato - a progettare il proprio futuro, tenendo conto anche dei bisogni del territorio. Si tratta infatti di scelte strategiche che mirano a porre il nostro ateneo in grande evidenza nel campo della ricerca scientifica e della formazione, dando continuità a sforzi importanti che ci hanno coinvolto negli ultimi anni. In ogni caso, vorrei rilevare come i finanziamenti per l'edilizia garantiscano il potenziamento dei servizi universitari, ma nel contempo assicurino una ricaduta economica locale di rilievo nel settore. Non vi è il pericolo che stanziamenti così importanti possano limitare l'autonomia dell'Università? Gli obiettivi sono stati formulati dagli organi di governo dell'Università, in
linea con le scelte strategiche che mirano ad assicurare al nostro ateneo
una posizione di rilievo per la qualità
della ricerca scientifica e delle attività di
formazione. Sono convinto comunque che l'autonomia universitaria sia
ormai vissuta anche dalla comunità locale come prezioso patrimonio e
garanzia per un armonioso sviluppo.
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