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  musica insieme  

Il giorno 8 febbraio al Centro Polifunzionale di via Prati a Trento ha avuto inizio, con la performance del Trio Piaïa Naïa, la rassegna Jazz organizzata dall'Opera Universitaria.
Tale rassegna, che andrà avanti fino al mese di maggio, si articola in sei appuntamenti, che prevedono l'esibizione di vari musicisti. Infatti dopo i Piaïa Naïa Trio è stata la volta de I Jazz Print (il 26 febbraio) e di Stefano Mirandola (il 4 marzo); gli altri tre appuntamenti, invece, vedranno, con inizio alle 20,30, protagonisti:
ERNST REIJSEGER il 31 marzo
Il TRIO "LE SILENCE" il 22 aprile
FRANCO MORONE e ALEX DE GRASSI il 10 maggio
Le prime serate della manifestazione hanno fatto registrare il tutto esaurito, dimostrando una volta di più come la gioventù, trentina e non, apprezzi questi momenti di avvicinamento a stili musicali a lei poco noti, ma che sanno "colpire" il pubblico, non solo per il fatto di essere inediti, ma anche perché riescono a riportare la musica a quel sapore antico fatto di semplicità e di immediatezza.
Sembra pensarla proprio così il leader del Trio Piaïa Naïa, Francis Lassus (foto sotto), il quale, tra le prove del concerto e il concerto stesso, ci ha dato la possibilità di scambiare due parole in merito alla sua passione per il Jazz.

Francis Lassus
 
Lassus vede nell'arte della musica, e in particolare nel Jazz, un modo per esprimere se stessi e i propri sentimenti, il tutto attraverso giochi armonici improvvisati su melodie personalizzate. Il risultato di ciò porta all'esecuzione sul palco di un Jazz moderno, aperto all'innovazione ma che si richiama agli aspetti della tradizione e alle origini di un'arte carica di significati, che nasce in un'epoca di conflitto nella quale, più di oggi, non tutti gli uomini erano uguali. Infatti quello dei neri d'America era un modo strano ed inconsueto di esprimersi musicalmente: i ritmi erano vari e tendevano a sovrapporsi, dando forma ad una vera e propria poliritmia, le melodie erano diverse dalle usuali grazie all'impiego della scala blue, nella quale risultavano spostati alcuni semitoni rispetto alla scala diatonica naturale.
Quando queste melodie uscirono dalle baracche, dai quartieri dei neri, i bianchi ne rimasero affascinati, specie negli Stati americani del Sud, ed in particolare a New Orleans, riconosciuta da tutti come la capitale del Jazz.
Capace di passare da ritmi lenti e tristi a quelli scatenati, caratterizzati da melodie allegre, l'orchestra Jazz ha la caratteristica di derivare dalle bande originarie; gli strumenti più adatti a questo tipo di musica rimangono quindi gli ottoni, i clarinetti, i saxofoni; le percussioni sono state raggruppate sotto il nome di batteria ed affidate ad un solo esecutore. Ma anche altri strumenti si sono aggiunti col passare del tempo: il contrabbasso, suonato a corde pizzicate, la chitarra, il banjo, talvolta il violino e sovente il pianoforte.
Il modo tipico di fare Jazz consiste nella presentazione di un tema musicale da parte di tutti i suonatori; successivamente ogni solista riprende il tema in maniera variata, dando quasi sempre prova di ricca fantasia e di tecnica strumentale sbalorditiva.
Appare quindi evidente che in questo contesto musicale, fatto soprattutto di improvvisazione, il pubblico assuma un ruolo attivo nella rappresentazione, in quanto, oltre ad essere colpito e rapito dai vari giochi melodici, attraverso la manifestazione del proprio gradimento spinge i musicisti a situazioni musicali sempre più appassionate e quindi maggiormente accattivanti.
Sulla base di queste premesse diviene dunque difficile non approfittare della rassegna Jazz, ad ingresso libero, in programma al Centro Polifunzionale dell'Opera Universitaria, che vedrà in ogni appuntamento uno stile jazzistico diverso, a dimostrazione delle enormi potenzialità di questo genere musicale.